.....gli altri Top della MotoGP
Durante la trasferta americana della Superbike Luca Semprini ha mandato da Laguna Seca due belle interviste a due grandi campioni americani del passato, Kevin Schwantz e Wayne Rainey. Due che oggi si parlano come vecchi amici ? e lo sono ? e che nella loro epoca, parliamo dei primi anni ?90, erano acerrimi rivali.
Un rivalit?, peraltro, iniziata a casa loro, negli States e terminata nel 1993 proprio con l?incidente che lasci? paralizzato Wayne a Misano.
Quell?anno Kevin vinse il suo unico titolo della 500, strameritato per quanto aveva dato fino ad allora, e poco dopo si ritir?.
Il suo ultimo spettacolo lo tenne al Mugello nel 1995 quando annunci? l?addio fra le lacrime. E? vero: non era pi? lui in quel momento. Il polso massacrato lo faceva soffrire, ma era quanto accaduto a Rainey che faceva pi? male.
Il numero 34, infatti, aveva perso con l?abbandono forzato di Rainey il suo ?nemico?, l?avversario da battere a tutti i costi.
Ce lo raccont?, un giorno, diversi anni dopo, di quanto si fosse sentito solo in pista, da quel momento in poi. E da quanto ci? gli fosse costato agonisticamente parlando. Sembra incredibile ma per Kevin vincere era battere Wayne.
Il tempo, comunque, leva il filo anche ai coltelli pi? taglienti, ma quanto fosse vero che Schwantz avesse bisogno del rivale ce lo conferm? Kevin stesso due anni fa quando, tornato in sella per correre la 8 ore di Suzuka, indoss? il casco con i colori del vecchio nemico. Un omaggio, certo, ma anche la dimostrazione che per il grande texano correre, gareggiare, vincere, era soprattutto una sfida con il grande californiano.
Ne ho conosciuto di piloti come loro due. Non sono unici. Anzi fino a met? degli anni ?90 i campioni erano tutti cos?.
Giacomo Agostini il bello, il bravo, il fortunato ad un certo punto della carriera dopo aver battuto piloti del calibro di Mike Hailwood si ritrov? di fronte Phil Read e scatt? la scintilla: di antipatia. E se non si era mai permesso di dire alcunch? contro Mike The Bike, con Read non si tenne certo.
Barry Sheene e Kenny Roberts non si amarono fin dal primo istante, e Barry non perse mai occasione di dire che l?americano di motociclette e messa a punto non capiva un tubo e per lui una mucca, con le corna, od una moto, con il manubrio fossero la stessa cosa.
E di Freddie Spencer e Eddie Lawson vogliamo parlare?
Quando gli si nominava il grande avversario la replica di Eddie era una sola: per essere grandi bisogna durare. E Freddie, purtroppo, non dur?.
Ma la lista sarebbe lunga, lunghissima senza stare poi a ricordare il recente passato di Rossi che dei suoi rivali ha sempre fatto dei nemici: Biaggi, Gibernau, Stoner, poi Lorenzo, il muro e credeteci, oggi le cose non sono cambiate se non apparentemente con Marc Marquez.
Parlando del presente, con Indianapolis alle porte perch? dunque con Magic Marc dovrebbe essere diverso? Perch? dovrebbero amarsi e continuare la pantomima di quanto sei bravo tu, no sei bravo tu ed io ho tutto da imparare?
Rainey, un pilota sportivo, leale, corretto, ha detto a Laguna ci? che tutti pensano ma non osano dire: i piloti politicamente corretti ci hanno stufato.
Attenzione, non parliamo di sportellate, carenate e cose di questo tipo: una volta, non chiedetemi l?anno, Schwantz durante le prove di un GP di Cecoslovacchia fece un ingresso un po? duro, pericoloso diciamo, su Eddie Lawson. Questi lo segu?, letteralmente, fino all?interno del box Suzuki, scese dalla moto, anzi la avrebbe lasciata cadere se un meccanico misericordioso non l?avesse tenuta s?, e paratosi di fronte a Kevin gli dette una capocciata, casco contro casco, urlandogli in faccia. Poi come se nulla fosse accaduto fu aiutato a riaccendere la moto dai meccanici Suzuki e se ne torn? in pista a fare il suo lavoro.
Alla sera della questione, comunque, non si parl? pi?, nonostante la scena l?avessimo vista in molti. E che io sappia non figura forse nemmeno pi? fra i loro ricordi.
Dunque i piloti allora non erano di plastica, il che per me significa una cosa sola: non si vergognavano del proprio carattere. Se c?era qualcosa da dire la dicevano, in pista ogni tanto superavano il limite, aiutati anche dal fatto che c?erano poche telecamere, ma rimanevano sempre s? stessi.
E non venitemi a parlare di mondo diverso, di guadagni, sponsor e fregnacce di questo tipo perch? quei ragazzi, grazie alla massiccia presenza dei tabaccai, avevano ingaggi di assoluto rispetto.
Questa lunga introduzione ? solo perch? Wayne mi ha fatto venire in mente di stilare una specie di lista dei piloti attuali sotto questo punto di vista. Sono tutti di plastica? E chi lo ? meno o pi? degli altri?
Temo, ahim?, che venga fuori una cosa politicamente scorretta, ma tant?? voglio onorare, trentotto anni dopo che mi fu affibbiato da Barry Sheene il soprannome di ?Skandalera?.
Ora non lo sono pi?. Peccato. Gli amici hanno superato i nemici. E? l?et?. I tempi. Del resto oggi quando un pilota si permette di esprimere una frase appena un po? colorita e qualcuno la riporta intervengono, se non subito i PR, i perbenisti del ciufolo. Quelli che non ci mettono mai la faccia, n? con i piloti n? tantomeno con i manager. Addirittura pontificano spesso dalla scrivania. Quando, come diceva Lawson, l?unica cosa che conta ? durare. Perch? la cosa importante ? dire ? e scrivere ? ci? che si pensa, lasciando il giudizio a chi hai davanti, ma veramente.
Perch? dire che si ama il motociclismo puro e duro, fare la difesa d?ufficio delle carenate e poi pretendere che i piloti parlino come cherubini ? semplicemente stupido. Che ? poi ci? che ha detto Wayne Rainey: basta con i piloti di plastica.
Allora andiamo. Non sto giudicando nessuno, sto solo scrivendo quello che penso, come farebbe chiunque di voi dopo aver conosciuto, da vicino, e non attraverso filtri pi? o meno efficaci, questi campioni. Non tutti, solo quelli che in questo momento penso di conoscere meglio.
VALENTINO ROSSI, THE MENTALIST ? Il pi? bell?esempio di bipolarit? che conosca. Valentino ? un genio. Quando gli fai una domanda ti legge nella mente ed ? capace di darti esattamente la risposta che ti aspetti. Ci? vuol dire che soppesa sempre ci? che dice, ma lo fa in una frazione di secondo. Il che equivale ad affermare che se vuole attaccare verbalmente qualcuno lo fa. Peraltro le sue parole non sono mai scontate. La domanda ? una sola: perch? ormai molto spesso ? cos? mieloso con i rivali (rimasti)? Ve lo diciamo subito: non sempre ? in grado di batterli. Facciamolo tornare ai bei tempi ed avremmo il Muhammad Al? del motomondiale. Quando si toglie un sassolino dalle scarpe lui, sul malcapitato ha l?effetto di un macigno.
JORGE LORENZO, LA CLASSE, A NUDO ? Jorge ? l?esempio di quanto i tempi moderni possano influire (negativamente) sui piloti. Cresciuto nell?era Valentino all?inizio della sua carriera ha immaginato che per avere successo bisognasse essere come lui. E allora ecco le scenette. Quando le vedevamo l?effetto era quello del gessetto grattato sulla lavagna. Non ? che ci piacessero quelle di Rossi, ma vedere Porfuera, un introverso, aggressivo ma leale, copiare ci faceva star male. Jorge ? un Biaggi evoluto. E ci ricorda molto anche Eddie Lawson e come lui non ? amato dalle masse. Ma chi ha bisogno di adulazione? Non sicuramente Jorge. Ad uno come lui bisogna ammirarlo perch? finalmente da qualche anno ? s? stesso e si mette a nudo senza pudore! Rispetto.
ANDREA IANNONE, PERSONAGGIO IN CERCA D?AUTORE ? Crazy Joe, The Maniac, il Truzzo. Qual?? il vero Andrea Iannone? Il dubbio, per il momento, ? che non lo sappia neanche lui. E? un personaggio in cerca d?autore ed il perch? ? ovvio: gli mancano ancora gli speroni d?argento perch? non ha ancora vinto, in MotoGP, ovvio. Se riuscir? a completare con qualche podio e vittoria il suo puzzle potrebbe stupirci, perch? ha carattere. Non ? il duro che vuol sembrare, ma non ha paura di parlare. Parte della sua fortuna ? aver incontrato Carlo Pernat. Carletto non piace a tutti, e ci mancherebbe altro, ma sa come convogliare le energie di un pilota meglio di chiunque altro.
MARC MARQUEZ, LA MASCHERA DI FERRO ? La vita gli sorride e lui sorride alla vita. Troppo. Marc ? simpatico e non si nasconde, ? un talento straordinario ma ? pi? duro di quanto lasci trapelare all?esterno. Grazie alla sua intelligenza ha capito che gli idoli, prima di infrangerli, vanno rispettati. Solo cos? dopo c?? gusto a buttarli gi?. Ora per? sarebbe il caso che gettasse la maschera. Un po? lo ha fatto dopo la collisione di Assen, ma non ? andato sino in fondo. Ci piacerebbe che si lasciasse un po? andare, ma poich? si rende conto che molto gli ? stato perdonato nel passato, ha capito che non ? ancora il momento per farlo. E poi quello che ha di fronte si chiama Valentino Rossi. La storia la conosce. Rischierebbe troppo in popolarit?. Certo ? che il flirt con Vale ? finito.
ANDREA DOVIZIOSO, UMANO, TROPPO UMANO ? Una persona adorabile, un uomo intelligente ed anche un bel pilota. L?unico che quando ti parla ti spiega i suoi problemi quali sono veramente, facendosi capire. Non uno che getta l? la prima scusa che gli viene in mente. E? fin troppo intelligente in uno sport in cui un po? di ignoranza non guasta. Non l?ho mai visto perdere veramente le staffe, ma nel privato gli sar? successo no? Non so se i suoi colleghi, al mattino, prima di scendere in pista fanno ginnastica a corpo libero per scaldarsi, beh lui la fa. Fa bene, intendiamoci ma questo da il metro del controllo che esercita su tutto ci? che ha intorno. Non ? di plastica, anzi forse ? il pi? vero di tutti, ma forse nel suo caso essere ?il pilota della porta accanto? non paga. Lui lo sa e (storcendo un po? il naso) lo accetta. Il motociclismo non ? per chi riflette troppo.
DANI PEDROSA, LA FORMICA COMBATTENTE ? Dall?esterno Dani ? un ragazzo d?oro. Sempre pacato, da quando ? in MotoGP non lo abbiamo mai visto alterato, al contrario di quanto gli accadeva quando correva nelle cilindrate minori. Anche se potrebbe sembrare noioso ? e nelle conferenze post gare o prove a volte lo ? ? Dani va ascoltato con attenzione. Se gli si fa una domanda stupida o troppo aggressiva, ribatte. E ci? fa capire che dietro al fisico da lanciatore di coriandoli si trova un combattente mica da ridere. E? uno tosto, Pedrosa e lo si capisce se si enumerano incidenti ed operazioni che ha subito e superato.
CAL CRUTCHLOW, IL RE DELLA SMORFIA ? Cal ? quello che pi? si avvicina ai piloti di una volta. Non se la tira, ti ferma per primo se ha una cosa da dirti, piacevole o spiacevole che sia. Qualcunque cosa abbia in testa la tira fuori, senza peli sulla lingua. E con una certa ironia. Se fosse o diventasse un vincitore seriale avremmo un grande personaggio. La domanda ?: ? veramente cos? o si ? costruito? Secondo noi un po? le due cose, questo ? sicuramente il suo carattere e come nel caso di Colin Edwards ? sboccato, politicamente scorretto, un po? guerrafondaio ? Crutchlow ci gioca. E fa bene.
NICKY HAYDEN, IL CAMPIONE DELLA PORTA ACCANTO ? L?unico pilota del mondiale sempre politicamente corretto senza essere di plastica. Nicky ? Mr Nice Guy. In moto o se ti capita di farci colazione al mattino, magari assieme al padre, Earl, ? sempre fantastico. Nicky non ? uno senza emozioni, e lo ha dimostrato nel 2006 quando per poco Pedrosa non gli fece perdere il mondiale, ma le controlla pur senza darti l?impressione di nasconderti qualcosa. E? semplicemente una persona ben educata e sensibile quanto basta per capire fino a dove pu? spingersi con il suo interlocutore. Le sue mezze frasi che finiscono con una risata, quando lo si tira dentro qualche argomento scottante, valgono da sole un dieci in pagella.
Ecco, per il momento questa ? la mia personalissima opinione su alcuni dei piloti attuali del motomondiale. Non mi fermer? qui.
Fonte gpone.com/paoloscalera
Durante la trasferta americana della Superbike Luca Semprini ha mandato da Laguna Seca due belle interviste a due grandi campioni americani del passato, Kevin Schwantz e Wayne Rainey. Due che oggi si parlano come vecchi amici ? e lo sono ? e che nella loro epoca, parliamo dei primi anni ?90, erano acerrimi rivali.
Un rivalit?, peraltro, iniziata a casa loro, negli States e terminata nel 1993 proprio con l?incidente che lasci? paralizzato Wayne a Misano.
Quell?anno Kevin vinse il suo unico titolo della 500, strameritato per quanto aveva dato fino ad allora, e poco dopo si ritir?.
Il suo ultimo spettacolo lo tenne al Mugello nel 1995 quando annunci? l?addio fra le lacrime. E? vero: non era pi? lui in quel momento. Il polso massacrato lo faceva soffrire, ma era quanto accaduto a Rainey che faceva pi? male.
Il numero 34, infatti, aveva perso con l?abbandono forzato di Rainey il suo ?nemico?, l?avversario da battere a tutti i costi.
Ce lo raccont?, un giorno, diversi anni dopo, di quanto si fosse sentito solo in pista, da quel momento in poi. E da quanto ci? gli fosse costato agonisticamente parlando. Sembra incredibile ma per Kevin vincere era battere Wayne.
Il tempo, comunque, leva il filo anche ai coltelli pi? taglienti, ma quanto fosse vero che Schwantz avesse bisogno del rivale ce lo conferm? Kevin stesso due anni fa quando, tornato in sella per correre la 8 ore di Suzuka, indoss? il casco con i colori del vecchio nemico. Un omaggio, certo, ma anche la dimostrazione che per il grande texano correre, gareggiare, vincere, era soprattutto una sfida con il grande californiano.
Ne ho conosciuto di piloti come loro due. Non sono unici. Anzi fino a met? degli anni ?90 i campioni erano tutti cos?.
Giacomo Agostini il bello, il bravo, il fortunato ad un certo punto della carriera dopo aver battuto piloti del calibro di Mike Hailwood si ritrov? di fronte Phil Read e scatt? la scintilla: di antipatia. E se non si era mai permesso di dire alcunch? contro Mike The Bike, con Read non si tenne certo.
Barry Sheene e Kenny Roberts non si amarono fin dal primo istante, e Barry non perse mai occasione di dire che l?americano di motociclette e messa a punto non capiva un tubo e per lui una mucca, con le corna, od una moto, con il manubrio fossero la stessa cosa.
E di Freddie Spencer e Eddie Lawson vogliamo parlare?
Quando gli si nominava il grande avversario la replica di Eddie era una sola: per essere grandi bisogna durare. E Freddie, purtroppo, non dur?.
Ma la lista sarebbe lunga, lunghissima senza stare poi a ricordare il recente passato di Rossi che dei suoi rivali ha sempre fatto dei nemici: Biaggi, Gibernau, Stoner, poi Lorenzo, il muro e credeteci, oggi le cose non sono cambiate se non apparentemente con Marc Marquez.
Parlando del presente, con Indianapolis alle porte perch? dunque con Magic Marc dovrebbe essere diverso? Perch? dovrebbero amarsi e continuare la pantomima di quanto sei bravo tu, no sei bravo tu ed io ho tutto da imparare?
Rainey, un pilota sportivo, leale, corretto, ha detto a Laguna ci? che tutti pensano ma non osano dire: i piloti politicamente corretti ci hanno stufato.
Attenzione, non parliamo di sportellate, carenate e cose di questo tipo: una volta, non chiedetemi l?anno, Schwantz durante le prove di un GP di Cecoslovacchia fece un ingresso un po? duro, pericoloso diciamo, su Eddie Lawson. Questi lo segu?, letteralmente, fino all?interno del box Suzuki, scese dalla moto, anzi la avrebbe lasciata cadere se un meccanico misericordioso non l?avesse tenuta s?, e paratosi di fronte a Kevin gli dette una capocciata, casco contro casco, urlandogli in faccia. Poi come se nulla fosse accaduto fu aiutato a riaccendere la moto dai meccanici Suzuki e se ne torn? in pista a fare il suo lavoro.
Alla sera della questione, comunque, non si parl? pi?, nonostante la scena l?avessimo vista in molti. E che io sappia non figura forse nemmeno pi? fra i loro ricordi.
Dunque i piloti allora non erano di plastica, il che per me significa una cosa sola: non si vergognavano del proprio carattere. Se c?era qualcosa da dire la dicevano, in pista ogni tanto superavano il limite, aiutati anche dal fatto che c?erano poche telecamere, ma rimanevano sempre s? stessi.
E non venitemi a parlare di mondo diverso, di guadagni, sponsor e fregnacce di questo tipo perch? quei ragazzi, grazie alla massiccia presenza dei tabaccai, avevano ingaggi di assoluto rispetto.
Questa lunga introduzione ? solo perch? Wayne mi ha fatto venire in mente di stilare una specie di lista dei piloti attuali sotto questo punto di vista. Sono tutti di plastica? E chi lo ? meno o pi? degli altri?
Temo, ahim?, che venga fuori una cosa politicamente scorretta, ma tant?? voglio onorare, trentotto anni dopo che mi fu affibbiato da Barry Sheene il soprannome di ?Skandalera?.
Ora non lo sono pi?. Peccato. Gli amici hanno superato i nemici. E? l?et?. I tempi. Del resto oggi quando un pilota si permette di esprimere una frase appena un po? colorita e qualcuno la riporta intervengono, se non subito i PR, i perbenisti del ciufolo. Quelli che non ci mettono mai la faccia, n? con i piloti n? tantomeno con i manager. Addirittura pontificano spesso dalla scrivania. Quando, come diceva Lawson, l?unica cosa che conta ? durare. Perch? la cosa importante ? dire ? e scrivere ? ci? che si pensa, lasciando il giudizio a chi hai davanti, ma veramente.
Perch? dire che si ama il motociclismo puro e duro, fare la difesa d?ufficio delle carenate e poi pretendere che i piloti parlino come cherubini ? semplicemente stupido. Che ? poi ci? che ha detto Wayne Rainey: basta con i piloti di plastica.
Allora andiamo. Non sto giudicando nessuno, sto solo scrivendo quello che penso, come farebbe chiunque di voi dopo aver conosciuto, da vicino, e non attraverso filtri pi? o meno efficaci, questi campioni. Non tutti, solo quelli che in questo momento penso di conoscere meglio.
VALENTINO ROSSI, THE MENTALIST ? Il pi? bell?esempio di bipolarit? che conosca. Valentino ? un genio. Quando gli fai una domanda ti legge nella mente ed ? capace di darti esattamente la risposta che ti aspetti. Ci? vuol dire che soppesa sempre ci? che dice, ma lo fa in una frazione di secondo. Il che equivale ad affermare che se vuole attaccare verbalmente qualcuno lo fa. Peraltro le sue parole non sono mai scontate. La domanda ? una sola: perch? ormai molto spesso ? cos? mieloso con i rivali (rimasti)? Ve lo diciamo subito: non sempre ? in grado di batterli. Facciamolo tornare ai bei tempi ed avremmo il Muhammad Al? del motomondiale. Quando si toglie un sassolino dalle scarpe lui, sul malcapitato ha l?effetto di un macigno.
JORGE LORENZO, LA CLASSE, A NUDO ? Jorge ? l?esempio di quanto i tempi moderni possano influire (negativamente) sui piloti. Cresciuto nell?era Valentino all?inizio della sua carriera ha immaginato che per avere successo bisognasse essere come lui. E allora ecco le scenette. Quando le vedevamo l?effetto era quello del gessetto grattato sulla lavagna. Non ? che ci piacessero quelle di Rossi, ma vedere Porfuera, un introverso, aggressivo ma leale, copiare ci faceva star male. Jorge ? un Biaggi evoluto. E ci ricorda molto anche Eddie Lawson e come lui non ? amato dalle masse. Ma chi ha bisogno di adulazione? Non sicuramente Jorge. Ad uno come lui bisogna ammirarlo perch? finalmente da qualche anno ? s? stesso e si mette a nudo senza pudore! Rispetto.
ANDREA IANNONE, PERSONAGGIO IN CERCA D?AUTORE ? Crazy Joe, The Maniac, il Truzzo. Qual?? il vero Andrea Iannone? Il dubbio, per il momento, ? che non lo sappia neanche lui. E? un personaggio in cerca d?autore ed il perch? ? ovvio: gli mancano ancora gli speroni d?argento perch? non ha ancora vinto, in MotoGP, ovvio. Se riuscir? a completare con qualche podio e vittoria il suo puzzle potrebbe stupirci, perch? ha carattere. Non ? il duro che vuol sembrare, ma non ha paura di parlare. Parte della sua fortuna ? aver incontrato Carlo Pernat. Carletto non piace a tutti, e ci mancherebbe altro, ma sa come convogliare le energie di un pilota meglio di chiunque altro.
MARC MARQUEZ, LA MASCHERA DI FERRO ? La vita gli sorride e lui sorride alla vita. Troppo. Marc ? simpatico e non si nasconde, ? un talento straordinario ma ? pi? duro di quanto lasci trapelare all?esterno. Grazie alla sua intelligenza ha capito che gli idoli, prima di infrangerli, vanno rispettati. Solo cos? dopo c?? gusto a buttarli gi?. Ora per? sarebbe il caso che gettasse la maschera. Un po? lo ha fatto dopo la collisione di Assen, ma non ? andato sino in fondo. Ci piacerebbe che si lasciasse un po? andare, ma poich? si rende conto che molto gli ? stato perdonato nel passato, ha capito che non ? ancora il momento per farlo. E poi quello che ha di fronte si chiama Valentino Rossi. La storia la conosce. Rischierebbe troppo in popolarit?. Certo ? che il flirt con Vale ? finito.
ANDREA DOVIZIOSO, UMANO, TROPPO UMANO ? Una persona adorabile, un uomo intelligente ed anche un bel pilota. L?unico che quando ti parla ti spiega i suoi problemi quali sono veramente, facendosi capire. Non uno che getta l? la prima scusa che gli viene in mente. E? fin troppo intelligente in uno sport in cui un po? di ignoranza non guasta. Non l?ho mai visto perdere veramente le staffe, ma nel privato gli sar? successo no? Non so se i suoi colleghi, al mattino, prima di scendere in pista fanno ginnastica a corpo libero per scaldarsi, beh lui la fa. Fa bene, intendiamoci ma questo da il metro del controllo che esercita su tutto ci? che ha intorno. Non ? di plastica, anzi forse ? il pi? vero di tutti, ma forse nel suo caso essere ?il pilota della porta accanto? non paga. Lui lo sa e (storcendo un po? il naso) lo accetta. Il motociclismo non ? per chi riflette troppo.
DANI PEDROSA, LA FORMICA COMBATTENTE ? Dall?esterno Dani ? un ragazzo d?oro. Sempre pacato, da quando ? in MotoGP non lo abbiamo mai visto alterato, al contrario di quanto gli accadeva quando correva nelle cilindrate minori. Anche se potrebbe sembrare noioso ? e nelle conferenze post gare o prove a volte lo ? ? Dani va ascoltato con attenzione. Se gli si fa una domanda stupida o troppo aggressiva, ribatte. E ci? fa capire che dietro al fisico da lanciatore di coriandoli si trova un combattente mica da ridere. E? uno tosto, Pedrosa e lo si capisce se si enumerano incidenti ed operazioni che ha subito e superato.
CAL CRUTCHLOW, IL RE DELLA SMORFIA ? Cal ? quello che pi? si avvicina ai piloti di una volta. Non se la tira, ti ferma per primo se ha una cosa da dirti, piacevole o spiacevole che sia. Qualcunque cosa abbia in testa la tira fuori, senza peli sulla lingua. E con una certa ironia. Se fosse o diventasse un vincitore seriale avremmo un grande personaggio. La domanda ?: ? veramente cos? o si ? costruito? Secondo noi un po? le due cose, questo ? sicuramente il suo carattere e come nel caso di Colin Edwards ? sboccato, politicamente scorretto, un po? guerrafondaio ? Crutchlow ci gioca. E fa bene.
NICKY HAYDEN, IL CAMPIONE DELLA PORTA ACCANTO ? L?unico pilota del mondiale sempre politicamente corretto senza essere di plastica. Nicky ? Mr Nice Guy. In moto o se ti capita di farci colazione al mattino, magari assieme al padre, Earl, ? sempre fantastico. Nicky non ? uno senza emozioni, e lo ha dimostrato nel 2006 quando per poco Pedrosa non gli fece perdere il mondiale, ma le controlla pur senza darti l?impressione di nasconderti qualcosa. E? semplicemente una persona ben educata e sensibile quanto basta per capire fino a dove pu? spingersi con il suo interlocutore. Le sue mezze frasi che finiscono con una risata, quando lo si tira dentro qualche argomento scottante, valgono da sole un dieci in pagella.
Ecco, per il momento questa ? la mia personalissima opinione su alcuni dei piloti attuali del motomondiale. Non mi fermer? qui.
Fonte gpone.com/paoloscalera
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