BK, Redding: “Dovevo toccare il fondo per capire ciò che avevo in Ducati”
“L’anno prossimo non pagherò di nuovo per correre, ma mi sono preso questo rischio perché sento di avere la moto e la squadra giuste. Salire sulla V4R all’inizio è stato uno shock, è più evoluta rispetto al passato”
Scritto da
Daniela Piazza
- Mer, 22/01/2025 - 21:26
Il figliol prodigo è ritornato: dopo tre anni su una BMW, Scott Redding ha fatto il suo ritorno in sella a una Ducati V4R nei test a Jerez. Un momento atteso con impazienza dal pilota britannico, che ha concluso la giornata togliendosi lo sfizio di completare una tripletta di Panigale con il terzo tempo.
“È bello essere di nuovo qui. Come mi sento? Sinceramente, benissimo - ha detto a caldo Scott - Questa lunga attesa dovuta al fatto di non ho poter provare la moto alla fine della scorsa stagione ha acceso un fuoco in me che non avevo mai sentito prima e che ha continuato a crescere ogni giorno in cui non potevo essere in sella. Questo si è rivelato un vantaggio, perché mi ha motivato tanto durante l’inverno ed è stato bello ritrovare questa motivazione. Salire in moto oggi è stato per prima cosa uno shock: era molto diversa e ho faticato più di quanto mi aspettassi. Però quando ho ritrovato il feeling e ho preso il mio ritmo mi sono detto: ‘ok, questa è la mia moto’”.
Redding, del resto, ha trovato una Rossa molto più evoluta di quella guidata nel 2021. La sua ultima stagione da pilota ufficiale Ducati.
“È difficile dire quanto sia diversa questa Ducati rispetto all’ultima che ho guidato, perché sono stato tre anni su un’altra moto - ha osservato - Quello che posso dire è che la moto stradale con cui mi sono allenato era simile a quella che ho guidato in passato. Quindi, pensavo sarebbe stata la stessa. Ma quando sono salito in sella la potenza era diversa, così come la stabilità dei freni. Tutto è stato evoluto e sviluppato e non l’avevo previsto. Appena ho cominciato a prendere il ritmo, però, ho capito che ciò che è stato fatto è migliore rispetto al passato”.
Il campione 2020 della Superbike britannica non è mai sembrato tanto motivato nella sua carriera quanto lo è questo inverno e ha spiegato da cosa deriva questa marcia in più.
“Possiamo dire che questo è lo Scott Redding più motivato della sua carriera. Mi capita di pensare che avrei dovuto avere questa mentalità anche tre o cinque anni fa, ma quando sono passato al BSB arrivavo da un periodo buio, era un campionato diverso, e mi sono divertito. Quando sono arrivato in Superbike mi sono detto che dovevo essere più professionale, ma arrivavo qui da campione ed ero motivato a vincere, soprattutto su piste in cui non ero mai stato. Quello era il mio obiettivo. Il secondo anno ero più a mio agio, ma il fuoco era diverso. Probabilmente avevo bisogno di toccare il fondo per capire quanto era buono ciò che avevo. Avevo un ottimo pacchetto e la moto e la squadra erano fantastiche, ma hai sempre la sensazione che ci sia di meglio” ha ammesso Scott, raccontando come è cambiata la sua mentalità dopo il passaggio in BMW.
“Dopo tre anni, ho pensato che se fossi potuto tornare su quella moto l’avrei dovuta sfruttare al 100% e avrei dovuto capire che ciò che ho è davvero ciò che è meglio per me. È questo che mi ha dato la motivazione per assumermi il rischio di restare in questa squadra con una Ducati. Anche se non vengo pagato e ho una famiglia da mantenere - ha sottolineato - Questo è un grande ritorno per me: devo dimostrare che l’anno prossimo non pagherò di nuovo per correre. Devo essere pagato, è così che vanno le cose, ma mi sono trovato in una situazione in cui potevo prendere una moto con cui pensavo di poter vincere, o andare da qualche altra parte e poi concludere la mia carriera. Ero sul filo del rasoio, ma il mio manager, mia moglie e la mia famiglia mi hanno spinto a prendere questa decisione e così ho pensato: ‘Ok, è il mio momento: adesso o mai più’. Lo voglio fortemente perché è una cosa che devo fare ed è questo che fa la differenza: non sono mai stato così motivato perché credo di avere la moto giusta, le persone giuste, la squadra giusta, e tutto ciò che serve per farcela. Se non ci credessi sarebbe meglio che restassi a casa”.
Lasciatosi alle spalle le stagioni in BMW, il 32enne non vuole far altro che vivere appieno questa sua seconda occasione su una Ducati.
“Ad essere sincero, non voglio parlare delle differenze tra la Ducati e la BMW. Quello è un capitolo che ho chiuso a Jerez, quando è finita la stagione - ha concluso - A Ducati non servono informazioni sulla BMW, nessuno di loro mi ha mai chiesto niente a riguardo. Sono solo passati dal box per controllare come stava andando e vedere se mi stavo divertendo”.
da gpone
“L’anno prossimo non pagherò di nuovo per correre, ma mi sono preso questo rischio perché sento di avere la moto e la squadra giuste. Salire sulla V4R all’inizio è stato uno shock, è più evoluta rispetto al passato”
Scritto da
Daniela Piazza
- Mer, 22/01/2025 - 21:26
Il figliol prodigo è ritornato: dopo tre anni su una BMW, Scott Redding ha fatto il suo ritorno in sella a una Ducati V4R nei test a Jerez. Un momento atteso con impazienza dal pilota britannico, che ha concluso la giornata togliendosi lo sfizio di completare una tripletta di Panigale con il terzo tempo.
“È bello essere di nuovo qui. Come mi sento? Sinceramente, benissimo - ha detto a caldo Scott - Questa lunga attesa dovuta al fatto di non ho poter provare la moto alla fine della scorsa stagione ha acceso un fuoco in me che non avevo mai sentito prima e che ha continuato a crescere ogni giorno in cui non potevo essere in sella. Questo si è rivelato un vantaggio, perché mi ha motivato tanto durante l’inverno ed è stato bello ritrovare questa motivazione. Salire in moto oggi è stato per prima cosa uno shock: era molto diversa e ho faticato più di quanto mi aspettassi. Però quando ho ritrovato il feeling e ho preso il mio ritmo mi sono detto: ‘ok, questa è la mia moto’”.
Redding, del resto, ha trovato una Rossa molto più evoluta di quella guidata nel 2021. La sua ultima stagione da pilota ufficiale Ducati.
“È difficile dire quanto sia diversa questa Ducati rispetto all’ultima che ho guidato, perché sono stato tre anni su un’altra moto - ha osservato - Quello che posso dire è che la moto stradale con cui mi sono allenato era simile a quella che ho guidato in passato. Quindi, pensavo sarebbe stata la stessa. Ma quando sono salito in sella la potenza era diversa, così come la stabilità dei freni. Tutto è stato evoluto e sviluppato e non l’avevo previsto. Appena ho cominciato a prendere il ritmo, però, ho capito che ciò che è stato fatto è migliore rispetto al passato”.
Il campione 2020 della Superbike britannica non è mai sembrato tanto motivato nella sua carriera quanto lo è questo inverno e ha spiegato da cosa deriva questa marcia in più.
“Possiamo dire che questo è lo Scott Redding più motivato della sua carriera. Mi capita di pensare che avrei dovuto avere questa mentalità anche tre o cinque anni fa, ma quando sono passato al BSB arrivavo da un periodo buio, era un campionato diverso, e mi sono divertito. Quando sono arrivato in Superbike mi sono detto che dovevo essere più professionale, ma arrivavo qui da campione ed ero motivato a vincere, soprattutto su piste in cui non ero mai stato. Quello era il mio obiettivo. Il secondo anno ero più a mio agio, ma il fuoco era diverso. Probabilmente avevo bisogno di toccare il fondo per capire quanto era buono ciò che avevo. Avevo un ottimo pacchetto e la moto e la squadra erano fantastiche, ma hai sempre la sensazione che ci sia di meglio” ha ammesso Scott, raccontando come è cambiata la sua mentalità dopo il passaggio in BMW.
“Dopo tre anni, ho pensato che se fossi potuto tornare su quella moto l’avrei dovuta sfruttare al 100% e avrei dovuto capire che ciò che ho è davvero ciò che è meglio per me. È questo che mi ha dato la motivazione per assumermi il rischio di restare in questa squadra con una Ducati. Anche se non vengo pagato e ho una famiglia da mantenere - ha sottolineato - Questo è un grande ritorno per me: devo dimostrare che l’anno prossimo non pagherò di nuovo per correre. Devo essere pagato, è così che vanno le cose, ma mi sono trovato in una situazione in cui potevo prendere una moto con cui pensavo di poter vincere, o andare da qualche altra parte e poi concludere la mia carriera. Ero sul filo del rasoio, ma il mio manager, mia moglie e la mia famiglia mi hanno spinto a prendere questa decisione e così ho pensato: ‘Ok, è il mio momento: adesso o mai più’. Lo voglio fortemente perché è una cosa che devo fare ed è questo che fa la differenza: non sono mai stato così motivato perché credo di avere la moto giusta, le persone giuste, la squadra giusta, e tutto ciò che serve per farcela. Se non ci credessi sarebbe meglio che restassi a casa”.
Lasciatosi alle spalle le stagioni in BMW, il 32enne non vuole far altro che vivere appieno questa sua seconda occasione su una Ducati.
“Ad essere sincero, non voglio parlare delle differenze tra la Ducati e la BMW. Quello è un capitolo che ho chiuso a Jerez, quando è finita la stagione - ha concluso - A Ducati non servono informazioni sulla BMW, nessuno di loro mi ha mai chiesto niente a riguardo. Sono solo passati dal box per controllare come stava andando e vedere se mi stavo divertendo”.
da gpone
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