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Bulega per il DOPO BAUTISTA in Ducati Ufficiale?

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    Bulega per il DOPO BAUTISTA in Ducati Ufficiale?

    Ecco Most, circuito tosto e impegnativo, con ripartenze, tratti scorrevoli e molti cambi di direzione. La Superbike è attesa a un round importante prima della pausa estiva di oltre un mese e anche in previsione dei movimenti di mercato piloti 2024 capaci di accendere nuove sfide e gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Novità non tanto in questo mondiale 2023 dominato dal “fantino” iridato Alvaro Bautista e dalla sua super Ducati, ma in previsione 2024 dove ci sono cambi importanti. Fra questi il già noto passaggio di Toprak Razgatlioglu dalla Yamaha alla BMW. Fra i tanti movimenti, sono attesi al debutto iridato due piloti di nome e discussi quali Nicolò Bulega e Andrea Iannone diversi fra loro per età, indole e curriculum ma uniti da un manico e da un appeal straordinari. La netta superiorità dimostrata da Bautista e dalla sua Ducati non è stata fin qui intaccata neppure dall’intervento dei regolamenti che per due volte hanno tolto giri motore alla Panigale V4 di Borgo Panigale. Yamaha e Kawasaki hanno ancora meno potenza e meno velocità di punta. Poi c’è anche la questione “peso” di Alvaro che, secondo i suoi avversari, lo favorirebbe, specie in accelerazione. E’ un fatto che Razgatlioglu e Rea devono fare numeri cercando la massima velocità possibile in percorrenza di curva e uscire con la maggior spinta possibile per non farsi staccare subito, in ogni gara, da Bautista che può guidare più “stop and go”, staccando sotto ogni curva e poi accelerando prima possibile per utilizzare la straordinaria accelerazione della sua Ducati. Così esce più forte in curva e risparmia le gomme. Così sta dominando gare e campionato.


    Si parla di un biennale per l’attuale capoclassifica SuperSport, indicato quale sostituto di Michael Ruben Rinaldi, in squadra con Bautista nel 2024 e, con il probabile addio alle corse di Bau-Bau a fine 2024, Bulega nuovo number one della Rossa nel 2025. Non manca chi parla di mossa azzardata, considerando che Bulega, comunque sarebbe sotto tiro, rischiando che il pesante paragone con il suo caposquadra Bautista possa quanto meno creargli qualche problema. Tuttavia, nel motociclismo, altre volte si sono fatte scelte apparentemente azzardate. Poi, nei fatti, l’allievo è stato almeno all’altezza del maestro. Come non ricordare, su tutti, l’ingresso nel 1965 del giovane Giacomo Agostini alla MV Agusta compagno di squadra del mitico Mike Hailwood? Quindi, bene Bulega sulla Rossa ufficiale Sbk compagno di squadra del “maestro-senatore” Bautista. Nessuno conferma. Ma nel corso di questo week end, giorno più giorno meno, potrebbe esserci l’annuncio ufficiale del nuovo binomio SBK 2024-2025 Bulega-Ducati. Il 23enne pilota di Montecchio Emilia, già alla vigilia del round di Imola, aveva già espresso ai vertici del Team SBK di Borgo Panigale di chiudere l’accordo prima della pausa estiva. Così pare pronto un contratto biennale (o un anno con opzione per il secondo) fino al 2025. Quest’anno Bulega era partito alla grande conquistando a Phillip Island la sua prima vittoria nel mondiale Supersport 2023 e tornando sul gradino più alto del podio dopo 8 anni. L’ultima vittoria Ducati in Ssp risaliva al 2005. Nicolò si era guadagnato fama e galloni grazie al sostanzioso e meritato palmares di inizio carriera: debutto iridato a 16 anni, dopo la conquista del Cev Moto3 seguita al titolo tricolore ed europeo MiniGP 2011, al titolo italiano PreGP125 e a quello PreGP250. Poi i brillanti exploit come l'ingresso nel Team VR46 con il veni-vidi-vici da wild card nel Civ 2014 di Misano e soprattutto nell'ingresso del Mondiale 2016, la lotta nel gruppo di testa nel primo GP in Qatar, il podio in Giappone, le due pole position, i due giri veloci, le grandi bagarre. Seguono, una dietro l'altra, stagioni sfortunate, o per meglio dire "disgraziate", anche per incidenti in pista (la via crucis inizia il 10 novembre 2017 nelle FP2 di Valencia quando impatta con la moto di Antonelli caduto davanti) e fuori (addirittura fra le mura domestiche) che hanno lasciato il segno non solo nel fisico, con risultati che non sono mai arrivati: solamente un settimo e due ottavi posti negli ultimi tre mondiali Moto2, chiusi sempre verso il fondo della classica.



    prezzo alto

    — Nelle quattro stagioni con il Team VR46, dal 2016 al 2019 in Moto3 e Moto2, Bulega ha pagato un prezzo assai alto, di fatto travolto dalle (legittime) esigenze tecnico-agonistiche e dello show-business che non hanno aiutato Nicolò nel suo iter di crescita sovra-dimensionandone proporzioni e obiettivi. Caricato di troppe responsabilità, Bulega è così entrato nel lungo elenco delle "promesse mancate", raccogliendo appena due podi nel 2016 in Moto3. Nella fondamentale fase di lancio iniziale, dispiegate le ali per il gran volo, Nicolò si è trovato a terra: per propri limiti di gestione anche sul piano caratteriale ma soprattutto per il clima interno al VR46, dove all'epoca vigeva una logica di "superpotenza" (di immagine, economica, tecnica e mediatica) per lo più malgestita e pagata principalmente dai piloti quali ad esempio Fenati e, appunto, Bulega, di cui si può dire tutto ma no che fossero due "fermi". Con altrettanta chiarezza va detto che Nicolò ha fatto fatica "di suo", sia nel mondiale Moto3 con VR46 ma anche dopo in Moto2, pure negli ultimi due anni con il team Gresini dove l'attesa auspicata rinascita si è tramutata in debacle. Così il talentuoso Nicolò si è perduto per strada: nel motociclismo è già accaduto ad altri prima e accadrà ancora. Adesso, Bulega pare finalmente essersi rassettato, sia sul piano psicologico che su quello tecnico, ritrovando il proprio talento naturale, dimenticando il passato, guardando davanti con abnegazione e umiltà, ricostruendosi senza forzature.
    da gazzetta.it
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