Bravo
Non ha rubato niente a nessuno
Non capita spessissimo. E' successo a Stefan Bradl, festeggiato come campione del mondo non dopo la gara, ma gi? a met? delle qualifiche: Marquez non si ? presentato, e Stefan ? cos? entrato in possesso della corona senza neppure doversela giocare. “Mi dispiace per Marc. E, viste le vittorie che ha ottenuto quest'anno, pu? anche darsi che l'anno prossimo vinca a mani basse. E' vero: ha collezionato pi? successi del sottoscritto, quest'anno, ma, per sua sfortuna, io sono stato molto pi? costante di lui”. Questa l'analisi del giovane tedesco, diventato campione vent'anni dopo che suo padre, sempre nella classe di mezzo (che a quel tempo era ancora la 250) aveva concluso il campionato secondo. Un figlio capace di far meglio del padre. Qualcosa che Helmut aveva previsto probabilmente gi? qualche tempo fa quando, passandogli un braccio attorno alla spalla, aveva ammesso: “Io, da insegnarti non ho pi? niente”.
Stefan ? il pi? giovane campione del mondo che la Germania abbia mai avuto. Un po' per i suoi ventun'anni appena, un po' perch? vincere il titolo deve essere una sensazione forte, Bradl junior era visibilmente emozionato, nella conferenza stampa a cui si ? sottoposto nel pomeriggio come vincitore del titolo. Lui, che parla un inglese impeccabile, ? stato persino costretto a farfugliare qualcosa in tedesco, e farsi aiutare alla ricerca di un vocabolo d'uso quotidiano.
“Mi fa un certo effetto pensare di essere io, a rappresentare oggi le due ruote in Germania che, nel mondo delle quattro, vanta Vettel e Schumacher”.
La domanda (come si usava dire un tempo) sorge spontanea: ? gi? il momento della MotoGP, per lui? “Mi sa di no – mormora un po' imbarazzato - L'unica offerta finora ricevuta ? quella del mio stesso team, che mi propone un altro anno in Moto2, in difesa del titolo”.
A differenza di altri, sarebbe pi? che felice di abbandonare la cifra che porta ora sulla carena (65) per fregiarsi del numero 1, che gli spetterebbe quale campione (ammesso che rimanga davvero nella categoria). “Per? non so: dipende dallo sponsor”.
Sei virgola cinque – 6.5 – ? una percentuale connessa alla promozione della propria immagine effettuata dalla azienda che lo sostiene, e che opera nel settore della energia verde.
Il momento pi? critico della stagione? “Mezz'estate, quando la squadra, pressata dalla rimonta in corso di Marquez, ha organizzato una sessione di test ad Hockenheim. “Forse perch? non ? un circuito del Mondiale e non avevamo riferimenti, ma abbiamo preso una cantonata, credendo di aver trovato una opportunit? che tale non era”.
Non ha rubato niente a nessuno
Non capita spessissimo. E' successo a Stefan Bradl, festeggiato come campione del mondo non dopo la gara, ma gi? a met? delle qualifiche: Marquez non si ? presentato, e Stefan ? cos? entrato in possesso della corona senza neppure doversela giocare. “Mi dispiace per Marc. E, viste le vittorie che ha ottenuto quest'anno, pu? anche darsi che l'anno prossimo vinca a mani basse. E' vero: ha collezionato pi? successi del sottoscritto, quest'anno, ma, per sua sfortuna, io sono stato molto pi? costante di lui”. Questa l'analisi del giovane tedesco, diventato campione vent'anni dopo che suo padre, sempre nella classe di mezzo (che a quel tempo era ancora la 250) aveva concluso il campionato secondo. Un figlio capace di far meglio del padre. Qualcosa che Helmut aveva previsto probabilmente gi? qualche tempo fa quando, passandogli un braccio attorno alla spalla, aveva ammesso: “Io, da insegnarti non ho pi? niente”.
Stefan ? il pi? giovane campione del mondo che la Germania abbia mai avuto. Un po' per i suoi ventun'anni appena, un po' perch? vincere il titolo deve essere una sensazione forte, Bradl junior era visibilmente emozionato, nella conferenza stampa a cui si ? sottoposto nel pomeriggio come vincitore del titolo. Lui, che parla un inglese impeccabile, ? stato persino costretto a farfugliare qualcosa in tedesco, e farsi aiutare alla ricerca di un vocabolo d'uso quotidiano.
“Mi fa un certo effetto pensare di essere io, a rappresentare oggi le due ruote in Germania che, nel mondo delle quattro, vanta Vettel e Schumacher”.
La domanda (come si usava dire un tempo) sorge spontanea: ? gi? il momento della MotoGP, per lui? “Mi sa di no – mormora un po' imbarazzato - L'unica offerta finora ricevuta ? quella del mio stesso team, che mi propone un altro anno in Moto2, in difesa del titolo”.
A differenza di altri, sarebbe pi? che felice di abbandonare la cifra che porta ora sulla carena (65) per fregiarsi del numero 1, che gli spetterebbe quale campione (ammesso che rimanga davvero nella categoria). “Per? non so: dipende dallo sponsor”.
Sei virgola cinque – 6.5 – ? una percentuale connessa alla promozione della propria immagine effettuata dalla azienda che lo sostiene, e che opera nel settore della energia verde.
Il momento pi? critico della stagione? “Mezz'estate, quando la squadra, pressata dalla rimonta in corso di Marquez, ha organizzato una sessione di test ad Hockenheim. “Forse perch? non ? un circuito del Mondiale e non avevamo riferimenti, ma abbiamo preso una cantonata, credendo di aver trovato una opportunit? che tale non era”.
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