onbpDbQ.jpgAnche se ? gi? nota, volevo raccontarvi ancora una storia, quella di Jarno Saarinen.
Si allaccia tristemente a quella di Renzo Pasolini, al quale ho gi? dedicato un post.
Jarno Saarinen ci lascia probabilmente il pi? famoso stile di guida mai inventato, poi adottato e perfezionato da Kenny Roberts: busto avvitato e fuori sella con il ginocchio che accarezza l'asfalto (ricordatevelo la prossima volta che appoggiate con soddisfazione la saponetta a terra!).
Ma altre imprese hanno elevato il pilota Finlandese al gotha del motociclismo, per esempio quando vinse la Daytona 200 su una macchina di cubatura molto inferiore a quella dei suoi avversari, doppiandone anche!
Per non parlare della sua vittoria nel mondiale del '72 da privato, frantumando nel mentre parecchi record sul giro.
Jarno oltre ad essere pilota era anche meccanico e preparava con cura le sue moto adattandole al proprio stile di guida (abbassava i semimanubri pi? di quanto era di norma a quei tempi, per assecondare il suo stile unico).
Saarinen aveva moltissimi tifosi anche in Italia e negli anni '70 a molti nati fu dato il nome di Jarno (es. Jarno Trulli).
E' triste allora che questa storia sia stata bruscamente interrotta proprio in Italia, sulla pista di Monza il 20 maggio del 1973 durante il Gran Premio ospitato dal nostro Paese.
"Voglio vivere per diventare vecchio" scherzava Saarinen un anno prima del suo incidente, "se vinco un titolo mondiale mi ritiro", ma ci? non accadde.
La gara di Monza era la quarta del campionato; la pista era stata riasfaltata e le protezioni in paglia (come si usava a quei tempi) mascheravano il guardrail che delimitava la pista.
Nella gara delle 350 (che precedeva la 250), la Benelli di Villa perdeva olio ma quando torn? ai box fu incoraggiato a tornare in pista perch? mancava un solo giro. Fin? la gara al quinto posto ma cos? facendo imbratt? l'asfalto in pi? punti.
Il giornalista Christian Lacombe ed il pilota Australiano John Dodds si resero conto del pericolo ma non furono ascoltati.
Dodds si precipit? ad avvisare gli altri piloti, ma non riusc? mai a parlare con Saarinen e Pasolini...
Il disastro fu immediato quando Renzo arriv? a tutta velocit? alla Curva Grande, cadendo fatalmente.
Jarno, che lo seguiva a breve distanza, non pot? evitarlo e cadde con lui.
In tutto, l'incidente coinvolse 14 piloti e quando la polvere si dirad? molti rimasero gravemente feriti, ma Saarinen e Pasolini giacevano senza vita.
A seguito di questa tragedia, le squadre ufficiali di Suzuki, MV Agusta, Harley e Yamaha si coalizzarono per rendere pi? sicure le condizioni di gara per i piloti (da notare che quaranta giorni dopo la tragedia, morirono altri tre piloti durante una gara juniores nella stessa curva).
Da quel giorno fino al 1981 non vi furono pi? gare di moto a Monza.
L'incidente fu un punto di svolta atto ad assicurare maggiori garanzie di sicurezza durante le gare (a questo punto non posso fare a meno di ricordare Daijiro Kato...).
La caduta fatale che cost? la vita a Jarno e Renzo...
Si allaccia tristemente a quella di Renzo Pasolini, al quale ho gi? dedicato un post.
Jarno Saarinen ci lascia probabilmente il pi? famoso stile di guida mai inventato, poi adottato e perfezionato da Kenny Roberts: busto avvitato e fuori sella con il ginocchio che accarezza l'asfalto (ricordatevelo la prossima volta che appoggiate con soddisfazione la saponetta a terra!).
Ma altre imprese hanno elevato il pilota Finlandese al gotha del motociclismo, per esempio quando vinse la Daytona 200 su una macchina di cubatura molto inferiore a quella dei suoi avversari, doppiandone anche!
Per non parlare della sua vittoria nel mondiale del '72 da privato, frantumando nel mentre parecchi record sul giro.
Jarno oltre ad essere pilota era anche meccanico e preparava con cura le sue moto adattandole al proprio stile di guida (abbassava i semimanubri pi? di quanto era di norma a quei tempi, per assecondare il suo stile unico).
Saarinen aveva moltissimi tifosi anche in Italia e negli anni '70 a molti nati fu dato il nome di Jarno (es. Jarno Trulli).
E' triste allora che questa storia sia stata bruscamente interrotta proprio in Italia, sulla pista di Monza il 20 maggio del 1973 durante il Gran Premio ospitato dal nostro Paese.
"Voglio vivere per diventare vecchio" scherzava Saarinen un anno prima del suo incidente, "se vinco un titolo mondiale mi ritiro", ma ci? non accadde.
La gara di Monza era la quarta del campionato; la pista era stata riasfaltata e le protezioni in paglia (come si usava a quei tempi) mascheravano il guardrail che delimitava la pista.
Nella gara delle 350 (che precedeva la 250), la Benelli di Villa perdeva olio ma quando torn? ai box fu incoraggiato a tornare in pista perch? mancava un solo giro. Fin? la gara al quinto posto ma cos? facendo imbratt? l'asfalto in pi? punti.
Il giornalista Christian Lacombe ed il pilota Australiano John Dodds si resero conto del pericolo ma non furono ascoltati.
Dodds si precipit? ad avvisare gli altri piloti, ma non riusc? mai a parlare con Saarinen e Pasolini...
Il disastro fu immediato quando Renzo arriv? a tutta velocit? alla Curva Grande, cadendo fatalmente.
Jarno, che lo seguiva a breve distanza, non pot? evitarlo e cadde con lui.
In tutto, l'incidente coinvolse 14 piloti e quando la polvere si dirad? molti rimasero gravemente feriti, ma Saarinen e Pasolini giacevano senza vita.
A seguito di questa tragedia, le squadre ufficiali di Suzuki, MV Agusta, Harley e Yamaha si coalizzarono per rendere pi? sicure le condizioni di gara per i piloti (da notare che quaranta giorni dopo la tragedia, morirono altri tre piloti durante una gara juniores nella stessa curva).
Da quel giorno fino al 1981 non vi furono pi? gare di moto a Monza.
L'incidente fu un punto di svolta atto ad assicurare maggiori garanzie di sicurezza durante le gare (a questo punto non posso fare a meno di ricordare Daijiro Kato...).
La caduta fatale che cost? la vita a Jarno e Renzo...
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