PALERMO (Reuters) - La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato beni appartenenti ad alcuni boss di Cosa Nostra per un valore complessivo di quasi 309 milioni di euro, in quello che il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha definito un "colpo durissimo che vale almeno quanto la cattura di un grande boss".
Lo hanno riferito le stesse Fiamme gialle in una nota, precisando che l'operazione ? stata condotta dal Nucleo di polizia tributaria di Palermo.
"E' un colpo durissimo, che vale probabilmente quanto la cattura di un grande boss e forse di pi?. Sono convinto che questa sia la strategia vincente: sottrarre alla mafia i suoi beni significa colpirla nei suoi organi vitali, mettendone in crisi tutta l'organizzazione", ha detto il ministro dimissionario in una nota.
Secondo quanto riferito, i giudici hanno disposto in tutto sei provvedimenti di sequestro per 14 societ?, 102 immobili, 10 automobili e una quarantina tra rapporti bancari e polizze assicurative.
Nel corso di una conferenza stampa, gli investigatori hanno spiegato che i beni sequestrati sono riconducibili ad alcuni indiziati mafiosi tra cui Filippo Guttadauro -- cognato del latitante Matteo Messina Denaro --, Vincenzo Pipitone, considerato il capomafia di Carini, gli imprenditori Angelo e Pietro Parisi -- vicini al boss Antonino Rotolo, arrestato nel giugno 2006 e coinvolto dal provvedimento --, Giovanni Nicoletti, affiliato della Noce, Francesco Inzerillo, della famiglia di Boccadifalco e Calogero Caruso, reggente della cosca di Torretta.
Gli inquirenti hanno precisato che i beni sequestrati oggi al boss Rotolo erano gi? stati confiscati con una decisione adottata il 21 gennaio dal gup Piergiorgio Morosini. "Il provvedimento di oggi costituisce -- secondo quanto riferito -- una sorta di `doppio catenaccio' sui beni del capomafia di Pagliarelli".
Le indagini sono state condotte dal Gico della guardia di finanza e coordinate dalla Procura di Palermo.
MA IN PAROLE POVERE STI' SORDI COME VENGONO INVESTITI????
Lo hanno riferito le stesse Fiamme gialle in una nota, precisando che l'operazione ? stata condotta dal Nucleo di polizia tributaria di Palermo.
"E' un colpo durissimo, che vale probabilmente quanto la cattura di un grande boss e forse di pi?. Sono convinto che questa sia la strategia vincente: sottrarre alla mafia i suoi beni significa colpirla nei suoi organi vitali, mettendone in crisi tutta l'organizzazione", ha detto il ministro dimissionario in una nota.
Secondo quanto riferito, i giudici hanno disposto in tutto sei provvedimenti di sequestro per 14 societ?, 102 immobili, 10 automobili e una quarantina tra rapporti bancari e polizze assicurative.
Nel corso di una conferenza stampa, gli investigatori hanno spiegato che i beni sequestrati sono riconducibili ad alcuni indiziati mafiosi tra cui Filippo Guttadauro -- cognato del latitante Matteo Messina Denaro --, Vincenzo Pipitone, considerato il capomafia di Carini, gli imprenditori Angelo e Pietro Parisi -- vicini al boss Antonino Rotolo, arrestato nel giugno 2006 e coinvolto dal provvedimento --, Giovanni Nicoletti, affiliato della Noce, Francesco Inzerillo, della famiglia di Boccadifalco e Calogero Caruso, reggente della cosca di Torretta.
Gli inquirenti hanno precisato che i beni sequestrati oggi al boss Rotolo erano gi? stati confiscati con una decisione adottata il 21 gennaio dal gup Piergiorgio Morosini. "Il provvedimento di oggi costituisce -- secondo quanto riferito -- una sorta di `doppio catenaccio' sui beni del capomafia di Pagliarelli".
Le indagini sono state condotte dal Gico della guardia di finanza e coordinate dalla Procura di Palermo.
MA IN PAROLE POVERE STI' SORDI COME VENGONO INVESTITI????



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