DIECI ANNI DI MOTOMONDIALE SENZA KATO
Il 6 aprile del 2003 il pilota giapponese fu vittima di un incidente mortale durante il GP di Suzuka
ALBERTO GASPARRI06/04/13
Sono passati dieci anni, ma sembra ieri. Daijiro Kato ? ufficialmente morto il 20 aprile del 2003, ma in realt? ha smesso di vivere il 6 dello stesso mese, quando fu vittima di un terribile schianto durante la gara della MotoGP a Suzuka. Le restanti due settimane il pilota giapponese, nato a Saitama il 4 luglio del 1976, le ha trascorse in coma in ospedale, ma alla fine per lui non c'? stato nulla da fare. E' morto all'et? di 26 anni, lasciando nella disperazione la moglie Makiko e i figli Ikko e Rinka, e attonito tutto il Motomondiale.
L'incidente ? avvenuto sul finire del terzo giro all'altezza della variante che immette sul rettilineo di partenza. Kato, sulla Honda ufficiale del team Gresini, ha perso il controllo della sua moto e si ? andato a schiantare contro il muro a bordo pista a circa 140 km/h. Terribili le conseguenze per testa, collo e torace. Lesioni gravissime che hanno spezzato la sua giovane vita all'alba di una domenica divenuta tragica. Ancora oggi non ? chiaro cosa sia realmente successo, ma si parla di un problema tecnico che la Honda non ha mai voluto confermare. Sta di fatto che quella fu l'ultima gara del Motomondiale che si corse sul tracciato giapponese.
Come tanti coetanei, Kato aveva iniziato la sua carriera con le minimoto prima di passare a quelle da GP. Nel 1997 vinse il campionato nazionale della 250, ma gi? l'anno prima esord? nel Mondiale chiudendo terzo la gara di casa della quarto di litro alla quale aveva preso parte come wild card e dodici mesi dopo fece ancora meglio, salendo sul gradino pi? alto, ripetendosi anche nel 1998. Due vittorie che lo proiettarono in pianta stabile nel massimo campionato iridato nel 2000: quattro GP vinti e terzo nella classifica finale. Nel 2001 ottenne il titolo della 250 (11 gare vinte) con la Honda della squadra di Fausto Gresini, che sarebbe diventata la sua seconda famiglia. Con il numero uno in tasca, Kato pass? in MotoGP nel 2002 in sella alla "vecchia" 500 due tempi, prima che i brillanti risultati spinsero i vertici di Tokyo ad affidargli la RC211V a quattro tempi dalla gara di Brno. Chiuse la stagione del debutto con una pole position e due secondi posti (in Spagna dietro Rossi, in Repubblica Ceca dietro Biaggi), il settimo posto finale e il riconoscimento di rookie of the year.
Il 2003 avrebbe dovuto essere l'anno della consacrazione nella classe regina, ma la gara inaugurale della stagione fu anche l'ultima di una carriera che lo vide conquistare 17 GP, 27 podi e 11 pole. Alla corsa successiva, in Sudafrica, tutti i piloti cucirono sulle tute e attaccarono su moto e caschi il numero 74 (poi ritirato dalla Federazione) che lo aveva identificato nei sui anni in pista. Il compagno di box Sete Gibernau, insieme a tutta la squadra, affrontarono il weekend con il lutto al braccio e lo spagnolo riusc? a vincere, dedicando il successo a Daijiro nella commozione generale. A Misano, dove Kato viveva durante la stagione agonistica, gli ? stata intitolata una via accanto all'autodromo, ma sono numerose le manifestazioni e le iniziativa che ogni anno si ripetono in suo onore, anche in Italia. Perch? Daijiro Kato, o "Dagli un giro Kato" come lo avevano soprannominato i suoi meccanici italiani, ha lasciato un grande ricordo di s? nel periodo trascorso al team Gresini, lo stesso che pochi anni dopo avrebbe rivissuto il medesimo dramma con Marco Simoncelli.
Il 6 aprile del 2003 il pilota giapponese fu vittima di un incidente mortale durante il GP di Suzuka
ALBERTO GASPARRI06/04/13
Sono passati dieci anni, ma sembra ieri. Daijiro Kato ? ufficialmente morto il 20 aprile del 2003, ma in realt? ha smesso di vivere il 6 dello stesso mese, quando fu vittima di un terribile schianto durante la gara della MotoGP a Suzuka. Le restanti due settimane il pilota giapponese, nato a Saitama il 4 luglio del 1976, le ha trascorse in coma in ospedale, ma alla fine per lui non c'? stato nulla da fare. E' morto all'et? di 26 anni, lasciando nella disperazione la moglie Makiko e i figli Ikko e Rinka, e attonito tutto il Motomondiale.
L'incidente ? avvenuto sul finire del terzo giro all'altezza della variante che immette sul rettilineo di partenza. Kato, sulla Honda ufficiale del team Gresini, ha perso il controllo della sua moto e si ? andato a schiantare contro il muro a bordo pista a circa 140 km/h. Terribili le conseguenze per testa, collo e torace. Lesioni gravissime che hanno spezzato la sua giovane vita all'alba di una domenica divenuta tragica. Ancora oggi non ? chiaro cosa sia realmente successo, ma si parla di un problema tecnico che la Honda non ha mai voluto confermare. Sta di fatto che quella fu l'ultima gara del Motomondiale che si corse sul tracciato giapponese.
Come tanti coetanei, Kato aveva iniziato la sua carriera con le minimoto prima di passare a quelle da GP. Nel 1997 vinse il campionato nazionale della 250, ma gi? l'anno prima esord? nel Mondiale chiudendo terzo la gara di casa della quarto di litro alla quale aveva preso parte come wild card e dodici mesi dopo fece ancora meglio, salendo sul gradino pi? alto, ripetendosi anche nel 1998. Due vittorie che lo proiettarono in pianta stabile nel massimo campionato iridato nel 2000: quattro GP vinti e terzo nella classifica finale. Nel 2001 ottenne il titolo della 250 (11 gare vinte) con la Honda della squadra di Fausto Gresini, che sarebbe diventata la sua seconda famiglia. Con il numero uno in tasca, Kato pass? in MotoGP nel 2002 in sella alla "vecchia" 500 due tempi, prima che i brillanti risultati spinsero i vertici di Tokyo ad affidargli la RC211V a quattro tempi dalla gara di Brno. Chiuse la stagione del debutto con una pole position e due secondi posti (in Spagna dietro Rossi, in Repubblica Ceca dietro Biaggi), il settimo posto finale e il riconoscimento di rookie of the year.
Il 2003 avrebbe dovuto essere l'anno della consacrazione nella classe regina, ma la gara inaugurale della stagione fu anche l'ultima di una carriera che lo vide conquistare 17 GP, 27 podi e 11 pole. Alla corsa successiva, in Sudafrica, tutti i piloti cucirono sulle tute e attaccarono su moto e caschi il numero 74 (poi ritirato dalla Federazione) che lo aveva identificato nei sui anni in pista. Il compagno di box Sete Gibernau, insieme a tutta la squadra, affrontarono il weekend con il lutto al braccio e lo spagnolo riusc? a vincere, dedicando il successo a Daijiro nella commozione generale. A Misano, dove Kato viveva durante la stagione agonistica, gli ? stata intitolata una via accanto all'autodromo, ma sono numerose le manifestazioni e le iniziativa che ogni anno si ripetono in suo onore, anche in Italia. Perch? Daijiro Kato, o "Dagli un giro Kato" come lo avevano soprannominato i suoi meccanici italiani, ha lasciato un grande ricordo di s? nel periodo trascorso al team Gresini, lo stesso che pochi anni dopo avrebbe rivissuto il medesimo dramma con Marco Simoncelli.
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