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Tenniste: Schiavone vs....

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    #31
    Originally posted by lucavor View Post
    Buzzy non ci capiamo.....

    la mora del link ? una strafiga ...io parlo della tennista bionda postata da Desmoone...quella ? un rottame ed ? quella che si ? fatta ridurre le tette mica la moracciona che posti tu
    Guarda che ? la stessa

    Nella prima foto.....in tuta da lavoro

    Nella seconda.......in abito da sera

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      #32
      Originally posted by ala70 View Post
      Guarda che ? la stessa

      Nella prima foto.....in tuta da lavoro

      Nella seconda.......in abito da sera
      madaiiiiiii come la stessa !?!?!?! non ci credo, sono come il giorno e la notte..hai visto la foto postata da Desmone???non possono essere la stessa persona

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        #33
        Originally posted by lucavor View Post
        madaiiiiiii come la stessa !?!?!?! non ci credo, sono come il giorno e la notte..hai visto la foto postata da Desmone???non possono essere la stessa persona
        E' camaleontica

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          #34
          Originally posted by ala70 View Post
          E' camaleontica
          vado a cambiare occhiali

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            #35
            Originally posted by ala70 View Post
            E' camaleontica
            sar? per come impugna la racchetta?

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              #36
              in tema di tettone...vi consiglio di correre in Foto&Video a guardare il mio ultimo topic....

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                #37
                Originally posted by desmoone View Post
                in tema di tettone...vi consiglio di correre in Foto&Video a guardare il mio ultimo topic....
                rigiriamo il link alla tua mogliettina?

                Comment


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                  #38
                  Originally posted by desmoone View Post
                  in tema di tettone...vi consiglio di correre in Foto&Video a guardare il mio ultimo topic....
                  Non ti ho mai visto cos? serio

                  Corro

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                  • Font Size
                    #39
                    Kasperski non mi permette di visualizzare la foto

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                      #40
                      Originally posted by ala70 View Post
                      Kasperski non mi permette di visualizzare la foto
                      digli da parte mia che ? uno stronzo

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                        #41
                        Originally posted by bastich View Post
                        rigiriamo il link alla tua mogliettina?
                        fai pure...no problem

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                          #42
                          Originally posted by ala70 View Post
                          Non ti ho mai visto cos? serio

                          Corro
                          io sono sempre estremamente serio

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                          • Font Size
                            #43
                            Originally posted by desmoone View Post
                            fai pure...no problem
                            ora mi spiego tante cose

                            Originally posted by desmoone View Post
                            io sono sempre estremamente serio

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                            • Font Size
                              #44
                              Originally posted by buzzy84 View Post
                              digli da parte mia che ? uno stronzo
                              Oramai ? abituato

                              Non gli fa ne caldo ne freddo

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                                #45
                                Originally posted by ala70 View Post
                                Foto ricordo per te....giova


                                :eek2::eek2::eek2:

                                Aehm, emb?, allora.....

                                Nel mezzo del cammin di nostra vita
                                mi ritrovai per una selva oscura
                                ch? la diritta via era smarrita.
                                Ahi quanto a dir qual era ? cosa dura
                                esta selva selvaggia e aspra e forte
                                che nel pensier rinova la paura!
                                Tant'? amara che poco ? pi? morte;
                                ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
                                dir? de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
                                Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
                                tant'era pien di sonno a quel punto
                                che la verace via abbandonai.
                                Ma poi ch'i' fui al pi? d'un colle giunto,
                                l? dove terminava quella valle
                                che m'avea di paura il cor compunto,
                                guardai in alto, e vidi le sue spalle
                                vestite gi? de' raggi del pianeta
                                che mena dritto altrui per ogne calle.
                                Allor fu la paura un poco queta
                                che nel lago del cor m'era durata
                                la notte ch'i' passai con tanta pieta.
                                E come quei che con lena affannata
                                uscito fuor del pelago a la riva
                                si volge a l'acqua perigliosa e guata,
                                cos? l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
                                si volse a retro a rimirar lo passo
                                che non lasci? gi? mai persona viva.
                                Poi ch'?i posato un poco il corpo lasso,
                                ripresi via per la piaggia diserta,
                                s? che 'l pi? fermo sempre era 'l pi? basso.
                                Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
                                una lonza leggera e presta molto,
                                che di pel macolato era coverta;
                                e non mi si partia dinanzi al volto,
                                anzi 'mpediva tanto il mio cammino,
                                ch'i' fui per ritornar pi? volte v?lto.
                                Temp'era dal principio del mattino,
                                e 'l sol montava 'n s? con quelle stelle
                                ch'eran con lui quando l'amor divino
                                mosse di prima quelle cose belle;
                                s? ch'a bene sperar m'era cagione
                                di quella fiera a la gaetta pelle
                                l'ora del tempo e la dolce stagione;
                                ma non s? che paura non mi desse
                                la vista che m'apparve d'un leone.
                                Questi parea che contra me venisse
                                con la test'alta e con rabbiosa fame,
                                s? che parea che l'aere ne tremesse.
                                Ed una lupa, che di tutte brame
                                sembiava carca ne la sua magrezza,
                                e molte genti f? gi? viver grame,
                                questa mi porse tanto di gravezza
                                con la paura ch'uscia di sua vista,
                                ch'io perdei la speranza de l'altezza.
                                E qual ? quei che volontieri acquista,
                                e giugne 'l tempo che perder lo face,
                                che 'n tutt'i suoi pensier piange e s'attrista;
                                tal mi fece la bestia sanza pace,
                                che, venendomi 'ncontro, a poco a poco
                                mi ripigneva l? dove 'l sol tace.
                                Mentre ch'i' rovinava in basso loco,
                                dinanzi a li occhi mi si fu offerto
                                chi per lungo silenzio parea fioco.
                                Quando vidi costui nel gran diserto,
                                ? Miserere di me ?, gridai a lui,
                                ?qual che tu sii, od ombra od omo certo!?.
                                RispuosemiNon omo, omo gi? fui,
                                e li parenti miei furon lombardi,
                                mantoani per patria ambedui.
                                Nacqui sub Iulio , ancor che fosse tardi,
                                e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto
                                nel tempo de li d?i falsi e bugiardi.
                                Poeta fui, e cantai di quel giusto
                                figliuol d'Anchise che venne di *****,
                                poi che 'l superbo Ili?n fu combusto.
                                Ma tu perch? ritorni a tanta noia?
                                perch? non sali il dilettoso monte
                                ch'? principio e cagion di tutta gioia??.
                                ?Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
                                che spandi di parlar s? largo fiume??,
                                rispuos'io lui con vergognosa fronte.
                                ?O de li altri poeti onore e lume
                                vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore
                                che m'ha fatto cercar lo tuo volume.
                                Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore;
                                tu se' solo colui da cu' io tolsi
                                lo bello stilo che m'ha fatto onore.
                                Vedi la bestia per cu' io mi volsi:
                                aiutami da lei, famoso saggio,
                                ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi?.
                                ?A te convien tenere altro viaggio?,
                                rispuose poi che lagrimar mi vide,
                                ?se vuo' campar d'esto loco selvaggio:
                                ch? questa bestia, per la qual tu gride,
                                non lascia altrui passar per la sua via,
                                ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;
                                e ha natura s? malvagia e ria,
                                che mai non empie la bramosa voglia,
                                e dopo 'l pasto ha pi? fame che pria.
                                Molti son li animali a cui s'ammoglia,
                                e pi? saranno ancora, infin che 'l veltro
                                verr?, che la far? morir con doglia.
                                Questi non ciber? terra n? peltro,
                                ma sapienza, amore e virtute,
                                e sua nazion sar? tra feltro e feltro.
                                Di quella umile Italia fia salute
                                per cui mor? la vergine Cammilla,
                                Eurialo e Turno e Niso di ferute.
                                Questi la caccer? per ogne villa,
                                fin che l'avr? rimessa ne lo 'nferno,
                                l? onde 'nvidia prima dipartilla.
                                Ond'io per lo tuo me' penso e discerno
                                che tu mi segui, e io sar? tua guida,
                                e trarrotti di qui per loco etterno,
                                ove udirai le disperate strida,
                                vedrai li antichi spiriti dolenti,
                                ch'a la seconda morte ciascun grida;
                                e vederai color che son contenti
                                nel foco, perch? speran di venire
                                quando che sia a le beate genti.
                                A le quai poi se tu vorrai salire,
                                anima fia a ci? pi? di me degna:
                                con lei ti lascer? nel mio partire;
                                ch? quello imperador che l? s? regna,
                                perch'i' fu' ribellante a la sua legge,
                                non vuol che 'n sua citt? per me si vegna.
                                In tutte parti impera e quivi regge;
                                quivi ? la sua citt? e l'alto seggio:
                                oh felice colui cu' ivi elegge!?.
                                E io a luiPoeta, io ti richeggio
                                per quello *** che tu non conoscesti,
                                acci? ch'io fugga questo male e peggio,
                                che tu mi meni l? dov'or dicesti,
                                s? ch'io veggia la porta di san Pietro
                                e color cui tu fai cotanto mesti?.
                                Allor si mosse, e io li tenni dietro.

                                Per me si va ne la citt? dolente,
                                per me si va ne l'etterno dolore,
                                per me si va tra la perduta gente.
                                Giustizia mosse il mio alto fattore:
                                fecemi la divina podestate,
                                la somma sapienza e 'l primo amore.
                                Dinanzi a me non fuor cose create
                                se non etterne, e io etterno duro.
                                Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
                                Queste parole di colore oscuro
                                vid'io scritte al sommo d'una porta;
                                per ch'io: ?Maestro, il senso lor m'? duro?.
                                Ed elli a me, come persona accorta:
                                ?Qui si convien lasciare ogne sospetto;
                                ogne vilt? convien che qui sia morta.
                                Noi siam venuti al loco ov'i' t'ho detto
                                che tu vedrai le genti dolorose
                                c'hanno perduto il ben de l'intelletto?.
                                E poi che la sua mano a la mia puose
                                con lieto volto, ond'io mi confortai,
                                mi mise dentro a le segrete cose.
                                Quivi sospiri, pianti e alti guai
                                risonavan per l'aere sanza stelle,
                                per ch'io al cominciar ne lagrimai.
                                Diverse lingue, orribili favelle,
                                parole di dolore, accenti d'ira,
                                voci alte e fioche, e suon di man con elle
                                facevano un tumulto, il qual s'aggira
                                sempre in quell'aura sanza tempo tinta,
                                come la rena quando turbo spira.
                                E io ch'avea d'error la testa cinta,
                                dissi: ?Maestro, che ? quel ch'i' odo?
                                e che gent'? che par nel duol s? vinta??.
                                Ed elli a me: ?Questo misero modo
                                tegnon l'anime triste di coloro
                                che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
                                Mischiate sono a quel cattivo coro
                                de li angeli che non furon ribelli
                                n? fur fedeli a ***, ma per s? fuoro.
                                Caccianli i ciel per non esser men belli,
                                n? lo profondo inferno li riceve,
                                ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli?.
                                E io: ?Maestro, che ? tanto greve
                                a lor, che lamentar li fa s? forte??.
                                Rispuose: ?Dicerolti molto breve.
                                Questi non hanno speranza di morte
                                e la lor cieca vita ? tanto bassa,
                                che 'nvidiosi son d'ogne altra sorte.
                                Fama di loro il mondo esser non lassa;
                                misericordia e giustizia li sdegna:
                                non ragioniam di lor, ma guarda e passa?.
                                E io, che riguardai, vidi una 'nsegna
                                che girando correva tanto ratta,
                                che d'ogne posa mi parea indegna;
                                e dietro le ven?a s? lunga tratta
                                di gente, ch'i' non averei creduto
                                che morte tanta n'avesse disfatta.
                                Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
                                vidi e conobbi l'ombra di colui
                                che fece per viltade il gran rifiuto.
                                Incontanente intesi e certo fui
                                che questa era la setta d'i cattivi,
                                a *** spiacenti e a' nemici sui.
                                Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
                                erano ignudi e stimolati molto
                                da mosconi e da vespe ch'eran ivi.
                                Elle rigavan lor di sangue il volto,
                                che, mischiato di lagrime, a' lor piedi
                                da fastidiosi vermi era ricolto.
                                E poi ch'a riguardar oltre mi diedi,
                                vidi genti a la riva d'un gran fiume;
                                per ch'io dissi: ?Maestro, or mi concedi
                                ch'i' sappia quali sono, e qual costume
                                le fa di trapassar parer s? pronte,
                                com'io discerno per lo fioco lume?.
                                Ed elli a me: ?Le cose ti fier conte
                                quando noi fermerem li nostri passi
                                su la trista riviera d'Acheronte?.
                                Allor con li occhi vergognosi e bassi,
                                temendo no 'l mio dir li fosse grave,
                                infino al fiume del parlar mi trassi.
                                Ed ecco verso noi venir per nave
                                un vecchio, bianco per antico pelo,
                                gridando: ?Guai a voi, anime prave!
                                Non isperate mai veder lo cielo:
                                i' vegno per menarvi a l'altra riva
                                ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.
                                E tu che se' cost?, anima viva,
                                p?rtiti da cotesti che son morti?.
                                Ma poi che vide ch'io non mi partiva,
                                disse: ?Per altra via, per altri porti
                                verrai a piaggia, non qui, per passare:
                                pi? lieve legno convien che ti porti?.
                                E 'l duca lui: ?Caron, non ti crucciare:
                                vuolsi cos? col? dove si puote
                                ci? che si vuole, e pi? non dimandare?.
                                Quinci fuor quete le lanose gote
                                al nocchier de la livida palude,
                                che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.
                                Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude,
                                cangiar colore e dibattero i denti,
                                ratto che 'nteser le parole crude.
                                Bestemmiavano *** e lor parenti,
                                l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme
                                di lor semenza e di lor nascimenti.
                                Poi si ritrasser tutte quante insieme,
                                forte piangendo, a la riva malvagia
                                ch'attende ciascun uom che *** non teme.
                                Caron dimonio, con occhi di bragia,
                                loro accennando, tutte le raccoglie;
                                batte col remo qualunque s'adagia.
                                Come d'autunno si levan le foglie
                                l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
                                vede a la terra tutte le sue spoglie,
                                similemente il mal seme d'Adamo
                                gittansi di quel lito ad una ad una,
                                per cenni come augel per suo richiamo.
                                Cos? sen vanno su per l'onda bruna,
                                e avanti che sien di l? discese,
                                anche di qua nuova schiera s'auna.
                                ?Figliuol mio?, disse 'l maestro cortese,
                                ?quelli che muoion ne l'ira di ***
                                tutti convegnon qui d'ogne paese:
                                e pronti sono a trapassar lo rio,
                                ch? la divina giustizia li sprona,
                                s? che la tema si volve in disio.
                                Quinci non passa mai anima buona;
                                e per?, se Caron di te si lagna,
                                ben puoi sapere omai che 'l suo dir suona?.
                                Finito questo, la buia campagna
                                trem? s? forte, che de lo spavento
                                la mente di sudore ancor mi bagna.
                                La terra lagrimosa diede vento,
                                che balen? una luce vermiglia
                                la qual mi vinse ciascun sentimento;
                                e caddi come l'uom cui sonno piglia.

                                Lo giorno se n?andava, e l?aere bruno
                                toglieva li animai che sono in terra
                                da le fatiche loro; e io sol uno
                                m?apparecchiava a sostener la guerra
                                s? del cammino e s? de la pietate,
                                che ritrarr? la mente che non erra.
                                O muse, o alto ingegno, or m?aiutate;
                                o mente che scrivesti ci? ch?io vidi,
                                qui si parr? la tua nobilitate.
                                Io cominciai: ?Poeta che mi guidi,
                                guarda la mia virt? s?ell?? possente,
                                prima ch?a l?alto passo tu mi fidi.
                                Tu dici che di Silvio il parente,
                                corruttibile ancora, ad immortale
                                secolo and?, e fu sensibilmente.
                                Per?, se l?avversario d?ogne male
                                cortese i fu, pensando l?alto effetto
                                ch?uscir dovea di lui e ?l chi e ?l quale,
                                non pare indegno ad omo d?intelletto;
                                ch?e? fu de l?alma Roma e di suo impero
                                ne l?empireo ciel per padre eletto:
                                la quale e ?l quale, a voler dir lo vero,
                                fu stabilita per lo loco santo
                                u? siede il successor del maggior Piero.
                                Per quest?andata onde li dai tu vanto,
                                intese cose che furon cagione
                                di sua vittoria e del papale ammanto.
                                Andovvi poi lo Vas d?elezione,
                                per recarne conforto a quella fede
                                ch?? principio a la via di salvazione.
                                Ma io perch? venirvi? o chi ?l concede?
                                Io non Enea, io non Paulo sono:
                                me degno a ci? n? io n? altri ?l crede.
                                Per che, se del venire io m?abbandono,
                                temo che la venuta non sia folle.
                                Se? savio; intendi me? ch?i? non ragiono?.
                                E qual ? quei che disvuol ci? che volle
                                e per novi pensier cangia proposta,
                                s? che dal cominciar tutto si tolle,
                                tal mi fec?io ?n quella oscura costa,
                                perch?, pensando, consumai la ?mpresa
                                che fu nel cominciar cotanto tosta.
                                ?S?i? ho ben la parola tua intesa?,
                                rispuose del magnanimo quell?ombra;
                                ?l?anima tua ? da viltade offesa;
                                la qual molte fiate l?omo ingombra
                                s? che d?onrata impresa lo rivolve,
                                come falso veder bestia quand?ombra.
                                Da questa tema acci? che tu ti solve,
                                dirotti perch?io venni e quel ch?io ?ntesi
                                nel primo punto che di te mi dolve.
                                Io era tra color che son sospesi,
                                e donna mi chiam? beata e bella,
                                tal che di comandare io la richiesi.
                                Lucevan li occhi suoi pi? che la stella;
                                e cominciommi a dir soave e piana,
                                con angelica voce, in sua favella:
                                "O anima cortese mantoana,
                                di cui la fama ancor nel mondo dura,
                                e durer? quanto ?l mondo lontana,
                                l?amico mio, e non de la ventura,
                                ne la diserta piaggia ? impedito
                                s? nel cammin, che volt?? per paura;
                                e temo che non sia gi? s? smarrito,
                                ch?io mi sia tardi al soccorso levata,
                                per quel ch?i? ho di lui nel cielo udito.
                                Or movi, e con la tua parola ornata
                                e con ci? c?ha mestieri al suo campare
                                l?aiuta, s? ch?i? ne sia consolata.
                                I? son Beatrice che ti faccio andare;
                                vegno del loco ove tornar disio;
                                amor mi mosse, che mi fa parlare.
                                Quando sar? dinanzi al segnor mio,
                                di te mi loder? sovente a lui".
                                Tacette allora, e poi comincia? io:
                                "O donna di virt?, sola per cui
                                l?umana spezie eccede ogne contento
                                di quel ciel c?ha minor li cerchi sui,
                                tanto m?aggrada il tuo comandamento,
                                che l?ubidir, se gi? fosse, m?? tardi;
                                pi? non t?? uopo aprirmi il tuo talento.
                                Ma dimmi la cagion che non ti guardi
                                de lo scender qua giuso in questo centro
                                de l?ampio loco ove tornar tu ardi".
                                "Da che tu vuo? saver cotanto a dentro,
                                dirotti brievemente", mi rispuose,
                                "perch?io non temo di venir qua entro.
                                Temer si dee di sole quelle cose
                                c?hanno potenza di fare altrui male;
                                de l?altre no, ch? non son paurose.
                                I? son fatta da ***, sua merc?, tale,
                                che la vostra miseria non mi tange,
                                n? fiamma d?esto incendio non m?assale.
                                Donna ? gentil nel ciel che si compiange
                                di questo ?mpedimento ov?io ti mando,
                                s? che duro giudicio l? s? frange...
                                ...



                                AHO' ALA, ADESSO DEVO TENERE OCCUPATE LE MANI, ACCIDENTI A TE!!!!!!!!!!!!!!!!!! :

                                :eek2::eek2::eek2:

                                P.S.: Comunque, cercando su internet, ? stata la prima foto che ho addocchiato...

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