Un divertissement a quattro ruote, fra le creature più bizzarre dei centri stile più celebri. Perché prima o poi, nell’auto inspiegabilmente sgraziata, ci sono incappati tutti.
Daihatsu Materia
Pensata per le famiglie non troppo ingombranti, la Daihatsu Materia è una mini monovolume, tozza e squadrata.
Tutto si può dire tranne che sia bella, però è facilmente parcheggiabile, con un tutto compreso di 5 posti, 5 porte in 380 cm di lunghezza e 169 cm di larghezza. Con l’ulteriore vantaggio che a nessuno verrebbe in mente di rubarla.
La prima Fiat Tipo
Auto dell’Anno nel 1989 per le sue innovazioni tecnologiche, la prima Fiat Tipo, uscita nel 1988 si presentava come l'erede della Fiat Ritmo e non aveva certamente delle linee entusiasmanti, con una un'impostazione stilistica semplice ed essenziale.
Molto versatile e funzionale, ebbe comunque successo per grande abitabilità e spazio interno in rapporto alle dimensioni esterne. Venne prodotta fino al 1995, e il modello successivo presentato da Fiat nel 2015, pur mantenendo il nome Tipo, venne considerato un capitolo totalmente diverso rispetto alla sua omonima anni Novanta.
Fiat Multipla
È stata sicuramente una delle vetture più divisive degli ultimi anni la Fiat Multipla del 1998. Una pagina di storia dell’auto italiana che vedeva schierati, ai poli opposti, esteti e visionari.
Brutta forse sì, con uno scalino tanto audace quanto inaspettato, che collegava il parabrezza con il cofano, ma innovativa e originale. Era nata dalla matita del geniale designer Roberto Giolito, che in 3,99 metri era riuscita farci stare 6 posti comodi e un bagagliaio da 430 litri. Su di lei si espresse anche il premio Pulitzer Dan Neil, critico automotive, includendola nella lista delle più brutte auto di tutti i tempi (worst cars of all time): «La Multipla ci ricorda che le auto non devono solo essere funzionali, ma anche belle o, perlomeno, evitare di assomigliare a questa», scrisse nel 2007 sul Time Magazine.
E la Fiat, con molta autoironia lanciò il modello con una campagna pubblicitaria accompagnata dallo slogan «Sarete belli voi».
Dacia Logan
La missione di Dacia dall’inizio, si sa, era quella di fornire al popolo rumeno vetture moderne e robuste per la famiglia. Fondata nel 1966, nel 1999 è diventata un brand di Renault, ma a quanto pare la svolta stilistica non è arrivata subito, viste le linee non proprio accattivanti della Logan, lanciata nel 2004.
Nei primi anni del rilancio del marchio da parte della casa francese, l’estetica è stata indubbiamente sacrificata sull’altare del listino. La vettura costava poco, ma il suo look, soprattutto nella parte posteriore, non invogliava certo all’acquisto.
Opel Ampera
La Opel Ampera è stata un’auto rivoluzionaria, nel 2011, prima auto elettrica con una grande autonomia di un marchio europeo. Opel con questa vettura si è affermata come pioniere sulla strada verso la mobilità elettrica, ma non come maestra di stile: un po’ Goldrake e un po’ Mazinga Z, Opel Ampera è stata la prima vettura elettrica d'Europa a consentire una mobilità per «andare ovunque in qualsiasi momento» , ma quando passava non si faceva particolarmente notare per l’armonia delle forme.
I media rimasero però favorevolmente colpiti, tanto da eleggere la Ampera e il suo modello gemello Chevrolet Volt «European Car of The Year 2012».
Renault Avantime
Anche la Renault Avantime rappresenta una delle vetture più divisive degli ultimi vent’anni.
Arrivata in Italia nel 2001, ebbe vita molto breve. Ma il nome stesso ne segnava il suo destino, con quel concetto espresso senza mezzi termini di arrivare «prima del tempo» («avant-time») appunto. E partendo da questo presupposto, la monovolume francese doveva aprire una finestra sul futuro dell’auto col suo design innovativo e tanta tecnologia , ma non fu capita e le vendite si fermarono a poco più di 8500 unità, senza nemmeno arrivare alle 15.000 previste da Renault.
Le linee iniziavano bene, ma finivano male, e guardandola la Avantime sembrava sgraziata, nonostante la grande abitabilità e visibilità. Senza contare l’effetto sorpresa del pulsante «Grand Air», che faceva aprire contemporaneamente tutti i finestrini e il tetto.
Nissan Almera
Minimalista e spartana, la prima versione di Nissan Almera, lanciata nel 1995, non rimane un grande esempio di stile della Casa giapponese.
Una scatoletta a quattro ruote con forme che rimangono un po’ troppo ancorate al passato.
Lancia Thema
Dimensioni pachidermiche per la Lancia Thema del 2011, figlia dell’alleanza Fiat-Chrysler.
Il nome riportava al modello di successo della storia della Lancia, la Thema appunto, amata negli Anni 80 per lo stile originale e le finiture eleganti, ma i lancisti «doc» d’antan in questa nuova Thema non si sono mai riconosciuti Con una lunghezza di 5.084 mm, larghezza di 1.891 e passo di ben 3.051 provava ad essere elegante, ma con una totale mancanza di agilità. La maxi berlina italiana, rivisitazione della Chrysler 300, fresca di debutto negli Stati Uniti, cercava di unire le dimensioni generose e il comfort delle auto americane alle finiture di alto livello e uno stile nostrano. Buona la tecnologia e lussuosi gli interni, ma sicuramente la Lancia Thema non è passata alla storia per la bellezza del suo design.
Toyota Yaris Verso
Nonostante le buone intenzioni, la Toyota Yaris Verso, nata come esperimento di monovolume modaiolo nel 2001, fu un flop totale.
Nata nel 2001, venne ritirata dal mercato nel 2004.
Chrysler PT Cruiser
Lanciata dalla Chrysler nei primi mesi del 2000 e prodotta fino al 2010, anche la PT Cruiser è una delle vetture più controverse di sempre.
O la si ama o la si odia, per una interpretazione un po’ bizzarra del concetto di berlina a 5 porte monovolume.
Il design , ideato da Bryan Nesbitt, era volutamente retrò per richiamare le auto classiche degli anni trenta, ma i passaruota goffi, la griglia frontale, e la parte posteriore leggermente funeraria non vennero molto apprezzate nemmeno dagli amanti del vintage.
Fonte: Corriere motori
Daihatsu Materia
Pensata per le famiglie non troppo ingombranti, la Daihatsu Materia è una mini monovolume, tozza e squadrata.
Tutto si può dire tranne che sia bella, però è facilmente parcheggiabile, con un tutto compreso di 5 posti, 5 porte in 380 cm di lunghezza e 169 cm di larghezza. Con l’ulteriore vantaggio che a nessuno verrebbe in mente di rubarla.
La prima Fiat Tipo
Auto dell’Anno nel 1989 per le sue innovazioni tecnologiche, la prima Fiat Tipo, uscita nel 1988 si presentava come l'erede della Fiat Ritmo e non aveva certamente delle linee entusiasmanti, con una un'impostazione stilistica semplice ed essenziale.
Molto versatile e funzionale, ebbe comunque successo per grande abitabilità e spazio interno in rapporto alle dimensioni esterne. Venne prodotta fino al 1995, e il modello successivo presentato da Fiat nel 2015, pur mantenendo il nome Tipo, venne considerato un capitolo totalmente diverso rispetto alla sua omonima anni Novanta.
Fiat Multipla
È stata sicuramente una delle vetture più divisive degli ultimi anni la Fiat Multipla del 1998. Una pagina di storia dell’auto italiana che vedeva schierati, ai poli opposti, esteti e visionari.
Brutta forse sì, con uno scalino tanto audace quanto inaspettato, che collegava il parabrezza con il cofano, ma innovativa e originale. Era nata dalla matita del geniale designer Roberto Giolito, che in 3,99 metri era riuscita farci stare 6 posti comodi e un bagagliaio da 430 litri. Su di lei si espresse anche il premio Pulitzer Dan Neil, critico automotive, includendola nella lista delle più brutte auto di tutti i tempi (worst cars of all time): «La Multipla ci ricorda che le auto non devono solo essere funzionali, ma anche belle o, perlomeno, evitare di assomigliare a questa», scrisse nel 2007 sul Time Magazine.
E la Fiat, con molta autoironia lanciò il modello con una campagna pubblicitaria accompagnata dallo slogan «Sarete belli voi».
Dacia Logan
La missione di Dacia dall’inizio, si sa, era quella di fornire al popolo rumeno vetture moderne e robuste per la famiglia. Fondata nel 1966, nel 1999 è diventata un brand di Renault, ma a quanto pare la svolta stilistica non è arrivata subito, viste le linee non proprio accattivanti della Logan, lanciata nel 2004.
Nei primi anni del rilancio del marchio da parte della casa francese, l’estetica è stata indubbiamente sacrificata sull’altare del listino. La vettura costava poco, ma il suo look, soprattutto nella parte posteriore, non invogliava certo all’acquisto.
Opel Ampera
La Opel Ampera è stata un’auto rivoluzionaria, nel 2011, prima auto elettrica con una grande autonomia di un marchio europeo. Opel con questa vettura si è affermata come pioniere sulla strada verso la mobilità elettrica, ma non come maestra di stile: un po’ Goldrake e un po’ Mazinga Z, Opel Ampera è stata la prima vettura elettrica d'Europa a consentire una mobilità per «andare ovunque in qualsiasi momento» , ma quando passava non si faceva particolarmente notare per l’armonia delle forme.
I media rimasero però favorevolmente colpiti, tanto da eleggere la Ampera e il suo modello gemello Chevrolet Volt «European Car of The Year 2012».
Renault Avantime
Anche la Renault Avantime rappresenta una delle vetture più divisive degli ultimi vent’anni.
Arrivata in Italia nel 2001, ebbe vita molto breve. Ma il nome stesso ne segnava il suo destino, con quel concetto espresso senza mezzi termini di arrivare «prima del tempo» («avant-time») appunto. E partendo da questo presupposto, la monovolume francese doveva aprire una finestra sul futuro dell’auto col suo design innovativo e tanta tecnologia , ma non fu capita e le vendite si fermarono a poco più di 8500 unità, senza nemmeno arrivare alle 15.000 previste da Renault.
Le linee iniziavano bene, ma finivano male, e guardandola la Avantime sembrava sgraziata, nonostante la grande abitabilità e visibilità. Senza contare l’effetto sorpresa del pulsante «Grand Air», che faceva aprire contemporaneamente tutti i finestrini e il tetto.
Nissan Almera
Minimalista e spartana, la prima versione di Nissan Almera, lanciata nel 1995, non rimane un grande esempio di stile della Casa giapponese.
Una scatoletta a quattro ruote con forme che rimangono un po’ troppo ancorate al passato.
Lancia Thema
Dimensioni pachidermiche per la Lancia Thema del 2011, figlia dell’alleanza Fiat-Chrysler.
Il nome riportava al modello di successo della storia della Lancia, la Thema appunto, amata negli Anni 80 per lo stile originale e le finiture eleganti, ma i lancisti «doc» d’antan in questa nuova Thema non si sono mai riconosciuti Con una lunghezza di 5.084 mm, larghezza di 1.891 e passo di ben 3.051 provava ad essere elegante, ma con una totale mancanza di agilità. La maxi berlina italiana, rivisitazione della Chrysler 300, fresca di debutto negli Stati Uniti, cercava di unire le dimensioni generose e il comfort delle auto americane alle finiture di alto livello e uno stile nostrano. Buona la tecnologia e lussuosi gli interni, ma sicuramente la Lancia Thema non è passata alla storia per la bellezza del suo design.
Toyota Yaris Verso
Nonostante le buone intenzioni, la Toyota Yaris Verso, nata come esperimento di monovolume modaiolo nel 2001, fu un flop totale.
Nata nel 2001, venne ritirata dal mercato nel 2004.
Chrysler PT Cruiser
Lanciata dalla Chrysler nei primi mesi del 2000 e prodotta fino al 2010, anche la PT Cruiser è una delle vetture più controverse di sempre.
O la si ama o la si odia, per una interpretazione un po’ bizzarra del concetto di berlina a 5 porte monovolume.
Il design , ideato da Bryan Nesbitt, era volutamente retrò per richiamare le auto classiche degli anni trenta, ma i passaruota goffi, la griglia frontale, e la parte posteriore leggermente funeraria non vennero molto apprezzate nemmeno dagli amanti del vintage.
Fonte: Corriere motori
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