Ok ragazzi...se per cortesia poi mi fate anche un bel click sul link...almeno per lo smazzo a scrivere! 
Ed eccolo arrivato, il primo giorno di scuola anche per le derivate di serie. La Superbike riapre i battenti, e lo fa in grande stile, portando con se tutta la sua storia, ed i suoi cavalli di battaglia. Un p? come se ad un esame il professore ti chiedesse "cominci da un argomento a piacere".
Ecco, l'argomento a piacere della Superbike 2011 ? stato Phillip Island. Tracciato meraviglioso che si tuffa sull'Oceano, con punti da cardiopalma e che mostrano la differenza tra piloti e mestieranti; corse esaltanti e duelli senza esclusione di colpi. Come direbbe qualcuno "carena contro carena".
E nel primo giorno di scuola gi? si danno i primi voti, tra promossi e bocciati, rimandati e giustificati.
Promosso il mondiale delle derivate di serie, nel senso pi? stretto. Quello in pista per intenderci, che offre moto che si muovono in uscita di curva, e non piantate su binari come una Motogp qualunque. Moto che preferiscono derapare piuttosto che tagliare la potenza. Moto che ricordano quelle degli appassionati. Moto "moto" e non prototipi che costano 4 volte tanto e girano appena un secondo e mezzo pi? veloce.
Promosso Carlos Checa. Non tutti vedono "il toro" come un cavallo di razza che troppe volte non ? riuscito ad esprimere il suo talento naturale, ma secondo me ? sempre stato il "bravo che non si applica" perch? non credeva nelle sue potenzialit?. Da "fratello sfigato" di Biaggi prima e Rossi poi ai tempi della Yamaha GP, oggi ? primo in classifica generale. Chapeau.
Promosso l'italico stivale a 360 gradi. Ducati, che con il team Althea torna vincente; Aprilia e Max Biaggi che con Phillip Island hanno sempre avuto un rapporto di (poco)amore-(tanto)odio; Marco Melandri all'esordio in superbike e gi? protagonista da podio; Michel Fabrizio (ma con riserva), autore di un'ottima rimonta in gara uno (dopo pessima partenza); Luca Scassa, vincitore come nemmeno alla Milano-Sanremo: 9 millesimi e con colpo di reni annessi. Se gli fate l'antidoping ci trovate solo della gran manetta che un mecenate come Rovelli ha trovato dopo anni di team privati. E che suoni l'inno di Mameli perbacco, alla faccia di chi non vuole i 150 anni d'Unit?
Promossa con riserva la tenacia tedesca - o forse italo-inglese - del team BMW. Dopo i test australiani, nel box dell'Elica si assistevano a scene che avremmo visto pi? che altro in un box giapponese: manager e meccanici prossimi all'Harakiri. Tutti tranne un inglese dagli occhi di ghiaccio e un capo-tecnico con l'espressione vagamente alla Eastwood (sempre uguale...). Risultato: Leon Haslam aveva una moto che gi? dopo 4 giri derapava come nemmeno un cross, ma alla fine un podio l'ha portato a casa, complice anche delle temperature pi? alte rispetto ai test. E nei box BMW le katane sono tornate al loro posto.
Bocciata la Honda Ten Kate: sono anni che ci sorbiamo la grande affidabilit? nipponica, che i giapponesi son bravi e affidabili e bla bla bla, e loro che fanno? Spaccano un motore con il buon Rea - notoriamente un folle ma stavolta incolpevole - durante i test in una curva da 200 pieni. Se a questo ci aggiungiamo che in gara, il buon Johnny - viso d'angelo ma testa che nemmeno Begbie di Trainspotting - si dimentica di frenare proprio al tornantino, la marmellata ? fatta. E non vogliamo pronunciarci su Ruben Xaus che dopo anni difficili in BMW quest'anno ? arrivato in Ten Kate con le testuali parole: "Ora si che sento la moto, sar? un'altra storia"...
Bocciata infine la Kawasaki: ? un anno che sviluppano la moto. Sono mesi che promette una moto in grado di puntare subito a podio. Hanno schierato 14 piloti tra test e gare (alcuni di immenso talento come Joan Lascorz...vedrete, il giovane arriver?), e il miglior risultato che arriva ? un ottavo posto a 18 secondi dalla vetta. Dai su, interrogazione di recupero a Donington tra un mese...
Di: Flavio Atzori

Ed eccolo arrivato, il primo giorno di scuola anche per le derivate di serie. La Superbike riapre i battenti, e lo fa in grande stile, portando con se tutta la sua storia, ed i suoi cavalli di battaglia. Un p? come se ad un esame il professore ti chiedesse "cominci da un argomento a piacere".
Ecco, l'argomento a piacere della Superbike 2011 ? stato Phillip Island. Tracciato meraviglioso che si tuffa sull'Oceano, con punti da cardiopalma e che mostrano la differenza tra piloti e mestieranti; corse esaltanti e duelli senza esclusione di colpi. Come direbbe qualcuno "carena contro carena".
E nel primo giorno di scuola gi? si danno i primi voti, tra promossi e bocciati, rimandati e giustificati.
Promosso il mondiale delle derivate di serie, nel senso pi? stretto. Quello in pista per intenderci, che offre moto che si muovono in uscita di curva, e non piantate su binari come una Motogp qualunque. Moto che preferiscono derapare piuttosto che tagliare la potenza. Moto che ricordano quelle degli appassionati. Moto "moto" e non prototipi che costano 4 volte tanto e girano appena un secondo e mezzo pi? veloce.
Promosso Carlos Checa. Non tutti vedono "il toro" come un cavallo di razza che troppe volte non ? riuscito ad esprimere il suo talento naturale, ma secondo me ? sempre stato il "bravo che non si applica" perch? non credeva nelle sue potenzialit?. Da "fratello sfigato" di Biaggi prima e Rossi poi ai tempi della Yamaha GP, oggi ? primo in classifica generale. Chapeau.
Promosso l'italico stivale a 360 gradi. Ducati, che con il team Althea torna vincente; Aprilia e Max Biaggi che con Phillip Island hanno sempre avuto un rapporto di (poco)amore-(tanto)odio; Marco Melandri all'esordio in superbike e gi? protagonista da podio; Michel Fabrizio (ma con riserva), autore di un'ottima rimonta in gara uno (dopo pessima partenza); Luca Scassa, vincitore come nemmeno alla Milano-Sanremo: 9 millesimi e con colpo di reni annessi. Se gli fate l'antidoping ci trovate solo della gran manetta che un mecenate come Rovelli ha trovato dopo anni di team privati. E che suoni l'inno di Mameli perbacco, alla faccia di chi non vuole i 150 anni d'Unit?
Promossa con riserva la tenacia tedesca - o forse italo-inglese - del team BMW. Dopo i test australiani, nel box dell'Elica si assistevano a scene che avremmo visto pi? che altro in un box giapponese: manager e meccanici prossimi all'Harakiri. Tutti tranne un inglese dagli occhi di ghiaccio e un capo-tecnico con l'espressione vagamente alla Eastwood (sempre uguale...). Risultato: Leon Haslam aveva una moto che gi? dopo 4 giri derapava come nemmeno un cross, ma alla fine un podio l'ha portato a casa, complice anche delle temperature pi? alte rispetto ai test. E nei box BMW le katane sono tornate al loro posto.
Bocciata la Honda Ten Kate: sono anni che ci sorbiamo la grande affidabilit? nipponica, che i giapponesi son bravi e affidabili e bla bla bla, e loro che fanno? Spaccano un motore con il buon Rea - notoriamente un folle ma stavolta incolpevole - durante i test in una curva da 200 pieni. Se a questo ci aggiungiamo che in gara, il buon Johnny - viso d'angelo ma testa che nemmeno Begbie di Trainspotting - si dimentica di frenare proprio al tornantino, la marmellata ? fatta. E non vogliamo pronunciarci su Ruben Xaus che dopo anni difficili in BMW quest'anno ? arrivato in Ten Kate con le testuali parole: "Ora si che sento la moto, sar? un'altra storia"...
Bocciata infine la Kawasaki: ? un anno che sviluppano la moto. Sono mesi che promette una moto in grado di puntare subito a podio. Hanno schierato 14 piloti tra test e gare (alcuni di immenso talento come Joan Lascorz...vedrete, il giovane arriver?), e il miglior risultato che arriva ? un ottavo posto a 18 secondi dalla vetta. Dai su, interrogazione di recupero a Donington tra un mese...
Di: Flavio Atzori
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