?Ho scelto un mio erede per quanto riguarda la clinica mobile. Ci sono maestri che non designano mai nessun successore, altri che lo fanno quando ormai ? troppo tardi. Io invece ho deciso di affidarmi al cuore e alla passione di Michele Zasa, che essendo giovane pu? interpretare al meglio la filosofia della Clinica Mobile: aiutare i piloti, ovvero i nostri pi? cari amici, i nostri eroi?.
Esordisce cos? Claudio Costa, poco dopo la pubblicazione del comunicato che annuncia il passaggio di consegne all?interno della ?sua? clinica mobile. Lui ?, per tutti gli appassionati di Motomondiale, il ?dottor Costa?, il medico dei piloti nonch? l?ideatore della Clinica Mobile. La sua avventura ? iniziata negli anni ?70, e nel corso del tempo la sua figura e l?operato della sua squadra sono stati fondamentali per la salute dei piloti. Oggi, dopo 40 anni di lavoro, ha deciso che era ora di lasciare ai pi? giovani.
Un momento di transizione per lei, esattamente quello che sembra vivere oggi il Motomondiale?
Come in tutte le epoche ? commenta Costa - c?? un sole che tramonta e uno che sorge. Per uno che tramonta, come quello di Valentino, che ha illuminato e riscaldato il cuore di tantissimi, ce n?? uno che sorge, ovvero Marquez, che riesce ad andare anche al di l? della perfezione di Lorenzo. Siamo sicuramente in una fase di passaggio.
Dottore, tornando al suo di passaggio, che futuro vede per la Clinica Mobile?
Sicuramente roseo. Parlando del nostro mondo, infatti, so che ci sono delle eccellenze scientifiche che saranno al servizio del Motomondiale. Il Medical Center e la Clinica mobile andranno a sostenere sempre di pi? la cura dei piloti feriti, per cui mi sento di dire che la strada intrapresa ? quella giusta.
Nel corso degli anni, con l?avanzare della sicurezza dei circuiti e di tute e caschi, il lavoro della Clinica Mobile ? cambiato?
Certamente, anche se dobbiamo essere onesti. Nel motociclismo, nello sport che amiamo pi? di tutti, la tragedia purtroppo non pu? scomparire del tutto dalla pista, per quanto la tecnologia ci dia una grossa mano. Anche i circuiti stanno facendo dei passi avanti, con la rimozione o l?allontanamento dalla pista di diversi ostacoli. Gli incidenti per? ci sono e ci saranno lo stesso, perch? il rischio ? anche quello che il pilota venga investito. E? accaduto a Marco (Simoncelli), e nel 2013 ad Andrea Antonelli e al povero Doriano Romboni, che ricordo sempre con tanto affetto.
Da federmoto.it
Esordisce cos? Claudio Costa, poco dopo la pubblicazione del comunicato che annuncia il passaggio di consegne all?interno della ?sua? clinica mobile. Lui ?, per tutti gli appassionati di Motomondiale, il ?dottor Costa?, il medico dei piloti nonch? l?ideatore della Clinica Mobile. La sua avventura ? iniziata negli anni ?70, e nel corso del tempo la sua figura e l?operato della sua squadra sono stati fondamentali per la salute dei piloti. Oggi, dopo 40 anni di lavoro, ha deciso che era ora di lasciare ai pi? giovani.
Un momento di transizione per lei, esattamente quello che sembra vivere oggi il Motomondiale?
Come in tutte le epoche ? commenta Costa - c?? un sole che tramonta e uno che sorge. Per uno che tramonta, come quello di Valentino, che ha illuminato e riscaldato il cuore di tantissimi, ce n?? uno che sorge, ovvero Marquez, che riesce ad andare anche al di l? della perfezione di Lorenzo. Siamo sicuramente in una fase di passaggio.
Dottore, tornando al suo di passaggio, che futuro vede per la Clinica Mobile?
Sicuramente roseo. Parlando del nostro mondo, infatti, so che ci sono delle eccellenze scientifiche che saranno al servizio del Motomondiale. Il Medical Center e la Clinica mobile andranno a sostenere sempre di pi? la cura dei piloti feriti, per cui mi sento di dire che la strada intrapresa ? quella giusta.
Nel corso degli anni, con l?avanzare della sicurezza dei circuiti e di tute e caschi, il lavoro della Clinica Mobile ? cambiato?
Certamente, anche se dobbiamo essere onesti. Nel motociclismo, nello sport che amiamo pi? di tutti, la tragedia purtroppo non pu? scomparire del tutto dalla pista, per quanto la tecnologia ci dia una grossa mano. Anche i circuiti stanno facendo dei passi avanti, con la rimozione o l?allontanamento dalla pista di diversi ostacoli. Gli incidenti per? ci sono e ci saranno lo stesso, perch? il rischio ? anche quello che il pilota venga investito. E? accaduto a Marco (Simoncelli), e nel 2013 ad Andrea Antonelli e al povero Doriano Romboni, che ricordo sempre con tanto affetto.
Da federmoto.it
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