Da GPone:
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Superbike, Qatar, parla Flammini: "ora aspettiamo la MV Agusta"
Paolo Flammini Paolo Flammini, CEO di Infront Motorsport, ? visibilmente soddisfatto dell?andamento del ?suo? Campionato ma ? altrettanto attento alle condizioni generali che spingono ad una riflessione attenta e soprattutto fredda.
?Abbiamo preso delle prime decisioni che non sono state suggerite dal panico ? ha detto il manager romano ? ma abbiamo proseguito nel lavoro iniziato nel 2004 quando abbiamo tagliato i costi, rendendo cos? la Superbike accessibile a molti. Il fatto che nelle prime file ci siano delle moto cosiddette ?private? ? il successo della filosofia SBK che vuole moto molto vicine a quelle stradali. Non ci fermeremo qui, ovviamente ed a met? della stagione decideremo cosa fare per il 2010?
In quale direzione?
?Il discorso ? ampio. Nel corso della riunione di Phillip Island abbiamo chiesto alle Case di portarci le loro idee e le loro proposte. Esamineremo tutto a trecentosessanta gradi?.
Il campionato attuale sembra godere di una buona salute.
?Non illudiamoci: ci sono delle squadre che hanno delle preoccupazioni, se non addirittura delle difficolt?. E per questo monitoriamo il tutto costantemente?.
Interverrete anche sul Calendario? Qualcuno in Supersport chiedeva di non andare in Sud Africa e in America.
? Non cambieremo il calendario per il 2009 e quindi anche le 600 correranno fuori Europa anche perch? molte squadre avevano chiesto di avere un calendario combinato SBK-SSP. In linea generale non vorremmo fare modifiche per il futuro. Abbiamo contratti pluriennali che ci garantiscono la presenza in circuiti di alto livello. Cancellazioni come quelle di Brands Hatch e Vallelunga sono state dettate esclusivamente dalla necessit? di mantenere standard adeguati.
Unici inserimenti che potremmo fare possono riguardare l?Asia ma al momento non ci sono i presupposti. Il Giappone ? molto costoso (ed ha un solo circuito omologato per la SBK, Motegi ? ndr), la Cina non ha un mercato motociclistico di riferimento, quindi rimaniamo in attesa che crescano Paesi come la Malesia, l?Indonesia, il Vietnam o la Corea?.
Sentite il pericolo della Moto2 varata dalla Dorna?
?Fermo restando che non sottovalutiamo nulla, non abbiamo nulla in contrario a che team che partecipano al nostro Campionato costruiscano, vendano o partecipino alla Moto2. Per noi ? importante che la FIM definisca chiaramente il regolamento e ci ha assicurato che lo far? a breve. Per noi un motore derivato dalla serie non pu? essere considerato un prototipo e quindi alcune proposte viste in giro non ci sembrano in linea, ma attendiamo la parola della FIM?.
E? soddisfatto della nuova Superpole?
?Molto ed ho raccolto commenti entusiastici. E? stato un grande passo avanti per lo show. Dopo dieci anni di Superpole c?era bisogno di un cambiamento e questo ? stato rivolto allo spettacolo, che ? molto chiaro allo spettatore: chi va meno forte esce ed alla fine rimangono i pi? veloci?.
Quindi tutto bene?
?Possiamo essere soddisfatti. Oltre alle prestazioni delle moto private di cui abbiamo gi? parlato, i mezzi che corrono nel nostro Campionato sono vicini alla serie e il regolamento che abbiamo varato al momento dell?introduzione del 1200 bicilindrico ? senza dubbio valido, tanto che a tutt? oggi non ? mai stato necessario introdurre i correttivi previsti. Insomma siamo un Campionato pi? di fatti che di parole??.
Senza contare le sette Case presenti. Manca qualcuno?
?Direi che in attesa che la KTM confermi il suo programma di ingresso nella Superbike nel 2010, tra le grandi Case mondiali manca soltanto la MV Agusta, un marchio prestigioso oggi in mano agli americani. C?? il problema del numero minimo di esemplari da produrre che chiederemo alla FIM di fissare in mille pezzi e questo consentirebbe anche alla Casa varesina di entrare. Noi siamo qui disponibili ad accogliere chiunque, ma senza fare deroghe su questi numeri. Siamo un Campionato per moto derivate dalla serie!?
Claudio Porrozzi
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Superbike, Qatar, parla Flammini: "ora aspettiamo la MV Agusta"
Paolo Flammini Paolo Flammini, CEO di Infront Motorsport, ? visibilmente soddisfatto dell?andamento del ?suo? Campionato ma ? altrettanto attento alle condizioni generali che spingono ad una riflessione attenta e soprattutto fredda.
?Abbiamo preso delle prime decisioni che non sono state suggerite dal panico ? ha detto il manager romano ? ma abbiamo proseguito nel lavoro iniziato nel 2004 quando abbiamo tagliato i costi, rendendo cos? la Superbike accessibile a molti. Il fatto che nelle prime file ci siano delle moto cosiddette ?private? ? il successo della filosofia SBK che vuole moto molto vicine a quelle stradali. Non ci fermeremo qui, ovviamente ed a met? della stagione decideremo cosa fare per il 2010?
In quale direzione?
?Il discorso ? ampio. Nel corso della riunione di Phillip Island abbiamo chiesto alle Case di portarci le loro idee e le loro proposte. Esamineremo tutto a trecentosessanta gradi?.
Il campionato attuale sembra godere di una buona salute.
?Non illudiamoci: ci sono delle squadre che hanno delle preoccupazioni, se non addirittura delle difficolt?. E per questo monitoriamo il tutto costantemente?.
Interverrete anche sul Calendario? Qualcuno in Supersport chiedeva di non andare in Sud Africa e in America.
? Non cambieremo il calendario per il 2009 e quindi anche le 600 correranno fuori Europa anche perch? molte squadre avevano chiesto di avere un calendario combinato SBK-SSP. In linea generale non vorremmo fare modifiche per il futuro. Abbiamo contratti pluriennali che ci garantiscono la presenza in circuiti di alto livello. Cancellazioni come quelle di Brands Hatch e Vallelunga sono state dettate esclusivamente dalla necessit? di mantenere standard adeguati.
Unici inserimenti che potremmo fare possono riguardare l?Asia ma al momento non ci sono i presupposti. Il Giappone ? molto costoso (ed ha un solo circuito omologato per la SBK, Motegi ? ndr), la Cina non ha un mercato motociclistico di riferimento, quindi rimaniamo in attesa che crescano Paesi come la Malesia, l?Indonesia, il Vietnam o la Corea?.
Sentite il pericolo della Moto2 varata dalla Dorna?
?Fermo restando che non sottovalutiamo nulla, non abbiamo nulla in contrario a che team che partecipano al nostro Campionato costruiscano, vendano o partecipino alla Moto2. Per noi ? importante che la FIM definisca chiaramente il regolamento e ci ha assicurato che lo far? a breve. Per noi un motore derivato dalla serie non pu? essere considerato un prototipo e quindi alcune proposte viste in giro non ci sembrano in linea, ma attendiamo la parola della FIM?.
E? soddisfatto della nuova Superpole?
?Molto ed ho raccolto commenti entusiastici. E? stato un grande passo avanti per lo show. Dopo dieci anni di Superpole c?era bisogno di un cambiamento e questo ? stato rivolto allo spettacolo, che ? molto chiaro allo spettatore: chi va meno forte esce ed alla fine rimangono i pi? veloci?.
Quindi tutto bene?
?Possiamo essere soddisfatti. Oltre alle prestazioni delle moto private di cui abbiamo gi? parlato, i mezzi che corrono nel nostro Campionato sono vicini alla serie e il regolamento che abbiamo varato al momento dell?introduzione del 1200 bicilindrico ? senza dubbio valido, tanto che a tutt? oggi non ? mai stato necessario introdurre i correttivi previsti. Insomma siamo un Campionato pi? di fatti che di parole??.
Senza contare le sette Case presenti. Manca qualcuno?
?Direi che in attesa che la KTM confermi il suo programma di ingresso nella Superbike nel 2010, tra le grandi Case mondiali manca soltanto la MV Agusta, un marchio prestigioso oggi in mano agli americani. C?? il problema del numero minimo di esemplari da produrre che chiederemo alla FIM di fissare in mille pezzi e questo consentirebbe anche alla Casa varesina di entrare. Noi siamo qui disponibili ad accogliere chiunque, ma senza fare deroghe su questi numeri. Siamo un Campionato per moto derivate dalla serie!?
Claudio Porrozzi
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