Con 5 Mondiali a 23 anni fa tremare anche Ago. Marquez ? il nuovo Re. Vice re, governatori e giullari, se ne facciano una ragione.
di Gianluigi Ragno Misterhelmet
![](http://images2.gazzanet.gazzettaobjects.it/wp-content/uploads/sites/43/2016/10/cover-MM93--630x415.jpg?v=20161016113339)
Marc Marquez vince a Motegi, in casa della Honda, e mette in bacheca il quinto titolo. La vittoria multipla di Marc Marquez va in tutte le direzioni dello spazio e del tempo, contemporaneamente a favore e contro le entit? con cui si confronta. Con la Honda, contro la Honda, a casa della Honda.
MARQUEZ RE ? Vince con una moto difficile, problematica, che quando non disarciona, di certo non eccelle. Una buona moto. Facciamo ottima? Di sicuro non un?arma totale. Oppure un?arma totale, come nei film di James Bond, non ancora terminata. Marquez sceglie la via anticonservativa, porta al limite la Honda e sceglie di ottenere il massimo quando pu?, rischiando il massimo. Avete presente la teoria economica che prevede di minimizzare la massima perdita e massimizzare il minimo risultato? No? Meglio cos?, perch? non vi serve. Marquez fa il contrario. E? il doping dell?uomo aggiunto alla macchina, che i normali che ci provano, li rompe. E? lui che giustifica in una sola stagione con il suo strapotere, il rinnovo contrattuale al compagno di squadra, colpevole solo di essere umano.
VINCITORE SPAZIO-TEMPORALE ? Dopo un inverno che tutta la stampa gli riconosce come mediaticamente difficile dimenticando, i responsabili per primi, di esserne artefici, Marquez annulla ogni ipotesi di biscotto. Vince per il presente, il 5? titolo ottenuto, come gli altri allori, contro avversari veri; vince per il futuro, perch? a 23 anni manda in paranoia persino Agostini, che lo vede pi? minaccioso di Rossi; vince verso il passato, con un mondiale cristallino che d? una bella spolverata a qualsiasi ipotesi di complottismo iberico. Il pasticcino Yamaha, autodistrutta da cannibalismi interni e debolezze gestionali pur avendo un mezzo superiore, non bastano a sminuire, distrarre, deviare dal risultato. Marquez, potendo scegliere, fa il solo sforzo di vincere a casa Honda anzich? da qualche altra parte troppo lontana o meno comoda per i festeggiamenti.
PER IL SISTEMA, CONTRO O? SISTEMA ? In una MotoGP che fa fatica a imporsi come Formula1 delle due ruote, che punta sui personaggi e sulle lotte da conferenza stampa, con case che preferiscono il marketing al cronometro e all?anagrafe, Marquez guasta le feste al sistema. Vince prima del limite, toglie ogni gloria ai pi? maturi, continua a bruciare le tappe. E porta alla versione 3.0 i paraculismi inventati da Rossi. Pi? sorridente, pi? gentile, pi? raffinato anche negli sfott?. I calcetti ironici lato carena al traguardo pesano pi? di ogni dichiarazione. Qualcuno capir? che ? proprio il passaggio di testimone naturale, l?antiforzatura del prolungamento delle carriere dei declinanti, a essere la salvezza di un mondo che ha sempre vissuto cos?. Quando ti metti contro la natura, la natura ti punisce. E in MotoGP la natura ? Marquez, mutazione genetica sfuggita ai suoi stessi creatori.
UMANITA?, BAR E PRODOTTI DA FORNO ? Galbusera non ? servito a Rossi, cambiare virtualmente casacca troppo presto non ha giovato a Lorenzo e agli altri. Il doping mediatico e le polemiche tentate a fine stagione non sono servite a far lievitare quel biscotto pur paventato negli ultimi giorni. E nei bar di Andorra non ? stato necessario organizzare alcun meeting. Se c?? un mondiale soffocato nella culla, ? questo. I numerosi vincitori di gare, l?aritmetica non decisiva seppur impietosa, i duelli a distanza, le gomme sconvolgenti e le contromisure mediatiche a distrarre il pubblico, non sono sufficienti. A tre gare dal termine, MM93 pone una lapide pesantissima gi? pronta da settimane. C?? un nuovo re. Vice re, governatori e giullari, se ne facciano una ragione.
Fonte corsedimoto.com
di Gianluigi Ragno Misterhelmet
![](http://images2.gazzanet.gazzettaobjects.it/wp-content/uploads/sites/43/2016/10/cover-MM93--630x415.jpg?v=20161016113339)
Marc Marquez vince a Motegi, in casa della Honda, e mette in bacheca il quinto titolo. La vittoria multipla di Marc Marquez va in tutte le direzioni dello spazio e del tempo, contemporaneamente a favore e contro le entit? con cui si confronta. Con la Honda, contro la Honda, a casa della Honda.
MARQUEZ RE ? Vince con una moto difficile, problematica, che quando non disarciona, di certo non eccelle. Una buona moto. Facciamo ottima? Di sicuro non un?arma totale. Oppure un?arma totale, come nei film di James Bond, non ancora terminata. Marquez sceglie la via anticonservativa, porta al limite la Honda e sceglie di ottenere il massimo quando pu?, rischiando il massimo. Avete presente la teoria economica che prevede di minimizzare la massima perdita e massimizzare il minimo risultato? No? Meglio cos?, perch? non vi serve. Marquez fa il contrario. E? il doping dell?uomo aggiunto alla macchina, che i normali che ci provano, li rompe. E? lui che giustifica in una sola stagione con il suo strapotere, il rinnovo contrattuale al compagno di squadra, colpevole solo di essere umano.
VINCITORE SPAZIO-TEMPORALE ? Dopo un inverno che tutta la stampa gli riconosce come mediaticamente difficile dimenticando, i responsabili per primi, di esserne artefici, Marquez annulla ogni ipotesi di biscotto. Vince per il presente, il 5? titolo ottenuto, come gli altri allori, contro avversari veri; vince per il futuro, perch? a 23 anni manda in paranoia persino Agostini, che lo vede pi? minaccioso di Rossi; vince verso il passato, con un mondiale cristallino che d? una bella spolverata a qualsiasi ipotesi di complottismo iberico. Il pasticcino Yamaha, autodistrutta da cannibalismi interni e debolezze gestionali pur avendo un mezzo superiore, non bastano a sminuire, distrarre, deviare dal risultato. Marquez, potendo scegliere, fa il solo sforzo di vincere a casa Honda anzich? da qualche altra parte troppo lontana o meno comoda per i festeggiamenti.
PER IL SISTEMA, CONTRO O? SISTEMA ? In una MotoGP che fa fatica a imporsi come Formula1 delle due ruote, che punta sui personaggi e sulle lotte da conferenza stampa, con case che preferiscono il marketing al cronometro e all?anagrafe, Marquez guasta le feste al sistema. Vince prima del limite, toglie ogni gloria ai pi? maturi, continua a bruciare le tappe. E porta alla versione 3.0 i paraculismi inventati da Rossi. Pi? sorridente, pi? gentile, pi? raffinato anche negli sfott?. I calcetti ironici lato carena al traguardo pesano pi? di ogni dichiarazione. Qualcuno capir? che ? proprio il passaggio di testimone naturale, l?antiforzatura del prolungamento delle carriere dei declinanti, a essere la salvezza di un mondo che ha sempre vissuto cos?. Quando ti metti contro la natura, la natura ti punisce. E in MotoGP la natura ? Marquez, mutazione genetica sfuggita ai suoi stessi creatori.
UMANITA?, BAR E PRODOTTI DA FORNO ? Galbusera non ? servito a Rossi, cambiare virtualmente casacca troppo presto non ha giovato a Lorenzo e agli altri. Il doping mediatico e le polemiche tentate a fine stagione non sono servite a far lievitare quel biscotto pur paventato negli ultimi giorni. E nei bar di Andorra non ? stato necessario organizzare alcun meeting. Se c?? un mondiale soffocato nella culla, ? questo. I numerosi vincitori di gare, l?aritmetica non decisiva seppur impietosa, i duelli a distanza, le gomme sconvolgenti e le contromisure mediatiche a distrarre il pubblico, non sono sufficienti. A tre gare dal termine, MM93 pone una lapide pesantissima gi? pronta da settimane. C?? un nuovo re. Vice re, governatori e giullari, se ne facciano una ragione.
Fonte corsedimoto.com
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