...da moto.it ... qui riporto qualche domanda interessante, ma ? da leggerlo tutto!! andate al link!
Tra i tecnici del comparto due ruote che hanno maggiormente lasciato il segno negli ultimi decenni, una posizione di rilievo la merita sicuramente Mariano Fioravanzo, basti dire che ha progettato tanto la RSV due cilindri, che la RSV4. Queste due moto sono per? solo le perle di una carriera svoltasi interamente tra Laverda ed Aprilia; anche ora che sarebbe ufficialmente in pensione, Fioravanzo (che ha sempre risieduto a Breganze) non ha abbandonato le due ruote, essendo diventato consulente della Ohvale, dove vengono prodotte delle interessanti minimoto, delle quali abbiamo gi? parlato (leggi l'articolo) e che presto saranno commercializzate. Oltretutto attorno al progetto Ohvale si ? ricomposta l?esplosiva coppia Fioravanzo-Pellizzon (leggi l'intervista), essendovi coinvolto anche ?Caio?, il mitico ex collaudatore di tutte le Aprilia.
Forse meno conosciuto al pubblico motociclistico di altri colleghi a causa del suo carattere riservato, Fioravanzo (che nel 2008 ha giustamente ottenuto l?onorificenza di Maestro del Lavoro) ? un grande personaggio, follemente innamorato delle motociclette e con una preparazione, seriet? e dedizione esemplari, condite da buon senso e umorismo.
...
Nel 1986 passasti in Aprilia; quale fu il tuo primo impegno?
?Il mio primo progetto completo fu la BMW F650, che veniva realizzata da Aprilia per la casa tedesca. Contrariamente a quanto si pensa, non era assolutamente un Pegaso ricarrozzato, in quanto vantava moltissime diversit? tecniche, a cominciare dal propulsore a 4 valvole in luogo di 5 ed il telaio monolitico in acciaio anzich? componibile. Si tratt? di un grande impegno sia tecnico che organizzativo ma anche di una grande soddisfazione, in quanto in BMW furono estremamente soddisfatti sia del prodotto che della sua qualit? costruttiva?.
A quel punto ti fu assegnato il progetto RSV2; come lo ricordi?
?Era un compito molto delicato perch? segnava l?ingresso di Aprilia nel mondo delle maximoto, e di conseguenza fu molto impegnativo e qualche volta travagliato, con pi? di un ripensamento durante i tre anni di sviluppo. Per il motore, dopo avere analizzato schemi diversi ,decidemmo l?architettura V60, che risultava la pi? adatta per realizzare una ottima ciclistica; a tale riguardo mi spiace quando si parla di motore Rotax, perch? le specifiche e le scelte strategiche ad esso relative, oltre ai collaudi ed il benestare, furono eseguiti da noi; la casa austriaca ci mise la sua consulenza e il know- how produttivo ma il propulsore era a tutti gli effetti un motore Aprilia?.
....
Che giudizio complessivo dai della RSV?
?Credo sia stata una ottima moto, per lungo tempo la migliore supersportiva del mercato, e difatti forse la mia pi? grande soddisfazione professionale fu vederla vincere il Masterbike nel 2006 contro le 4 cilindri. La ciclistica era riconosciuta da tutti essere al top, ed inoltre la cura e l?attenzione con cui fu progettata la resero estremamente affidabile. Sono orgoglioso anche del suo sviluppo lungo gli anni: di fatto, ferma restando l?architettura di base, la moto e il motore cambiarono completamente?.
Un suo limite ? probabilmente stata la potenza non elevatissima, concordi?
?S?, il pubblico delle moto sportive oltre ad una ottima ciclistica voleva motori sempre pi? potenti e il nostro bicilindrico non poteva essere spremuto ulteriormente; pensammo ad una evoluzione 1200cc, ma si trattava di fare modifiche molto importanti al motore, intervenendo su corsa,alesaggio,albero motore , bielle, pistoni,testa. Inoltre in quel momento il regolamento sportivo non prevedeva cilindrate superiori a 1000cc , e di fatto avevamo gi? in testa l?idea del 4 cilindri?.
Quali sono i cardini del successo tecnico della RSV4?
?Direi che il punto cruciale fu resistere alla tentazione di fare un 4 cilindri in linea, che sarebbe stato molto pi? semplice. Considerammo per? che difficilmente avremmo potuto realizzare in questo modo una moto migliore delle giapponesi, che avevano oltre venti anni di esperienza su questa architettura. Per cui decidemmo di fare il motore a V, anche perch?, dopo i 10 anni di esperienza con il V2 ,scegliendo tale configurazione eravamo certi di poter fare una ciclistica molto efficace. Poi, non volendo ricadere nello stesso errore della 2 cilindri, stabilimmo che stavolta eravamo noi a dovere spiazzare la concorrenza con un mezzo compattissimo. Inoltre l?abbiamo sviluppata assieme al reparto corse, pensando da subito alle soluzioni che avrebbero potuto renderla competitiva in pista. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, credo sia ancora oggi la migliore moto della sua classe?.
Quale ? stato il problema pi? grosso durante la sua realizzazione?
?Ovviamente anche in questo caso ci furono vari dubbi, ma ricordo in particolare la necessit? di allungare verso l?alto in modo importante i cornetti di aspirazione dei corpi farfallati rispetto al progetto iniziale, a seguito della decisione di introdurre appunto i cornetti ad altezza variabile.Purtroppo questa scelta fu presa in una fase in cui l?estetica era gi? congelata e l?industrializzazione gi? avviata, e l?unica maniera sembrava essere alzare l?airbox, a scapito della capacit? del serbatoio carburante che diventava cos? insufficiente. Ci passammo parecchie notti in bianco, ma alla fine trovammo il modo di recuperare il volume del serbatoio nella zona centrale dietro all?ammortizzatore posteriore , cosa che comportava una modifica estetica trascurabile. Alla fine questa soluzione permise anche un migliore posizionamento della pompa benzina. In pratica, da un grande problema nacque la possibilit? di migliorare ulteriormente il progetto?.
....
A parte la RSV4, che moto ti ha positivamente sorpreso nell?ultimo periodo?
?La Panigale. Mi piace perch? da un punto di vista ingegneristico hanno osato molto, sviluppando il bicilindrico ai massimi livelli e con delle soluzioni tecniche originali, come il ?non telaio?, che gli ha dato leggerezza e possibilit? di fare una estetica molto particolare. Poi in pista non si ? rivelata probabilmente performante come pensavano, ma ci? non toglie che il progetto sia molto raffinato?.
....
Della S1000RR con cui BMW ? entrata prepotentemente nel settore delle sportive che ne pensi?
?Il loro motore come prestazioni ? il migliore della categoria. Per? in una moto il propulsore ? solo una componente di un equilibrio pi? complesso, dove la 1000RR paga ancora un po? di inesperienza BMW nel mondo delle sportive. Questo ingresso dei tedeschi, subito dopo il lancio dellaRSV4, sicuramente non ci ha favoriti dal punto di vista commerciale?.
Come si evolveranno le supersportive del futuro?
?La moto sportiva negli anni ? sempre stata per tutte le case motociclistiche il mezzo dove introdurre le soluzioni tecniche pi? avanzate ed esprimere il massimo potenziale tecnologico. Anche se la loro quota di mercato ? in calo, credo che le supersportive continueranno a essere sviluppate, ma ritengo non ci saranno grandi progressi nei propulsori e nella ciclistica, in considerazione del fatto che siamo ormai a livelli stratosferici e che verranno introdotte nuove norme omologative stringenti. Posso pensare giusto a qualche altra piccola soluzione derivata dalle corse a livello di propulsore e soprattutto di cambio. Ci sar? invece sicuramente un?accelerazione nell?elettronica, che oggi ? ancora troppo mutuata da quella dell?auto. Penso che si svilupperanno sistemi come il ?corner ABS?, che sapr? valutare la frenata anche tenendo presente l?inclinazione ed il raggio di curva, ci saranno sospensioni elettroniche ed anche probabilmente degli evoluti controlli di stabilit?. In generale penso ad una elettronica che nasca pensando al mezzo moto ed alle sue specificit??.
....
Ci racconti l?aneddoto pi? strano della tua carriera?
?Una cosa incredibile ? successa sviluppando il V2: il motore aveva fatto tutti i test al banco senza problemi, ma quando abbiamo cominciato a girare a Nard?, seguendo un ciclo specifico, si rompevano dopo circa 1000 Km le molle delle valvole di aspirazione. Questo succedeva puntualmente su tutti i prototipi e non riuscivamo assolutamente a spiegarcelo, anche perch? ricontrollando il progetto e i calcoli della molla questi risultavano corretti . Ci abbiamo messo settimane per capire che in pista con il ciclo di prova previsto si creava una risonanza della molla causata da una armonica oltre il decimo ordine che ne comprometteva l?affidabilit?, una cosa che non avevo mai visto prima?.
Tra i tecnici del comparto due ruote che hanno maggiormente lasciato il segno negli ultimi decenni, una posizione di rilievo la merita sicuramente Mariano Fioravanzo, basti dire che ha progettato tanto la RSV due cilindri, che la RSV4. Queste due moto sono per? solo le perle di una carriera svoltasi interamente tra Laverda ed Aprilia; anche ora che sarebbe ufficialmente in pensione, Fioravanzo (che ha sempre risieduto a Breganze) non ha abbandonato le due ruote, essendo diventato consulente della Ohvale, dove vengono prodotte delle interessanti minimoto, delle quali abbiamo gi? parlato (leggi l'articolo) e che presto saranno commercializzate. Oltretutto attorno al progetto Ohvale si ? ricomposta l?esplosiva coppia Fioravanzo-Pellizzon (leggi l'intervista), essendovi coinvolto anche ?Caio?, il mitico ex collaudatore di tutte le Aprilia.
Forse meno conosciuto al pubblico motociclistico di altri colleghi a causa del suo carattere riservato, Fioravanzo (che nel 2008 ha giustamente ottenuto l?onorificenza di Maestro del Lavoro) ? un grande personaggio, follemente innamorato delle motociclette e con una preparazione, seriet? e dedizione esemplari, condite da buon senso e umorismo.
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Nel 1986 passasti in Aprilia; quale fu il tuo primo impegno?
?Il mio primo progetto completo fu la BMW F650, che veniva realizzata da Aprilia per la casa tedesca. Contrariamente a quanto si pensa, non era assolutamente un Pegaso ricarrozzato, in quanto vantava moltissime diversit? tecniche, a cominciare dal propulsore a 4 valvole in luogo di 5 ed il telaio monolitico in acciaio anzich? componibile. Si tratt? di un grande impegno sia tecnico che organizzativo ma anche di una grande soddisfazione, in quanto in BMW furono estremamente soddisfatti sia del prodotto che della sua qualit? costruttiva?.
A quel punto ti fu assegnato il progetto RSV2; come lo ricordi?
?Era un compito molto delicato perch? segnava l?ingresso di Aprilia nel mondo delle maximoto, e di conseguenza fu molto impegnativo e qualche volta travagliato, con pi? di un ripensamento durante i tre anni di sviluppo. Per il motore, dopo avere analizzato schemi diversi ,decidemmo l?architettura V60, che risultava la pi? adatta per realizzare una ottima ciclistica; a tale riguardo mi spiace quando si parla di motore Rotax, perch? le specifiche e le scelte strategiche ad esso relative, oltre ai collaudi ed il benestare, furono eseguiti da noi; la casa austriaca ci mise la sua consulenza e il know- how produttivo ma il propulsore era a tutti gli effetti un motore Aprilia?.
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Che giudizio complessivo dai della RSV?
?Credo sia stata una ottima moto, per lungo tempo la migliore supersportiva del mercato, e difatti forse la mia pi? grande soddisfazione professionale fu vederla vincere il Masterbike nel 2006 contro le 4 cilindri. La ciclistica era riconosciuta da tutti essere al top, ed inoltre la cura e l?attenzione con cui fu progettata la resero estremamente affidabile. Sono orgoglioso anche del suo sviluppo lungo gli anni: di fatto, ferma restando l?architettura di base, la moto e il motore cambiarono completamente?.
Un suo limite ? probabilmente stata la potenza non elevatissima, concordi?
?S?, il pubblico delle moto sportive oltre ad una ottima ciclistica voleva motori sempre pi? potenti e il nostro bicilindrico non poteva essere spremuto ulteriormente; pensammo ad una evoluzione 1200cc, ma si trattava di fare modifiche molto importanti al motore, intervenendo su corsa,alesaggio,albero motore , bielle, pistoni,testa. Inoltre in quel momento il regolamento sportivo non prevedeva cilindrate superiori a 1000cc , e di fatto avevamo gi? in testa l?idea del 4 cilindri?.
Quali sono i cardini del successo tecnico della RSV4?
?Direi che il punto cruciale fu resistere alla tentazione di fare un 4 cilindri in linea, che sarebbe stato molto pi? semplice. Considerammo per? che difficilmente avremmo potuto realizzare in questo modo una moto migliore delle giapponesi, che avevano oltre venti anni di esperienza su questa architettura. Per cui decidemmo di fare il motore a V, anche perch?, dopo i 10 anni di esperienza con il V2 ,scegliendo tale configurazione eravamo certi di poter fare una ciclistica molto efficace. Poi, non volendo ricadere nello stesso errore della 2 cilindri, stabilimmo che stavolta eravamo noi a dovere spiazzare la concorrenza con un mezzo compattissimo. Inoltre l?abbiamo sviluppata assieme al reparto corse, pensando da subito alle soluzioni che avrebbero potuto renderla competitiva in pista. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, credo sia ancora oggi la migliore moto della sua classe?.
Quale ? stato il problema pi? grosso durante la sua realizzazione?
?Ovviamente anche in questo caso ci furono vari dubbi, ma ricordo in particolare la necessit? di allungare verso l?alto in modo importante i cornetti di aspirazione dei corpi farfallati rispetto al progetto iniziale, a seguito della decisione di introdurre appunto i cornetti ad altezza variabile.Purtroppo questa scelta fu presa in una fase in cui l?estetica era gi? congelata e l?industrializzazione gi? avviata, e l?unica maniera sembrava essere alzare l?airbox, a scapito della capacit? del serbatoio carburante che diventava cos? insufficiente. Ci passammo parecchie notti in bianco, ma alla fine trovammo il modo di recuperare il volume del serbatoio nella zona centrale dietro all?ammortizzatore posteriore , cosa che comportava una modifica estetica trascurabile. Alla fine questa soluzione permise anche un migliore posizionamento della pompa benzina. In pratica, da un grande problema nacque la possibilit? di migliorare ulteriormente il progetto?.
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A parte la RSV4, che moto ti ha positivamente sorpreso nell?ultimo periodo?
?La Panigale. Mi piace perch? da un punto di vista ingegneristico hanno osato molto, sviluppando il bicilindrico ai massimi livelli e con delle soluzioni tecniche originali, come il ?non telaio?, che gli ha dato leggerezza e possibilit? di fare una estetica molto particolare. Poi in pista non si ? rivelata probabilmente performante come pensavano, ma ci? non toglie che il progetto sia molto raffinato?.
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Della S1000RR con cui BMW ? entrata prepotentemente nel settore delle sportive che ne pensi?
?Il loro motore come prestazioni ? il migliore della categoria. Per? in una moto il propulsore ? solo una componente di un equilibrio pi? complesso, dove la 1000RR paga ancora un po? di inesperienza BMW nel mondo delle sportive. Questo ingresso dei tedeschi, subito dopo il lancio dellaRSV4, sicuramente non ci ha favoriti dal punto di vista commerciale?.
Come si evolveranno le supersportive del futuro?
?La moto sportiva negli anni ? sempre stata per tutte le case motociclistiche il mezzo dove introdurre le soluzioni tecniche pi? avanzate ed esprimere il massimo potenziale tecnologico. Anche se la loro quota di mercato ? in calo, credo che le supersportive continueranno a essere sviluppate, ma ritengo non ci saranno grandi progressi nei propulsori e nella ciclistica, in considerazione del fatto che siamo ormai a livelli stratosferici e che verranno introdotte nuove norme omologative stringenti. Posso pensare giusto a qualche altra piccola soluzione derivata dalle corse a livello di propulsore e soprattutto di cambio. Ci sar? invece sicuramente un?accelerazione nell?elettronica, che oggi ? ancora troppo mutuata da quella dell?auto. Penso che si svilupperanno sistemi come il ?corner ABS?, che sapr? valutare la frenata anche tenendo presente l?inclinazione ed il raggio di curva, ci saranno sospensioni elettroniche ed anche probabilmente degli evoluti controlli di stabilit?. In generale penso ad una elettronica che nasca pensando al mezzo moto ed alle sue specificit??.
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Ci racconti l?aneddoto pi? strano della tua carriera?
?Una cosa incredibile ? successa sviluppando il V2: il motore aveva fatto tutti i test al banco senza problemi, ma quando abbiamo cominciato a girare a Nard?, seguendo un ciclo specifico, si rompevano dopo circa 1000 Km le molle delle valvole di aspirazione. Questo succedeva puntualmente su tutti i prototipi e non riuscivamo assolutamente a spiegarcelo, anche perch? ricontrollando il progetto e i calcoli della molla questi risultavano corretti . Ci abbiamo messo settimane per capire che in pista con il ciclo di prova previsto si creava una risonanza della molla causata da una armonica oltre il decimo ordine che ne comprometteva l?affidabilit?, una cosa che non avevo mai visto prima?.
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