Originally posted by m@rce73
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Quoto sostanzialmente sul fatto che Rossi non ? Melandri e che la situazione odierna non ? complessivamente (avversari, condizioni e regolamenti tecnici, etc.) paragonabile a quella del 2004.
Mi sembra per? di ricordare - non vorrei dire un'inesattezza, e, nel caso, mi scuso - che fin dai primi test con la Yamaha nel marzo 2004 Rossi stacc? tempi interessanti.
Si trattava gi? di un progetto radicalmente modificato rispetto a quello - sostanzialmente perdente al cospetto della Honda - alla base delle M1 2002/03, con il nuovo motore "moderno" a 4 valvole, il telaio rifatto, l'elettronica molto pi? evoluta, insomma un'altra moto. Una moto frutto di investimenti molto sostanziosi (parallelamente a quelli affrontati per aggiudicarsi il pilota allora al top assoluto) e dell'imperativo categorico di (tentare di) rivincere il Mondiale 12 anni dopo Rainey. Una moto nata bene e cresciuta meglio, sviluppata da un Rossi all'apice della carriera e della determinazione.
Non credo che oggi, 2010/11, la Ducati abbia rivoluzionato il progetto in maniera paragonabile al salto evolutivo compiuto tra il 2003 ed il 2004 dalla M1; come ammesso da pi? fonti, la D16 per la prossima stagione ? un'evoluzione, non una rivoluzione rispetto a quella di Stoner.
Questo mi fa pensare che il carattere della moto, la particolare guida da essa esigita, non cambieranno oltre certi limiti, neppure a seguito delle profonde attenzioni che - ? certo - i tecnici le dedicheranno nella pausa invernale.
Ed ? altres? da escludersi che, con il nuovo 1000 gi? in fase avanzata di progettazione e tutte le risorse future accantonate nell'ottica del suo sviluppo, Ducati possa permettersi di rivoltare come un calzino e/o ridefinire dalle fondamenta l'attuale D16 (insomma Ducati non ? Honda, ecco).
Ne deriva che Rossi, suo malgrado, dovr? IMHO adattarsi, in qualche modo, allo stile di guida richiesto da questa moto: ci? che comporta sacrificio, duro lavoro, elasticit? ed anche una certa propensione al rischio (di oltrepassare i limiti del mezzo), che non so se il 32enne Rossi si senta di affrontare a cuor leggero ("alla Stoner", insomma).
A parte tutto, la cosa che mi ha lasciato maggiormente perplesso (al di l? dei mediocri risultati cronometrici rimediati da Rossi a Valencia), ? stata l'incapacit? di migliorare, pi? o meno sensibilmente, i propri tempi: Rossi ? rimasto su livelli modesti per tutto il w.e., senza nessuno spiraglio, nessun lampo, plafonato sul basso. Una cosa inedita per lui, sorprendente e - lasciatemelo dire - preoccupante.
Mi sembra per? di ricordare - non vorrei dire un'inesattezza, e, nel caso, mi scuso - che fin dai primi test con la Yamaha nel marzo 2004 Rossi stacc? tempi interessanti.
Si trattava gi? di un progetto radicalmente modificato rispetto a quello - sostanzialmente perdente al cospetto della Honda - alla base delle M1 2002/03, con il nuovo motore "moderno" a 4 valvole, il telaio rifatto, l'elettronica molto pi? evoluta, insomma un'altra moto. Una moto frutto di investimenti molto sostanziosi (parallelamente a quelli affrontati per aggiudicarsi il pilota allora al top assoluto) e dell'imperativo categorico di (tentare di) rivincere il Mondiale 12 anni dopo Rainey. Una moto nata bene e cresciuta meglio, sviluppata da un Rossi all'apice della carriera e della determinazione.
Non credo che oggi, 2010/11, la Ducati abbia rivoluzionato il progetto in maniera paragonabile al salto evolutivo compiuto tra il 2003 ed il 2004 dalla M1; come ammesso da pi? fonti, la D16 per la prossima stagione ? un'evoluzione, non una rivoluzione rispetto a quella di Stoner.
Questo mi fa pensare che il carattere della moto, la particolare guida da essa esigita, non cambieranno oltre certi limiti, neppure a seguito delle profonde attenzioni che - ? certo - i tecnici le dedicheranno nella pausa invernale.
Ed ? altres? da escludersi che, con il nuovo 1000 gi? in fase avanzata di progettazione e tutte le risorse future accantonate nell'ottica del suo sviluppo, Ducati possa permettersi di rivoltare come un calzino e/o ridefinire dalle fondamenta l'attuale D16 (insomma Ducati non ? Honda, ecco).
Ne deriva che Rossi, suo malgrado, dovr? IMHO adattarsi, in qualche modo, allo stile di guida richiesto da questa moto: ci? che comporta sacrificio, duro lavoro, elasticit? ed anche una certa propensione al rischio (di oltrepassare i limiti del mezzo), che non so se il 32enne Rossi si senta di affrontare a cuor leggero ("alla Stoner", insomma).
A parte tutto, la cosa che mi ha lasciato maggiormente perplesso (al di l? dei mediocri risultati cronometrici rimediati da Rossi a Valencia), ? stata l'incapacit? di migliorare, pi? o meno sensibilmente, i propri tempi: Rossi ? rimasto su livelli modesti per tutto il w.e., senza nessuno spiraglio, nessun lampo, plafonato sul basso. Una cosa inedita per lui, sorprendente e - lasciatemelo dire - preoccupante.
Ottimo commento!
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