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Europa stop circolazione benzina e diesel
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Last edited by omarMT01; 06-10-23, 10:01.
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Duecentocinquanta
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Originally posted by omarMT01 View Post
secondo me il problema sarà l'autostrada, stazioni di servizio, il serbatoio lo riempi in 3min e capita di avere coda alle pompe nonostante la presenza di 8 pompe, con l'elettrico? un pieno 1h? ok, ti fermi e mangi, ma per soddisfare lo stesso numero di autoveicoli quante colonnine servono? 50?? che cavi devi portare per alimentare 50 colonnine? che spazio ci vuole per parcheggiare 50 auto in ricarica?
Non dico che non si può fare, ma la vedo veramente dura....
la mia A4 diesel fa 1200km con un pieno, ma penso che non ho mai fatto oltre 500km senza una pausa sosta di almeno 30/60 minuti.
500km di sola autostrada sono almeno 5 ore di viaggio, perché tenere la media dei 100km/h con il normale traffico e limiti, vuol dire andare al massimo che si può fare.
5 ore di guida dall'alba, vuol dire che fai sosta riposo e pranzo, quando devi ricaricare.
5 ore di guida dal dopo pranzo vuol dire che fai sosta riposo o cena.
A meno che non sei un camionista, o in una rarissima eccezione, tutti possiamo permetterci di unire la fisiologica sosta riposo/ristoro ai tempi di una futura ricarica fast.
Se poi si parla di viaggi non in autostrada, o in autostrade panoramiche con limiti inferiori, la media scende a 80/60 kmh, e li le soste di quei viaggi non saranno mai dettate da esigenze di batterie.
Per il discorso cavi e infrastrutture varie, nessuno qua può immaginare come si evolverà, di certo non resterà tutto invariato, magari l'intera rete autostradale avrà delle barriere anti rumore ricoperte di pannelli, come già si vedono, idem le piazzole e parcheggi e aree di sosta.
Faccio ipotesi, perché la fuori è pieno di corrente elettrica non ancora prodotta, ma solo perché non ne avevamo bisogno e non ci siamo ingegnati a produrla, visto che non avevamo vincoli di inquinamento.
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Originally posted by luciocabrio View Post
ma se d'estate se c'è qualche picco salta tutto da qualche parte...
Ripeto sta cosa dovevano farla e ok...ma non OBBLIGARE la gente
E aprla uno che sarebbe perfetto per l'auto elettrica (idem mia moglie )in quanto a uso. Ma non penso solo a me stesso
Poi toscanaccio ziogay non sei motorista ducati? porcoddue (cilindri ) hai così fretta di salire sui moulinex?
per salvare chi poi? se 5 miliardi della popolazione fa i cazzi suoi
tutte le batterie esaurite e l'energia impiegat aper farne di nuove dove la metti?
Probabilmente nel 2030 doveva essere solo ad auto ibride, e poi qualche anno dopo solo full elettriche per permettere a tutti di abituarsi, mentalità, lavoro, infrastrutture, ecc
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Duecentocinquanta
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Originally posted by omarMT01 View Post
...è ho dimenticato che un pieno di elettrico dura la metà quindi i rifornimenti saranno doppi, per andare da Milano ad Arezzo devo partire pieno e riempire prima di tornare...sempre sperando ci siano le migliori condizioni meteo perché diversamente dovrò fare una sosta a Firenze all'andata e a Bologna al ritorno per un viaggio da 7h ce ne metto 9h...in macchina vai e torni con un pieno e nel caso non bastasse con 5min rifornisci
Poi riparti carico e torni a casa.
Oppure ti capita spesso di fare Arezzo Milano, alla barriera fai il giro di boa e riparti per Arezzo senza mai fermarti????
ribadisco, questa transizione è gestita una merda, ma restare dell'idea che con 500km di autonomia sicura non si va da nessuna parte mi sembra essere prevenuti.
La mia visione è che fra 10 o più anni con l'elettrico difficilmente ci si fermerà per ricaricare, perché si ricaricherà ogni qualvolta che si sarà fermi, su 24 ore, difficilmente la macchina non sarà ferma almeno per 12-18 ore tra soste, pranzo, cene, e pernottamento.
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Originally posted by toscanaccio34 View Post
Non fare il talebano, se fai Arezzo Milano è perché presumibilmente a Milano poi almeno un ora ti ci fermerai, per fare una commissione, pausa, turista, Eicma, ecc e penso che quindi se arrivi a Milano, sosti un ora e ricarichi.
Poi riparti carico e torni a casa.
Oppure ti capita spesso di fare Arezzo Milano, alla barriera fai il giro di boa e riparti per Arezzo senza mai fermarti????
ribadisco, questa transizione è gestita una merda, ma restare dell'idea che con 500km di autonomia sicura non si va da nessuna parte mi sembra essere prevenuti.
La mia visione è che fra 10 o più anni con l'elettrico difficilmente ci si fermerà per ricaricare, perché si ricaricherà ogni qualvolta che si sarà fermi, su 24 ore, difficilmente la macchina non sarà ferma almeno per 12-18 ore tra soste, pranzo, cene, e pernottamento.
Vedi, avere la possibilità di fermarsi per riposarsi dal viaggio è diverso da essere obbligati a fermarsi...che sicuramente ci migliora la qualità della vita IMHO
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Originally posted by omarMT01 View Post
...è ho dimenticato che un pieno di elettrico dura la metà quindi i rifornimenti saranno doppi, per andare da Milano ad Arezzo devo partire pieno e riempire prima di tornare...sempre sperando ci siano le migliori condizioni meteo perché diversamente dovrò fare una sosta a Firenze all'andata e a Bologna al ritorno per un viaggio da 7h ce ne metto 9h...in macchina vai e torni con un pieno e nel caso non bastasse con 5min rifornisci
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Originally posted by omarMT01 View Post
beh, pensa a quale settore manifatturiero vede come eccellenza gli aretini fra loro e i magnagatti è una bella lotta
da qui il detto burino d'arezzo o burino aretino
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Ma qui si scrivono Kw come fossero noccioline ...
Ma nessuno considera quanto impatta sulle infrastrutture trasportare tutta la corrente necessaria per milioni di autovetture elettriche ?
Ps. non ne ho mai letto ed è solo un dubbio mi nasce ora : ma fermo restando che ovunque scorra elettricità, produce calore disperdendo quindi energia, nessuno ha mai calcolato se e quanto tutto questo calore incide sul riscaldamento cliematico ?
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Originally posted by Lele-R1-Crash View PostMa qui si scrivono Kw come fossero noccioline ...
Ma nessuno considera quanto impatta sulle infrastrutture trasportare tutta la corrente necessaria per milioni di autovetture elettriche ?
Ps. non ne ho mai letto ed è solo un dubbio mi nasce ora : ma fermo restando che ovunque scorra elettricità, produce calore disperdendo quindi energia, nessuno ha mai calcolato se e quanto tutto questo calore incide sul riscaldamento cliematico ?
Diciamo che la corrente ha una sua resistenza nello scorrere nei cav.
Infatti basterebbe pannellare una piccola porzione del Sahara per generare tutta la corrente che ci serve tramite fotovoltaico, ma non sarebbe possibile trasportarla in Europa tirando il cavo per intenderci.
Il problema quindi non è generare corrente elettrica, ma trasportarla o stoccarla in enormi batterie, infatti le centrali che producono corrente elettrica non vanno a piena potenza H24/7
Ma stanno studiando tanti modi per immagazzinare corrente elettrica quando è in esubero, e non solo in batterie, ma anche in sistemi molto semplici tipo in energia potenziale, con l'esubero di queste ore ci sollevo un peso, dell'acqua, o metto in pressione un contenitore, così poi da riutilizzare il peso e l'acqua in caduta o la pressione immagazzinata per azionare generatori in un secondo momento.
Se fino ad oggi la produzione di energia elettrica era fatta in centrali, in futuro immagino che sarà prodotta decentralizzata ovunque, centrali, pale eoliche, fotovoltaico, ecc....
Io stesso col mio semplice impianto produco il doppio dei kW che consumo per la casa, penso che in Italia sia pannellata con fotovoltaico meno del 3% delle superfici coprenti.
e sono sicuro che ci sono tanti altri modi di produrre e immagazzinare energia che io ignoro, che stiamo studiando, e che inventeremo.
Anche sfruttare il moto ondoso ci darebbe una certa quantità di energia che attualmente è inutilizzata
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Originally posted by omarMT01 View Post
in realtà mi fermo meno, giusto un panino al volo fra consegna e ritiro, ma come hai detto sono un caso particolare (quando capitano questi casi è perché abbiamo urgenza e non possiamo permetterci di aspettare il corriere al giorno dopo nonostante il costo enorme dell'operazione...un corriere €30 vs una persona con veicolo per 7h), tranne in casi di code ho una media migliore dei 100km/h che prospetti compresa la pausa, e comunque resta il fatto che se fa buio e piove probabilmente una carica non basta.
Vedi, avere la possibilità di fermarsi per riposarsi dal viaggio è diverso da essere obbligati a fermarsi...che sicuramente ci migliora la qualità della vita IMHO
Le auto passano più tempo ferme che in movimento, e quindi il problema dei tempi di ricarica sarà relativo, ovviamente dovremo cambiare mentalità, non si fa il pieno quando si è a secco, ma si ricaricherà costantemente quasi ogni volta che ci fermeremo...
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Originally posted by toscanaccio34 View Post
Ok, non sei talebano, 3 ricadi esattamente nella categoria eccezioni che intendevo, l'importante era fare passare il mio punto di vista.
Le auto passano più tempo ferme che in movimento, e quindi il problema dei tempi di ricarica sarà relativo, ovviamente dovremo cambiare mentalità, non si fa il pieno quando si è a secco, ma si ricaricherà costantemente quasi ogni volta che ci fermeremo...
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Originally posted by toscanaccio34 View PostMa stanno studiando tanti modi per immagazzinare corrente elettrica quando è in esubero, e non solo in batterie, ma anche in sistemi molto semplici tipo in energia potenziale, con l'esubero di queste ore ci sollevo un peso, dell'acqua, o metto in pressione un contenitore, così poi da riutilizzare il peso e l'acqua in caduta o la pressione immagazzinata per azionare generatori in un secondo momento.
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Gli alti tassi di interesse e l'inflazione dei costi industriali stanno facendo arenare i piani di grandi investimenti "verdi" negli Stati Uniti, in particolare nell'energia eolica offshore. Le società coinvolte, sia americane che europee, sono state massacrate in borsa.
Dopo l'esuberanza finanziaria arriva la sbornia – scrive il corrispondente di Le Monde. Il settore delle energie rinnovabili negli Stati Uniti è in crisi. Con un'attività particolarmente colpita: i progetti di parchi eolici offshore.
L'amministrazione Biden punta a installare 30 gigawatt di energia eolica offshore entro il 2030 - l'equivalente di trenta reattori nucleari - principalmente sulla costa orientale degli Stati Uniti. Ciò sarebbe sufficiente ad alimentare circa 10 milioni di abitazioni, rispetto al livello praticamente nullo attuale.
La Francia punta a 5 gigawatt entro il 2028. Ma i progetti sono sull'orlo del collasso. L'aumento dei tassi di interesse per i programmi finanziati dal debito, l'impennata dei costi di produzione e delle materie prime, la carenza di manodopera qualificata, il fallimento dei produttori di turbine, in particolare Siemens, la carenza di cavi... Il costo dei progetti sta andando fuori controllo, al punto che i loro promotori, di solito produttori europei che lavorano in partnership con un operatore americano, minacciano di gettare la spugna.
La spagnola Iberdrola ha pagato 60 milioni di dollari (57 milioni di euro) per ritirarsi da due accordi di produzione di energia eolica offshore nel Massachusetts, firmati nel 2021 e nel 2019. Quest'estate, la norvegese Equinor e la britannica BP hanno chiesto di rinegoziare i prezzi dell'elettricità per tre progetti al largo delle coste di New York.
La danese Orsted e il suo partner statunitense Eversource hanno fatto lo stesso, spiegando che altrimenti "non sarebbero stati in grado di ottenere una decisione finale di investimento". Orsted ha perso un quarto del suo valore in borsa quando, a fine agosto, ha annunciato una perdita potenziale di 2,34 miliardi di dollari sui suoi progetti americani, ovvero la metà del suo investimento.
In totale, l'aumento del conto presentato dagli operatori alle autorità pubbliche è dell'ordine del 50%. Ansiosi di risparmiare i contribuenti locali, i sei governatori degli Stati costieri interessati, in particolare New York e Massachusetts, hanno scritto alla Casa Bianca per salvare i progetti. "Ahimè, le pressioni inflazionistiche... e le persistenti interruzioni della catena di approvvigionamento hanno creato sfide economiche straordinarie. Senza un'azione federale, la diffusione dell'eolico offshore negli Stati Uniti rischia seriamente di arrestarsi", hanno lamentato i governatori.
La manovella è tornata
Chiedono al Presidente Joe Biden di accelerare il processo di autorizzazione - che richiede anni in un Paese pieno di burocrazia - e soprattutto di estendere l'Inflation Reduction Act (IRA), il programma federale di sovvenzioni per l'energia. Questa decisione permetterebbe di coprire non il 30% ma la metà del costo dei progetti. In particolare, gli operatori chiedono che venga sovvenzionato l'ingente costo di connessione alla terraferma.
A causa di questa situazione di stallo, alla fine di agosto sono saltate le aste per gli impianti nel Golfo del Messico. Due progetti al largo delle coste del Texas non hanno trovato un acquirente, mentre un altro è stato assegnato per 5,6 milioni di dollari in Louisiana a un solo offerente, la società tedesca RWE.
Notando l'enorme contraccolpo contro i progetti eolici e la transizione energetica, il 21 settembre il Wall Street Journal ha pubblicato un editoriale al vetriolo contro qualsiasi salvataggio per l'eolico offshore. "Tutto questo rivela la follia della politica industriale del governo, che sta alimentando a forza una transizione energetica che non ha senso dal punto di vista economico e che comunque non avrà alcun impatto sul clima".
Anche sulla terraferma i settori dell'eolico e del solare non se la passano molto bene, anche se oggi producono rispettivamente l'11% e il 4% dell'elettricità statunitense. Secondo il Wall Street Journal, i costi dell'energia eolica, che erano divisi per tre dal 2010, e dell'energia solare, che erano divisi per dieci, sono rimbalzati rispettivamente del 30% e di due terzi dal 2021. Il prezzo dell'elettricità rinnovabile è salito alle stelle: un megawattora viene ora venduto ai grandi acquirenti, alle reti e alle imprese, a un prezzo compreso tra 50 e 60 dollari, rispetto ai circa 30 dollari dell'inizio del 2021.
Alcuni progetti sono stati quindi messi da parte, ma non è così. Alla fine di settembre, Engie ha annunciato un accordo con Microsoft per alimentare i centri dati in Texas con energia eolica e solare. Il gruppo francese rimane ottimista. "Mentre alcuni clienti stanno togliendo il piede dall'acceleratore a causa dell'aumento dei costi, molte aziende sono ancora molto impegnate", afferma Emmanuel Sbravati, vicepresidente senior di Engie negli Stati Uniti.
Tempesta sul mercato azionario
Nel breve termine, il mercato azionario è in fermento a causa della perdita di redditività dei progetti, soprattutto quando sono finanziati dal debito. L'indice ICLN dei titoli delle energie rinnovabili ha perso il 60% dal picco di gennaio 2021 e il 30% dall'inizio dell'anno, mentre l'indice di riferimento S&P 500 di Wall Street ha guadagnato l'11%.
Nextera, la principale società di energia elettrica rinnovabile della Florida, ha perso un terzo del suo valore dalla fine di luglio, con un calo di 50 miliardi di dollari. Clearway (di cui TotalEnergies è azionista), specializzata in elettricità e gas rinnovabili e con un debito di 6,8 miliardi di dollari, ha visto la sua valutazione dimezzarsi in tredici mesi a 3 miliardi di dollari.
Anche le promettenti pepite tecnologiche del settore stanno crollando, poiché l'aumento dei tassi di interesse rallenta i livelli delle apparecchiature domestiche. È il caso di Enphase e SolarEdge, specializzate nella gestione dell'elettricità solare, il cui valore è stato diviso per tre. Queste società rimangono altamente redditizie - 40% di margine lordo per Enphase, 30% per SolarEdge - ma Wall Street aveva spinto le valutazioni troppo in alto. Gli hedge fund hanno avuto una giornata campale, scommettendo sui titoli che erano stati incrementati oltre ogni ragionevole aspettativa dall'afflusso di capitali "verdi".
"I venditori allo scoperto stanno sferrando un attacco ai titoli ESG [corrispondenti agli investimenti in questioni ambientali, sociali e di governance] gonfiati dal clamore dei media verdi", titola Bloomberg, citando l'esempio del fondo texano Blue Orca e dell'australiano Plato Investment. Secondo l'agenzia, i venditori allo scoperto di azioni Enphase e SolarEdge hanno accumulato una plusvalenza di 1,5 miliardi di dollari tra gennaio e il 21 settembre.
A lungo termine, i produttori rimangono ottimisti, ritenendo che si tratti soprattutto di una crisi di crescita. Difendono l'IRA, che fatica a diventare realtà perché gli Stati Uniti devono costruire la loro industria a rotta di collo. C'è una chiara carenza di manodopera qualificata.
Alcune leggi protezionistiche statunitensi sono controproducenti, come quella che da un secolo impone che le navi impegnate nella navigazione costiera, e quindi nell'installazione di turbine eoliche, battano bandiera americana, siano costruite negli Stati Uniti e abbiano equipaggi americani. Il problema è che il Paese semplicemente non ne ha: la prima nave dovrebbe lasciare i cantieri nel 2024.
Il problema principale è il rinnovamento della rete elettrica da parte delle autorità. "Se abbiamo una preoccupazione come industria, è la connessione alla rete di trasmissione e la sua modernizzazione", conferma Sbravati.
Ci vogliono cinque anni per collegare un progetto eolico o solare alla rete, denuncia il New York Times, secondo cui alla fine del 2022 erano più di 10.000 i progetti in cerca di autorizzazione, rispetto ai 5.600 di due anni prima. Il governo federale ha deciso di allentare le regole, ma questo "risolverà solo parzialmente il problema", secondo il quotidiano newyorkese.
A ciò si aggiunge l'incertezza politica che grava sull'IRA. Paradossalmente, questa legge soddisfa le aspirazioni ambientali degli Stati democratici, ma è di grande beneficio finanziario per gli Stati repubblicani come il Texas. Gli operatori sperano che entrambi i partiti alla fine accettino questa legge, che promuove i posti di lavoro dei colletti blu e il "made in America".
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