Dopo quanto ? successo ieri, le discussioni sono tante (troppe, dice qualcuno, secondo il quale la morte si onora con il silenzio), ed inevitabilmente ognuno di noi vive la cosa alla sua maniera.
Io sono stato colpito da questa circostanza: il totale distacco, la forbice che esiste tra l'approccio, rispetto all'accaduto, dei normali, di noi, che discutiamo al bar, al lavoro, sul forum...e quello dei piloti intervistati ieri.
Distacco nel senso che dalle parole di noi tutti, giustamente, emerge un senso di tragedia, di rabbia, di voglia di trovare, ancora giustamente, delle responsabilit?, se non altro per fare in modo che queste cose accadano sempre meno, o pi?.
Nelle parole dei piloti, invece...quasi "distacco", direi il senso dell'ineluttabile. In sintesi: corriamo in moto, siamo piloti, siamo diversi da tutti gli altri e solo noi possiamo capire, la morte ? una compagna, fa parte del ns mondo e speriamo sempre che capiti a qualcun altro, ma capita. Punto.
Ho riflettuto su questo. La mia mente inizialmente faticava a comprendere. Poi per? mi ? venuto in mente il TT.
Un tempo era una prova del mondiale. Poi ? uscito dal circus per troppa pericolosit?. Ma ci si continua a correre. Ogni anno ? certo che qualcuno vi morir?. Eppure noi lo seguiamo, magari ci andiamo in pellegrinaggio, anzi, diciamoci la verit?: molti di noi, i "puristi", ritengono che sia quello del TT il "vero" spirito del motociclismo agonistico, e passiamo le serate davanti al tubo a vedere McGuinness sfrecciare a Bray Hill. Che ? pi? pericolosa, e di molto, del curvone con il senso cambiato.
Insomma, forse i piloti della Moto2 (e della GP, e della 125 etc..) non sono cos? diversi dai piloti di TT Nordwest etc..
Ed il curvone di Misano lo sappiamo da sempre che ? una curva da 6a piena.
Eppure il modo in cui stiamo vivendo la scomparsa del povero Tomi mi sembra diverso da quello con cui ogni anno scorriamo la lista nera del TT.
Perch??
Cosa ne pensate?
Io sono stato colpito da questa circostanza: il totale distacco, la forbice che esiste tra l'approccio, rispetto all'accaduto, dei normali, di noi, che discutiamo al bar, al lavoro, sul forum...e quello dei piloti intervistati ieri.
Distacco nel senso che dalle parole di noi tutti, giustamente, emerge un senso di tragedia, di rabbia, di voglia di trovare, ancora giustamente, delle responsabilit?, se non altro per fare in modo che queste cose accadano sempre meno, o pi?.
Nelle parole dei piloti, invece...quasi "distacco", direi il senso dell'ineluttabile. In sintesi: corriamo in moto, siamo piloti, siamo diversi da tutti gli altri e solo noi possiamo capire, la morte ? una compagna, fa parte del ns mondo e speriamo sempre che capiti a qualcun altro, ma capita. Punto.
Ho riflettuto su questo. La mia mente inizialmente faticava a comprendere. Poi per? mi ? venuto in mente il TT.
Un tempo era una prova del mondiale. Poi ? uscito dal circus per troppa pericolosit?. Ma ci si continua a correre. Ogni anno ? certo che qualcuno vi morir?. Eppure noi lo seguiamo, magari ci andiamo in pellegrinaggio, anzi, diciamoci la verit?: molti di noi, i "puristi", ritengono che sia quello del TT il "vero" spirito del motociclismo agonistico, e passiamo le serate davanti al tubo a vedere McGuinness sfrecciare a Bray Hill. Che ? pi? pericolosa, e di molto, del curvone con il senso cambiato.
Insomma, forse i piloti della Moto2 (e della GP, e della 125 etc..) non sono cos? diversi dai piloti di TT Nordwest etc..
Ed il curvone di Misano lo sappiamo da sempre che ? una curva da 6a piena.
Eppure il modo in cui stiamo vivendo la scomparsa del povero Tomi mi sembra diverso da quello con cui ogni anno scorriamo la lista nera del TT.
Perch??
Cosa ne pensate?
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