Un testimone chiave dell'accusa al processo a Oscar Pistorius per l'omicidio della fidanzata, Reeva Steenkamp, ha affermato di aver subito minacce telefoniche poco prima di deporre in aula. Charl Johnson, un vicino di casa dell'atleta, la sua abitazione si trova a 200 metri da quella di Pistorius, ha testimoniato di aver sentito le urla della vittima e spari nella notte di San Valentino del 2013 quando Reeva fu uccisa.
Johnson, che vive a Johannesburg in una casa a 200 metri da quella di Pistorius, ha detto in aula di aver ricevuto delle telefonate quando si trovava gi? in tribunale per essere ascoltato. "Questa persona mi ha detto che il mio numero di telefono era stato dato nel corso dell'udienza. Gli ho risposto che non ero consapevole di questo fatto e che non avevo (ancora) testimoniato", ha spiegato il testimone. L'uomo, finita la chiamata, ha poi aggiunto di aver notato sul suo telefono diverse chiamate senza risposta e un messaggio vocale registrato dall'estero. "Perch? mentire in tribunale, sappiamo che Oscar non ha ucciso Reeva", queste le parole indirizzate "con tono minatorio" a Johnson nel messaggio. Il giudice per ora non ha commentato l'accaduto.
Durante il processo ha recentemente testimoniato anche sua moglie, Michelle Burger, attaccata durante la deposizione dall'avvocato del corridore sudafricano; Barry Roux ha infatti tentato di smontare il racconto della donna.
Johnson, che vive a Johannesburg in una casa a 200 metri da quella di Pistorius, ha detto in aula di aver ricevuto delle telefonate quando si trovava gi? in tribunale per essere ascoltato. "Questa persona mi ha detto che il mio numero di telefono era stato dato nel corso dell'udienza. Gli ho risposto che non ero consapevole di questo fatto e che non avevo (ancora) testimoniato", ha spiegato il testimone. L'uomo, finita la chiamata, ha poi aggiunto di aver notato sul suo telefono diverse chiamate senza risposta e un messaggio vocale registrato dall'estero. "Perch? mentire in tribunale, sappiamo che Oscar non ha ucciso Reeva", queste le parole indirizzate "con tono minatorio" a Johnson nel messaggio. Il giudice per ora non ha commentato l'accaduto.
Durante il processo ha recentemente testimoniato anche sua moglie, Michelle Burger, attaccata durante la deposizione dall'avvocato del corridore sudafricano; Barry Roux ha infatti tentato di smontare il racconto della donna.