Questo articolo ? datato novembre 2019 dunque possiamo ritenerlo pi? neutro nei giudizi e nei contenuti rispetto agli attuali dopo che ? stata liberata nei modi e con i costi che ormai conosciamo.
Dunque, nel suo essere neutro ( quindi non di parte) e lucido, mette in luce delle questioni interessanti da leggere che ad oggi invece potrebbero per qualche motivo essere omesse....
Silvia non era una cooperante e neppure una volontaria
Silvia Romano, non era una cooperante, come molti mezzi d?informazione l?hanno definita e ? a essere precisi ? non era neppure una volontaria. Era una ragazza ventitreenne, certamente provvista di nobili motivazioni, che la spingevano a portare sollievo nel regno dell?indigenza, cos? come le era stato prefigurato. Nel prendere questa decisione, si era affidata a una Onlus italiana, nella quale aveva riposto la propria fiducia, ma quella Onlus l?aveva indotta a commettere il primo errore: non era entrata in Kenya dichiarando i suoi scopi di volontariato e assoggettandosi alle norme che tale qualifica comportava. Era entrata con un semplice visto turistico che non le consentiva altro che dedicarsi ad attivit? esclusivamente vacanziere.
Qualunque funzione, lei avesse quindi svolto in ambito umanitario, si sarebbe svolta in forma illegale. Del resto questo rischio le era noto, perch? da informazioni raccolte, Silvia, nel suo precedente viaggio in Kenya, sempre come volontaria, era gi? stata minacciata di arresto proprio per il suo status irregolare.
Quali erano i compiti dei volontari a Chakama?
Comunque sia, quali compiti erano stati assegnati a Silvia, inviandola nella remota localit? di Chakama, nel bel mezzo del nulla? Ancora oggi, a distanza di un anno dal suo rapimento, non si riesce a saperlo con precisione e l?unico incarico che pare confermato, era quello di ?far giocare i bambini? nei pressi della sede keniana della Onlus in questione; un fatiscente fabbricato gestito in condivisione con altre utenze. E? questo lo scenario in cui Silvia ? stata aggredita e sequestrata per uno scopo che resta ancora oscuro. Ma proviamo ad approfondire le circostanze e le reali motivazioni che hanno portato la giovane a Chakama e quindi a confrontarsi con lo sventurato evento di cui ? stata vittima.
I progetti della Onlus ?Africa Milele?
La Onlus da cui Silvia era stata reclutata ? Africa Milele (in lingua swahili: ?Africa per sempre?) con sede a Fano, nelle Marche. La sua presidente ? Lilian Sora, una donna che aveva fatto il suo esordio in Kenya nel 2009, in occasione del viaggio di nozze con il marito Luca Lombardo. Tre anni dopo, Lilian Sora decide di fondare la sua onlus con molti ambiziosi progetti per aiutare lo sviluppo di quell?Africa che aveva conosciuto e da cui era rimasta affascinata. L?oggetto di questo nobile proposito, sono naturalmente i bambini; gli innocenti, gli indifesi, quelli che scaldano il cuore di ogni essere dotato di umana solidariet?. Vengono quindi pianificate iniziative in ausilio alle piccole creature dell?Africa: la loro salute, l?igiene personale, l?alimentazione e soprattutto la scuola, irrinunciabile fucina in cui si forgiano i valori fondanti dell?auto-emancipazione.
Ma quale uso ? stato fatto dei fondi raccolti?
Ma quanti di questi progetti saranno poi effettivamente realizzati?
Ben pochi, a quanto riferiscono alcuni finanziatori di Africa Milele.
Perch?? Che cosa l?ha impedito?
Le informazioni raccolte in proposito non appaiono del tutto edificanti nei confronti della presidente della Onlus in questione. Pare, infatti, che Lilian Sora, nei suoi frequenti viaggi in Kenya, successivi alla costituzione di Africa Milele, si sia invaghita di un aitante masai di nome Joseph e si sia unita a lui ponendo termine al precedente matrimonio con Luca Lombardo.
Fin qui, naturalmente, nulla da dire. Si tratta di una scelta assolutamente legittima e del tutto personale. Cosa che invece, appare un po? meno legittima e ancor meno personale, ? che al suo nuovo compagno, Lilian Sora abbia attribuito la qualifica di ?Responsabile della sede di Chakama?, con uno stipendio stimato in quattrocento euro mensili e la dotazione di una motocicletta per uso personale. Potrebbe non sembrare molto, ma se si pensa che un salario medio in Kenya, resta di norma ben al disotto dei cento euro mensili, si pu? comprendere il valore contestuale delle prebende riconosciute al nostro Joseph.
?Io sono la presidente e faccio ci? che voglio!?
Tuttavia, anche questo generoso riconoscimento, resterebbe ineccepibile se fosse stato realizzato con i fondi personali di Lilian Sora, ma, stando a quanto riferiscono gli sponsor di Africa Milele, le spese suddette venivano addebitate all?associazione, a discapito di quelle opere previste dai progetti deliberati, che non venivano cos? realizzate. Una di queste persone, che aveva promosso la raccolta fondi, in favore di quei progetti, ha riferito che, accertata la mancata realizzazione, si ? rivolta a Lilian Sora, chiedendole che uso avesse fatto di tali fondi. La risposta ottenuta a questa legittima domanda apparve, stando alla narrazione della nostra fonte, davvero lapidaria: ?Io sono la presidente e decido io che uso fare delle somme raccolte!?.
Che questa fosse o no la ragione, sta di fatto che, salvo il sostegno provvisto a qualche allievo per la retta scolastica e lo spazio dei giochi per bambini, nessun altro dei progetti ipotizzati, vedeva mai la luce in quel di Chakama. Inoltre, il masai Joseph, che doveva fornire assistenza e protezione a tutti i volontari che, come Silvia, facevano la loro esperienza in terra d?Africa, guarda caso, proprio nel momento in cui la giovane veniva sequestrata, lui si trovava altrove a bordo della propria motoretta.
A quale scopo Africa Milele continua la raccolta fondi?
Inoltre, sempre su segnalazione di non pochi sostenitori di Africa Milele ? oggi delusi e arrabbiati ? pare che Lilian Sora abbia interrotto il pagamento delle rette scolastiche che aveva garantito ad alcuni bambini di Chakama e questi bambini sono stati ora estromessi dalla frequenza alle lezioni. Perch? fossero riammessi, gli sponsor di Africa Milele ? che gi? si erano in precedenza tassati ? hanno dovuto procedere ad altri esborsi per garantire loro la prosecuzione degli studi. Eppure, stando a quanto appare sul suo sito ufficiale, la Onlus in questione continua a promuovere la raccolta fondi, sia attraverso la richiesta di offerte libere, sia attraverso l?opzione del cinque per mille. Che finalit? ha questa raccolta se Africa Milele ha, di fatto, interrotto l?assistenza che prestava a Chakama?
Nel rendiconto dell?anno scorso, Lilian Sora denuncia di aver raccolto fondi per 55.629 euro e di averne spesi 55.955 registrando un disavanzo di 326 euro. Tra le spese dichiarate, la voce di maggior rilievo ? di 45.975 euro, attribuiti al ?Sostegno progetti e attivit??. Quali ?progetti? e quali ?attivit??? Sarebbe davvero interessante conoscerne i dettagli, visto che a Chakama di ?realizzato? risulta ben poco, per non dire nulla. Tale somma, a conti fatti, costituisce un?entrata di circa ? 4.000,00 mensili, che se non destinati al sostegno di progetti in favore dei bambini risultano una buona entrata per la sopravvivenza di chi afferma di fare opere che invece non fa.
Intrallazzi mascherati da opere umanitarie
Una tra le cose pi? odiose che si possano compiere, ? quella di mascherare intrallazzi e speculazioni dietro le spesso indebitamente santificate ?Opere umanitarie?. A questa pratica indegna contribuisce anche lo sfoggio di un becero pseudo-intellettualismo che, ammantandosi di auto-conferiti valori morali, imbratta carte a pi? non posso per sublimare chi dell?assistenza umanitaria ? scaltramente riuscito a farne un lucroso mestiere. E? il caso, tra gli altri, del giornalista-scrittore Angelo Ferrari che, scopiazzando a destra e a manca negli archivi dei quotidiani italiani, se n?? uscito con il libro ?Silvia. Diario di un rapimento?.
Nella sua descrizione, Silvia ridiventa quella ?cooperante? che non ? mai stata, e questo dimostra l?abissale ignoranza dell?autore circa gli eventi che la riguardano. Ignoranza che, per?, sar? difficilmente rilevata, visto che il libro ? positivamente recensito da Giuseppe Civati (il promotore della ?Leopolda?). Ma la cosa che pi? sbalordisce di questa iniziativa ? che con la vendita del suo libro, Angelo Ferrari si propone di raccogliere fondi a favore di Africa Milele. S?, avete capito bene: proprio a favore di Lilian Sora e della sua Onlus che era gi? in disarmo e si vede ora gratificata da questa inaspettata generosit?.
I ?Turisti-volontari? di Africa Milele
Silvia non era l?unica ?Turista-volontaria? reclutata da Africa Milele. Come mostra la foto qui sopra, il flusso di giovani italiani, ben motivati a fare un?eccitante esperienza nel profondo disagio dell?Africa, erano parecchi. Ma la domanda da porsi ? un?altra: ?Cosa andavano a fare in Kenya??
Nessuno di loro, a quanto risulta, aveva competenze di natura medica o aveva comunque ricevuto una formazione per dedicarsi al volontariato vero e ? in ogni caso, come abbiamo visto ? a Chakama c?era ben poco da fare. Cos?, questi giovani, in cambio di un biglietto aereo a tariffa scontata, rilasciato grazie al loro temporaneo incarico di turisti-volontari, diventavano corrieri che, per conto di Africa Milele, trasportavano in Kenya, medicinali (non dichiarati alle autorit? sanitarie del Kenya) e chiss? che altro.
Turisti, volontari e corrieri
A chi erano destinati quei medicinali (non pochi dei quali erano scaduti)? Da dove provenivano e come erano stati ottenuti, visto che in Italia, senza ricetta, si pu? acquistare poco pi? di un?aspirina? Tra le altre cose, questi bagagli non pervenivano direttamente ad Africa Milele, ma venivano smistati presso il popolare ristorante-pizzeria di Malindi, Karen Blixen che, a quanto pare, collaborava in tandem con la Onlus di Lilian Sora, fornendo un?ampia serie di servizi, alcuni dei quali, di natura prettamente commerciale e non attinenti a opere umanitarie. Questo singolare rapporto, tra la Onlus di Fano e la Pizzeria di Malindi, apre altri interessanti scenari .
Quest?articolo (me ne rendo ben conto) non pu? essere di alcun aiuto per dipanare le oscure nubi che gravano (ahim?) sulla sorte di Silvia, ma il suo scopo e di evitare che altre Silvie cadano nella stessa, pericolosa illusione che in Africa tutto sia pi? facile e lecito. Non tutte le organizzazioni umanitarie che vi operano, sono realmente umanitarie. Purtroppo, alcune di queste agiscono solo per fare incetta di denaro o per sottrarsi a imbarazzanti situazioni lasciate in Patria e come ci proponiamo di dimostrare nelle prossime inchieste, sulla costa del Kenya, queste Onlus spurie abbondano oltre il tollerabile.
notizia da : Italiaettainfetta.it 19 novembre 2019 di Franco Nofori
Dunque, nel suo essere neutro ( quindi non di parte) e lucido, mette in luce delle questioni interessanti da leggere che ad oggi invece potrebbero per qualche motivo essere omesse....
Silvia non era una cooperante e neppure una volontaria
Silvia Romano, non era una cooperante, come molti mezzi d?informazione l?hanno definita e ? a essere precisi ? non era neppure una volontaria. Era una ragazza ventitreenne, certamente provvista di nobili motivazioni, che la spingevano a portare sollievo nel regno dell?indigenza, cos? come le era stato prefigurato. Nel prendere questa decisione, si era affidata a una Onlus italiana, nella quale aveva riposto la propria fiducia, ma quella Onlus l?aveva indotta a commettere il primo errore: non era entrata in Kenya dichiarando i suoi scopi di volontariato e assoggettandosi alle norme che tale qualifica comportava. Era entrata con un semplice visto turistico che non le consentiva altro che dedicarsi ad attivit? esclusivamente vacanziere.
Qualunque funzione, lei avesse quindi svolto in ambito umanitario, si sarebbe svolta in forma illegale. Del resto questo rischio le era noto, perch? da informazioni raccolte, Silvia, nel suo precedente viaggio in Kenya, sempre come volontaria, era gi? stata minacciata di arresto proprio per il suo status irregolare.
Quali erano i compiti dei volontari a Chakama?
Comunque sia, quali compiti erano stati assegnati a Silvia, inviandola nella remota localit? di Chakama, nel bel mezzo del nulla? Ancora oggi, a distanza di un anno dal suo rapimento, non si riesce a saperlo con precisione e l?unico incarico che pare confermato, era quello di ?far giocare i bambini? nei pressi della sede keniana della Onlus in questione; un fatiscente fabbricato gestito in condivisione con altre utenze. E? questo lo scenario in cui Silvia ? stata aggredita e sequestrata per uno scopo che resta ancora oscuro. Ma proviamo ad approfondire le circostanze e le reali motivazioni che hanno portato la giovane a Chakama e quindi a confrontarsi con lo sventurato evento di cui ? stata vittima.
I progetti della Onlus ?Africa Milele?
La Onlus da cui Silvia era stata reclutata ? Africa Milele (in lingua swahili: ?Africa per sempre?) con sede a Fano, nelle Marche. La sua presidente ? Lilian Sora, una donna che aveva fatto il suo esordio in Kenya nel 2009, in occasione del viaggio di nozze con il marito Luca Lombardo. Tre anni dopo, Lilian Sora decide di fondare la sua onlus con molti ambiziosi progetti per aiutare lo sviluppo di quell?Africa che aveva conosciuto e da cui era rimasta affascinata. L?oggetto di questo nobile proposito, sono naturalmente i bambini; gli innocenti, gli indifesi, quelli che scaldano il cuore di ogni essere dotato di umana solidariet?. Vengono quindi pianificate iniziative in ausilio alle piccole creature dell?Africa: la loro salute, l?igiene personale, l?alimentazione e soprattutto la scuola, irrinunciabile fucina in cui si forgiano i valori fondanti dell?auto-emancipazione.
Ma quale uso ? stato fatto dei fondi raccolti?
Ma quanti di questi progetti saranno poi effettivamente realizzati?
Ben pochi, a quanto riferiscono alcuni finanziatori di Africa Milele.
Perch?? Che cosa l?ha impedito?
Le informazioni raccolte in proposito non appaiono del tutto edificanti nei confronti della presidente della Onlus in questione. Pare, infatti, che Lilian Sora, nei suoi frequenti viaggi in Kenya, successivi alla costituzione di Africa Milele, si sia invaghita di un aitante masai di nome Joseph e si sia unita a lui ponendo termine al precedente matrimonio con Luca Lombardo.
Fin qui, naturalmente, nulla da dire. Si tratta di una scelta assolutamente legittima e del tutto personale. Cosa che invece, appare un po? meno legittima e ancor meno personale, ? che al suo nuovo compagno, Lilian Sora abbia attribuito la qualifica di ?Responsabile della sede di Chakama?, con uno stipendio stimato in quattrocento euro mensili e la dotazione di una motocicletta per uso personale. Potrebbe non sembrare molto, ma se si pensa che un salario medio in Kenya, resta di norma ben al disotto dei cento euro mensili, si pu? comprendere il valore contestuale delle prebende riconosciute al nostro Joseph.
?Io sono la presidente e faccio ci? che voglio!?
Tuttavia, anche questo generoso riconoscimento, resterebbe ineccepibile se fosse stato realizzato con i fondi personali di Lilian Sora, ma, stando a quanto riferiscono gli sponsor di Africa Milele, le spese suddette venivano addebitate all?associazione, a discapito di quelle opere previste dai progetti deliberati, che non venivano cos? realizzate. Una di queste persone, che aveva promosso la raccolta fondi, in favore di quei progetti, ha riferito che, accertata la mancata realizzazione, si ? rivolta a Lilian Sora, chiedendole che uso avesse fatto di tali fondi. La risposta ottenuta a questa legittima domanda apparve, stando alla narrazione della nostra fonte, davvero lapidaria: ?Io sono la presidente e decido io che uso fare delle somme raccolte!?.
Che questa fosse o no la ragione, sta di fatto che, salvo il sostegno provvisto a qualche allievo per la retta scolastica e lo spazio dei giochi per bambini, nessun altro dei progetti ipotizzati, vedeva mai la luce in quel di Chakama. Inoltre, il masai Joseph, che doveva fornire assistenza e protezione a tutti i volontari che, come Silvia, facevano la loro esperienza in terra d?Africa, guarda caso, proprio nel momento in cui la giovane veniva sequestrata, lui si trovava altrove a bordo della propria motoretta.
A quale scopo Africa Milele continua la raccolta fondi?
Inoltre, sempre su segnalazione di non pochi sostenitori di Africa Milele ? oggi delusi e arrabbiati ? pare che Lilian Sora abbia interrotto il pagamento delle rette scolastiche che aveva garantito ad alcuni bambini di Chakama e questi bambini sono stati ora estromessi dalla frequenza alle lezioni. Perch? fossero riammessi, gli sponsor di Africa Milele ? che gi? si erano in precedenza tassati ? hanno dovuto procedere ad altri esborsi per garantire loro la prosecuzione degli studi. Eppure, stando a quanto appare sul suo sito ufficiale, la Onlus in questione continua a promuovere la raccolta fondi, sia attraverso la richiesta di offerte libere, sia attraverso l?opzione del cinque per mille. Che finalit? ha questa raccolta se Africa Milele ha, di fatto, interrotto l?assistenza che prestava a Chakama?
Nel rendiconto dell?anno scorso, Lilian Sora denuncia di aver raccolto fondi per 55.629 euro e di averne spesi 55.955 registrando un disavanzo di 326 euro. Tra le spese dichiarate, la voce di maggior rilievo ? di 45.975 euro, attribuiti al ?Sostegno progetti e attivit??. Quali ?progetti? e quali ?attivit??? Sarebbe davvero interessante conoscerne i dettagli, visto che a Chakama di ?realizzato? risulta ben poco, per non dire nulla. Tale somma, a conti fatti, costituisce un?entrata di circa ? 4.000,00 mensili, che se non destinati al sostegno di progetti in favore dei bambini risultano una buona entrata per la sopravvivenza di chi afferma di fare opere che invece non fa.
Intrallazzi mascherati da opere umanitarie
Una tra le cose pi? odiose che si possano compiere, ? quella di mascherare intrallazzi e speculazioni dietro le spesso indebitamente santificate ?Opere umanitarie?. A questa pratica indegna contribuisce anche lo sfoggio di un becero pseudo-intellettualismo che, ammantandosi di auto-conferiti valori morali, imbratta carte a pi? non posso per sublimare chi dell?assistenza umanitaria ? scaltramente riuscito a farne un lucroso mestiere. E? il caso, tra gli altri, del giornalista-scrittore Angelo Ferrari che, scopiazzando a destra e a manca negli archivi dei quotidiani italiani, se n?? uscito con il libro ?Silvia. Diario di un rapimento?.
Nella sua descrizione, Silvia ridiventa quella ?cooperante? che non ? mai stata, e questo dimostra l?abissale ignoranza dell?autore circa gli eventi che la riguardano. Ignoranza che, per?, sar? difficilmente rilevata, visto che il libro ? positivamente recensito da Giuseppe Civati (il promotore della ?Leopolda?). Ma la cosa che pi? sbalordisce di questa iniziativa ? che con la vendita del suo libro, Angelo Ferrari si propone di raccogliere fondi a favore di Africa Milele. S?, avete capito bene: proprio a favore di Lilian Sora e della sua Onlus che era gi? in disarmo e si vede ora gratificata da questa inaspettata generosit?.
I ?Turisti-volontari? di Africa Milele
Silvia non era l?unica ?Turista-volontaria? reclutata da Africa Milele. Come mostra la foto qui sopra, il flusso di giovani italiani, ben motivati a fare un?eccitante esperienza nel profondo disagio dell?Africa, erano parecchi. Ma la domanda da porsi ? un?altra: ?Cosa andavano a fare in Kenya??
Nessuno di loro, a quanto risulta, aveva competenze di natura medica o aveva comunque ricevuto una formazione per dedicarsi al volontariato vero e ? in ogni caso, come abbiamo visto ? a Chakama c?era ben poco da fare. Cos?, questi giovani, in cambio di un biglietto aereo a tariffa scontata, rilasciato grazie al loro temporaneo incarico di turisti-volontari, diventavano corrieri che, per conto di Africa Milele, trasportavano in Kenya, medicinali (non dichiarati alle autorit? sanitarie del Kenya) e chiss? che altro.
Turisti, volontari e corrieri
A chi erano destinati quei medicinali (non pochi dei quali erano scaduti)? Da dove provenivano e come erano stati ottenuti, visto che in Italia, senza ricetta, si pu? acquistare poco pi? di un?aspirina? Tra le altre cose, questi bagagli non pervenivano direttamente ad Africa Milele, ma venivano smistati presso il popolare ristorante-pizzeria di Malindi, Karen Blixen che, a quanto pare, collaborava in tandem con la Onlus di Lilian Sora, fornendo un?ampia serie di servizi, alcuni dei quali, di natura prettamente commerciale e non attinenti a opere umanitarie. Questo singolare rapporto, tra la Onlus di Fano e la Pizzeria di Malindi, apre altri interessanti scenari .
Quest?articolo (me ne rendo ben conto) non pu? essere di alcun aiuto per dipanare le oscure nubi che gravano (ahim?) sulla sorte di Silvia, ma il suo scopo e di evitare che altre Silvie cadano nella stessa, pericolosa illusione che in Africa tutto sia pi? facile e lecito. Non tutte le organizzazioni umanitarie che vi operano, sono realmente umanitarie. Purtroppo, alcune di queste agiscono solo per fare incetta di denaro o per sottrarsi a imbarazzanti situazioni lasciate in Patria e come ci proponiamo di dimostrare nelle prossime inchieste, sulla costa del Kenya, queste Onlus spurie abbondano oltre il tollerabile.
notizia da : Italiaettainfetta.it 19 novembre 2019 di Franco Nofori
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