mi rendo conto di essere mostruosamente in OT motociclistico
ma da quando sono stata a new york
mi ? entrata nel sangue,
l'ho metabolizzata.
chiss? quanti di voi ci saranno stati,
e che cosa ha lasciato quella citt? brulicante nel vostro dna..
quando mi si chiede cosa amo di new york
spesso basta dire un generico "everything"
perch? in effetti ? unica in tutto
ma per spiegarla davvero occorre articolare una risposta un cicinin pi? elaborata..
cercare di far capire
a chi non c'? mai stato
cosa significa quel qualcosa che ti fa stare bene
nonostante si stia mangiando un risotto alle alghe di cattiva qualit?
non ? facile..
ma sono fortunata
perch? mentre son qui ad arrovellarmi nei ricordi
bussa al cassettino di NY il nero che veniva a suonare il suo sax
nell'angolo tra la 35esima street con la 5 avenue,
ad oggi devo ancora capire se la musica per lui era un mezzo o un fine..
non veniva mai nelle ore affollate dove avrebbe potuto raccogliere molte offerte
spesso arrivava a notte fonda
verso le 3 o le 4
suonava una manciata di minuti
si fermava ogni tanto a chiaccherare con qualche passante
dopo di che riponeva il suo sax nella custodia
con cura quasi commovente
quello forse era il suo modo di concludere degnamente la sua giornata
in qualunque modo sia andata.
e quell'appuntamento musicale ? diventato per me
il momento per prendermi qualche minuto e pensare a come stavo,
se anch'io nella mia giornata mi ero concessa almeno un'ora per fare quello che mi piaceva.
? questo l'aspetto fondamentale di new york
ho come la sensazione che le persone,
nel delirio e nella frenesia dei ritmi cittadini
si impongano di prendersi degli spazi tutti per s?
quando si entra in un bar
si vedono persone che ascoltano musica alle cuffie
o si vedono un film
o semplicemente stanno seduti senza bisogno dell'amico, della fidanzata o della partiuta in televisione.
ma forse ? solo l'altra faccia della solitudine..
ma da quando sono stata a new york
mi ? entrata nel sangue,
l'ho metabolizzata.
chiss? quanti di voi ci saranno stati,
e che cosa ha lasciato quella citt? brulicante nel vostro dna..
quando mi si chiede cosa amo di new york
spesso basta dire un generico "everything"
perch? in effetti ? unica in tutto
ma per spiegarla davvero occorre articolare una risposta un cicinin pi? elaborata..
cercare di far capire
a chi non c'? mai stato
cosa significa quel qualcosa che ti fa stare bene
nonostante si stia mangiando un risotto alle alghe di cattiva qualit?
non ? facile..
ma sono fortunata
perch? mentre son qui ad arrovellarmi nei ricordi
bussa al cassettino di NY il nero che veniva a suonare il suo sax
nell'angolo tra la 35esima street con la 5 avenue,
ad oggi devo ancora capire se la musica per lui era un mezzo o un fine..
non veniva mai nelle ore affollate dove avrebbe potuto raccogliere molte offerte
spesso arrivava a notte fonda
verso le 3 o le 4
suonava una manciata di minuti
si fermava ogni tanto a chiaccherare con qualche passante
dopo di che riponeva il suo sax nella custodia
con cura quasi commovente
quello forse era il suo modo di concludere degnamente la sua giornata
in qualunque modo sia andata.
e quell'appuntamento musicale ? diventato per me
il momento per prendermi qualche minuto e pensare a come stavo,
se anch'io nella mia giornata mi ero concessa almeno un'ora per fare quello che mi piaceva.
? questo l'aspetto fondamentale di new york
ho come la sensazione che le persone,
nel delirio e nella frenesia dei ritmi cittadini
si impongano di prendersi degli spazi tutti per s?
quando si entra in un bar
si vedono persone che ascoltano musica alle cuffie
o si vedono un film
o semplicemente stanno seduti senza bisogno dell'amico, della fidanzata o della partiuta in televisione.
ma forse ? solo l'altra faccia della solitudine..
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