Nel 2021, Jonathan Rea ha avuto l’opportunità di sostituire Casey Stoner in due gare con il team Repsol Honda in MotoGP. Il britannico ha dovuto adattarsi in tempo record alla RC213V, alle gomme Bridgestone e ai freni in carbonio, tutti elementi a lui sconosciuti. Inoltre, fra i due gran premi, Rea ha dovuto continuare a portare avanti l’impegno nel mondiale Superbike, riuscendo però a conquistare due top 8 in MotoGP.
Tuttavia, per Honda l’ottavo posto di Misano ed il settimo di Aragon non sono stati sufficienti per fargli una buona offerta in MotoGP. Rea ha così lasciato la casa dell’ala dorata alla fine del 2014, dopo molti anni insieme, per andare in Kawasaki. Da quel momento, ha vinto il mondiale tutti gli anni e, con sei titoli consecutivi e 99 vittorie, è il pilota più vincente della storia delle derivate di serie.
Pere Riba, capo meccanico Kawasaki in Superbike, conosce Rea meglio di chiunque altro e ha anche corso con lui alla fine della sua carriera da pilota. In un’intervista esclusiva con Motorsport.com afferma: “La gente spesso parla di come andarono le due gare in MotoGP che ha disputato. Non è caduto, nonostante la pressione di Honda. Le libere sono state sul bagnato e anche in queste condizioni è riuscito ad ottenere grandi risultati in gara”.
“Ovviamente non ha vinto. La gente che si aspettava un successo è pazza e non capisce il campionato. Ha ottenuto grandi risultati, in MotoGP è difficile trarre il massimo dall’insieme. Si ha bisogno di più tempo, gli pneumatici sono più specifici e parliamo di un prototipo in cui bisogna mettere tutto insieme, è molto complicato. C’è bisogno di tempo per questo”, prosegue l’ex pilota, che ha corso anche in MotoGP nel 2002 con il team Yamaha D’Antin sostituendo Alex Crivillé quando si è ritirato.
Senza aver mai ricevuto un’offerta buona in MotoGP, Rea ha deciso di proseguire la sua carriera in Superbike, perciò resterà sempre il dubbio di quanto possa aver ottenuto nella categoria dei prototipi: “Se Rea fosse passato alla MotoGP due o tre anni fa e avesse avuto un contratto con un buon team, sarebbe stato davanti. Lo so. In quanto ai dettagli, Jonathan è impressionante”.
Il capo meccanico del sei volte campione del mondo Superbike fa un esempio per chiarire quest’affermazione su Rea: “È evidente dal primo giro di una sessione. È molto sensibile, riesce a ottenere tempi pazzeschi già dal primo giro. In condizioni complicate, è tre o quattro secondi più veloce degli altri piloti. Andare bene in condizioni così è molto difficile, ma in queste situazioni vengono mostrate le abilità del pilota”.
“Johnny ora si capisce con la sua moto come con una fidanzata. È un rapporto molto intimo, capisce tutto velocemente. Questo è il punto principale, è il suo talento naturale. La sua capacità è assolutamente impressionante. Secondo me Jonathan Rea è uno dei cinque piloti migliori del mondo, anche contando quelli che corrono in MotoGP”
da motorsport.com
Tuttavia, per Honda l’ottavo posto di Misano ed il settimo di Aragon non sono stati sufficienti per fargli una buona offerta in MotoGP. Rea ha così lasciato la casa dell’ala dorata alla fine del 2014, dopo molti anni insieme, per andare in Kawasaki. Da quel momento, ha vinto il mondiale tutti gli anni e, con sei titoli consecutivi e 99 vittorie, è il pilota più vincente della storia delle derivate di serie.
Pere Riba, capo meccanico Kawasaki in Superbike, conosce Rea meglio di chiunque altro e ha anche corso con lui alla fine della sua carriera da pilota. In un’intervista esclusiva con Motorsport.com afferma: “La gente spesso parla di come andarono le due gare in MotoGP che ha disputato. Non è caduto, nonostante la pressione di Honda. Le libere sono state sul bagnato e anche in queste condizioni è riuscito ad ottenere grandi risultati in gara”.
“Ovviamente non ha vinto. La gente che si aspettava un successo è pazza e non capisce il campionato. Ha ottenuto grandi risultati, in MotoGP è difficile trarre il massimo dall’insieme. Si ha bisogno di più tempo, gli pneumatici sono più specifici e parliamo di un prototipo in cui bisogna mettere tutto insieme, è molto complicato. C’è bisogno di tempo per questo”, prosegue l’ex pilota, che ha corso anche in MotoGP nel 2002 con il team Yamaha D’Antin sostituendo Alex Crivillé quando si è ritirato.
Senza aver mai ricevuto un’offerta buona in MotoGP, Rea ha deciso di proseguire la sua carriera in Superbike, perciò resterà sempre il dubbio di quanto possa aver ottenuto nella categoria dei prototipi: “Se Rea fosse passato alla MotoGP due o tre anni fa e avesse avuto un contratto con un buon team, sarebbe stato davanti. Lo so. In quanto ai dettagli, Jonathan è impressionante”.
Il capo meccanico del sei volte campione del mondo Superbike fa un esempio per chiarire quest’affermazione su Rea: “È evidente dal primo giro di una sessione. È molto sensibile, riesce a ottenere tempi pazzeschi già dal primo giro. In condizioni complicate, è tre o quattro secondi più veloce degli altri piloti. Andare bene in condizioni così è molto difficile, ma in queste situazioni vengono mostrate le abilità del pilota”.
“Johnny ora si capisce con la sua moto come con una fidanzata. È un rapporto molto intimo, capisce tutto velocemente. Questo è il punto principale, è il suo talento naturale. La sua capacità è assolutamente impressionante. Secondo me Jonathan Rea è uno dei cinque piloti migliori del mondo, anche contando quelli che corrono in MotoGP”
da motorsport.com
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