Per non dimenticare visto che il mondo del calcio gi? lo ha fatto......
Vi allego una mail ricevuta da un AMICO che fa servizio a Roma....
"Catania, stadio Massimino, quello che una volta era il "Cibali", partita di
calcio Catania - Palermo. Risultato finale... un poliziotto ammazzato, Filippo
Raciti di 38 anni, Ispettore Capo in servizio al Reparto Mobile di Catania,
lascia una vedova e due figli, Fabiana e Alessio di 15 e 9 anni. Tutto
normale, consueto, ? morto un umile servitore dello stato per una partita di
pallone, e come dice Matarrese: "Ci pu? stare.." Beh, uno come Matarrese
dovrebbe vergognarsi, come dovrebbero vergognarsi tutti quegli imbecilli che
domenica scorsa allo stadio Olimpico di Roma, durante il minuto di
raccoglimento in onore di Raciti, si sono voltati di spalle ed hanno
cominciato a fischiare. Tutto questo succede a Roma, "culla della civilt?" e
caput mundi, e tutto questo fa vergognare anche me che in questa citt? sono
nato. Tutte le parole di circostanza che sono state sprecate nei giorni
successivi alla tragedia, sono la testimonianza che la morte di un uomo, di un
poliziotto nell'adempimento del suo dovere, riempie la bocca ad una non esigua
schiera di stolti opportunisti. Mi domando perch? davanti alla morte di un
"celerino" non si debba portare rispetto, e perch? mai un minuto di silenzio e
di raccoglimento in Italia debba diventare l'ennesima occasione sprecata per
molti idioti di stare zitti, di riflettere, e di pensare come mai si possa
morire per una partita di calcio, fuori dallo stadio, in una scena da
guerriglia urbana in cui volano pietre, bastoni, pezzi di cemento. Un uomo
muore colpito da una pietra e poi stordito da un petardo, e la corsa in
ambulanza non lo salver?; e davanti ad una rappresentazione cos? tragica,
incredibile, c'? gente che fischia in segno di protesta contro quella divisa,
contro chi cerca con pochi mezzi a disposizione di difendere una situazione di
ordine pubblico insostenibile. Le immagini della battaglia di Catania mostrano
simbolicamente due fuoristrada della Polizia che, isolati, cercano di evitare
il peggio in mezzo ad una piazza presa d'assalto da un branco di gente che,
davvero, con lo sport non ha niente a che vedere... ma dove stavano i
responsabili dell'ordine pubblico, i dirigenti, come ? stato possibile che da
quelle immagini l'unica sensazione che si avverte ? la mancanza dello Stato?
Ma ora il problema sar? risolto, basteranno i tornelli agli ingressi, steward
professionisti all'interno degli impianti, et voil?! Tutto bene, tutto normale
e si ripartir? di nuovo, coi soliti buoni propositi, con la chimera degli
impianti a norma, il "modello inglese", tanto decantato ma in effetti poco
conosciuto da quelli che ci si riempiono la bocca... E cosa succede dulcis in
fundo? Dei vigliacchi fischiano la morte di un uomo solo perch? era un
poliziotto, un infame, da non rispettare, e tutto questo nella mia citt?... La
vergogna ? tanta per me caro Alessio, tu che ai funerali di tuo padre hai
indossato la divisa con orgoglio, e che al passaggio della sua bara ti sei
messo sugli attenti; non immagini quanto mi vergogni in questo momento di
essere romano, come quegli inetti che hanno girato le spalle non al campo, ma
a tuo padre, lui s? un Uomo, non un vile come quegli esseri inutili. Quei
personaggi, sappilo, non avrebbero mai il coraggio di incrociarti lo sguardo,
sono dei rifiuti di una societ? che utilizza la partita di calcio come
pretesto per sfogare le proprie insoddisfazioni, o meglio la frustrazione
causata dalla loro incapacit?, dalla consapevolezza dela loro inutilit?. Ecco
chi sono questi signori piccolo Alessio, che non sanno nemmeno portare il
rispetto per un morto, solo perch? il "celerino" ? un nemico da distruggere.
Se solo sapessero, questi uomini d'onore, che anche in guerra si rispettano i
morti... ma che ne sanno, che ne sanno che ora dovrai diventare ancora pi?
forte per necessit?, e soprattutto che ne sanno che probabilmente non sarai
pi? solo un bambino di nove anni, ma sarai costretto a diventare uomo
anzitempo, per sorreggere tua madre e tua sorella Fabiana?
Non illuderti Alessio, non credere alle belle parole che ora i rappresentanti
dello stato tirano fuori in nome di tuo padre, soltanto Tu saprai onorarlo
sempre, senza bisogno di fanfare e cerimonie ufficiali; il lavoro che faceva
tuo padre ? difficile, usurante, non ti gratifica... Eppure molti come Lui lo
fanno per passione, e se ne fregano se magari ? poco retribuito, se la
domenica ti costringe a non stare coi tuoi cari. Non importa se poi ti tirano
pietre, bastoni, non importa... e se poi un poliziotto ci rimette le penne,
beh, come dice qualcuno ci pu? anche stare.
Perdonaci ancora piccolo Alessio, e porta sempre in alto il nome di tuo padre
Filippo, un poliziotto vero morto nel mezzo di una "guerra" combattuta fuori
ad uno stadio di calcio. Tu s?, che con lo sguardo fiero e con quella divisa,
potresti insegnare a questi galantuomini cosa significa l'onore, il rispetto..
Sii forte ragazzo mio, sii forte davvero..
Un poliziotto?
Vi allego una mail ricevuta da un AMICO che fa servizio a Roma....
"Catania, stadio Massimino, quello che una volta era il "Cibali", partita di
calcio Catania - Palermo. Risultato finale... un poliziotto ammazzato, Filippo
Raciti di 38 anni, Ispettore Capo in servizio al Reparto Mobile di Catania,
lascia una vedova e due figli, Fabiana e Alessio di 15 e 9 anni. Tutto
normale, consueto, ? morto un umile servitore dello stato per una partita di
pallone, e come dice Matarrese: "Ci pu? stare.." Beh, uno come Matarrese
dovrebbe vergognarsi, come dovrebbero vergognarsi tutti quegli imbecilli che
domenica scorsa allo stadio Olimpico di Roma, durante il minuto di
raccoglimento in onore di Raciti, si sono voltati di spalle ed hanno
cominciato a fischiare. Tutto questo succede a Roma, "culla della civilt?" e
caput mundi, e tutto questo fa vergognare anche me che in questa citt? sono
nato. Tutte le parole di circostanza che sono state sprecate nei giorni
successivi alla tragedia, sono la testimonianza che la morte di un uomo, di un
poliziotto nell'adempimento del suo dovere, riempie la bocca ad una non esigua
schiera di stolti opportunisti. Mi domando perch? davanti alla morte di un
"celerino" non si debba portare rispetto, e perch? mai un minuto di silenzio e
di raccoglimento in Italia debba diventare l'ennesima occasione sprecata per
molti idioti di stare zitti, di riflettere, e di pensare come mai si possa
morire per una partita di calcio, fuori dallo stadio, in una scena da
guerriglia urbana in cui volano pietre, bastoni, pezzi di cemento. Un uomo
muore colpito da una pietra e poi stordito da un petardo, e la corsa in
ambulanza non lo salver?; e davanti ad una rappresentazione cos? tragica,
incredibile, c'? gente che fischia in segno di protesta contro quella divisa,
contro chi cerca con pochi mezzi a disposizione di difendere una situazione di
ordine pubblico insostenibile. Le immagini della battaglia di Catania mostrano
simbolicamente due fuoristrada della Polizia che, isolati, cercano di evitare
il peggio in mezzo ad una piazza presa d'assalto da un branco di gente che,
davvero, con lo sport non ha niente a che vedere... ma dove stavano i
responsabili dell'ordine pubblico, i dirigenti, come ? stato possibile che da
quelle immagini l'unica sensazione che si avverte ? la mancanza dello Stato?
Ma ora il problema sar? risolto, basteranno i tornelli agli ingressi, steward
professionisti all'interno degli impianti, et voil?! Tutto bene, tutto normale
e si ripartir? di nuovo, coi soliti buoni propositi, con la chimera degli
impianti a norma, il "modello inglese", tanto decantato ma in effetti poco
conosciuto da quelli che ci si riempiono la bocca... E cosa succede dulcis in
fundo? Dei vigliacchi fischiano la morte di un uomo solo perch? era un
poliziotto, un infame, da non rispettare, e tutto questo nella mia citt?... La
vergogna ? tanta per me caro Alessio, tu che ai funerali di tuo padre hai
indossato la divisa con orgoglio, e che al passaggio della sua bara ti sei
messo sugli attenti; non immagini quanto mi vergogni in questo momento di
essere romano, come quegli inetti che hanno girato le spalle non al campo, ma
a tuo padre, lui s? un Uomo, non un vile come quegli esseri inutili. Quei
personaggi, sappilo, non avrebbero mai il coraggio di incrociarti lo sguardo,
sono dei rifiuti di una societ? che utilizza la partita di calcio come
pretesto per sfogare le proprie insoddisfazioni, o meglio la frustrazione
causata dalla loro incapacit?, dalla consapevolezza dela loro inutilit?. Ecco
chi sono questi signori piccolo Alessio, che non sanno nemmeno portare il
rispetto per un morto, solo perch? il "celerino" ? un nemico da distruggere.
Se solo sapessero, questi uomini d'onore, che anche in guerra si rispettano i
morti... ma che ne sanno, che ne sanno che ora dovrai diventare ancora pi?
forte per necessit?, e soprattutto che ne sanno che probabilmente non sarai
pi? solo un bambino di nove anni, ma sarai costretto a diventare uomo
anzitempo, per sorreggere tua madre e tua sorella Fabiana?
Non illuderti Alessio, non credere alle belle parole che ora i rappresentanti
dello stato tirano fuori in nome di tuo padre, soltanto Tu saprai onorarlo
sempre, senza bisogno di fanfare e cerimonie ufficiali; il lavoro che faceva
tuo padre ? difficile, usurante, non ti gratifica... Eppure molti come Lui lo
fanno per passione, e se ne fregano se magari ? poco retribuito, se la
domenica ti costringe a non stare coi tuoi cari. Non importa se poi ti tirano
pietre, bastoni, non importa... e se poi un poliziotto ci rimette le penne,
beh, come dice qualcuno ci pu? anche stare.
Perdonaci ancora piccolo Alessio, e porta sempre in alto il nome di tuo padre
Filippo, un poliziotto vero morto nel mezzo di una "guerra" combattuta fuori
ad uno stadio di calcio. Tu s?, che con lo sguardo fiero e con quella divisa,
potresti insegnare a questi galantuomini cosa significa l'onore, il rispetto..
Sii forte ragazzo mio, sii forte davvero..
Un poliziotto?
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