"Nel sonno gli sussurravamo: non dai gas, sei un fermo..."
Mauro Noccioli ? un toscano metodo classico. Cio? corrisponde all'idea. Alfabeto semplificato (via le C, che non servono) chiacchiera fluida (sempre che ti dia confidenza, e te la devi meritare) ed un modo di guardarti dritto e torvo negli occhi, quando non ti ha capito (o non lo hai capito tu) che gli conferisce un'aria da rapace. Da cattivo. Che non ?.
Capotecnico tra i pi? noti e rispettati, ha avuto a che fare con il Rossi pressoch? bambino che si ? affacciato al Motomondiale. E ti racconta un pilota con parole che, se non sapessi in partenza a chi si riferiscono, potrebbero anche essere adatte ad altri. Per esempio: quando Noccioli dice ?irruento, e nei primi tempi sempre per terra? un ascoltatore distratto potrebbe pensare: Stoner. Invece no: Valentino. Perch? anche l'uomo che non cade mai, all'inizio era tutto un ruzzolone.
?Le cose sonno cambiate all'improvviso, e per sempre, quando un giorno abbiamo provato una modifica alla forcella ed all'ammortizzatore, che gli hanno permesso di fare ci? che voleva. Poi, la comparsa sulla scena della Dunlop 538, la famosa gomma-cemento. In quegli anni, dominava la scena degli staccatori Martinez. Non aveva rivali. Finch? Rossi, un giorno, non se lo ? lasciato dietro. E Martinez non lo ha ripreso pi??.
?L'unico modo da noi trovato per aiutarlo a vincere, ? stato lasciarlo giocare. E ci siamo un po' tutti immedesimati nel gioco. Quando, durante i Gran Premi, si dormiva tutti assieme nel camion, ci si era accorti che a volte borbottava nel sonno. Allora, gli si sussurrava all'orecchio: 'tu sei un fermo, Valentino...non dai gas...?.
?Altro che fermo; nel 1997, si era gi? capito a giugno chi avrebbe vinto il titolo. Ricordo la curva Signes, a Le Castelet: in ingresso, la velocit? pi? alta era quella di Doohan, con la 500. La seconda, in termini assoluti, di Valentino, con la 125. La terza di Biaggi, con la 250?.
?Compagni o avversari, chi ha avuto ha avuto, li ha ammazzati tutti. E non in pista: l? li finisce di cucinare. Ho il desiderio di un confronto impossibile: mi piacerebbe vedere una gara a tre, Rossi, Capirossi, Biaggi, ma tutti alla stessa et?. Con la stessa esperienza. Non ce ne sono altri, per me. Forse, un gomito a gomito con Gardner... ma quei tre hanno qualcosa di pi? di ogni altro: in un famoso GP, al Mugello, se per un attimo tu fossi riuscito a staccare gli occhi dalla pista (difficile, difficile) e dare una occhiata al pubblico sul prato, avresti capito il significato della parola ?fenomeno? nello sport?.
?Rossi ? sempre stato, anche da ragazzino, capacissimo di gestire le gare. Sapeva cambiare in corso d'opera. A volte, seguivo e i GP con il cuore in gola, nella paura di aver sbagliato una scelta dell'ultimo momento. Poi, ho capito che, eventualmente, quel che mancava lo metteva lui?.
?Recentemente, mi ha fatto perdere una scommessa. Ai suoi sorpassi ho sempre creduto, ma quello di Barcellona ero convinto non gli sarebbe riuscito. Il futuro? Se passa un buon inverno, soddisfazioni ce ne regaler? ancora?.
fonte gpone
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Mauro Noccioli ? un toscano metodo classico. Cio? corrisponde all'idea. Alfabeto semplificato (via le C, che non servono) chiacchiera fluida (sempre che ti dia confidenza, e te la devi meritare) ed un modo di guardarti dritto e torvo negli occhi, quando non ti ha capito (o non lo hai capito tu) che gli conferisce un'aria da rapace. Da cattivo. Che non ?.
Capotecnico tra i pi? noti e rispettati, ha avuto a che fare con il Rossi pressoch? bambino che si ? affacciato al Motomondiale. E ti racconta un pilota con parole che, se non sapessi in partenza a chi si riferiscono, potrebbero anche essere adatte ad altri. Per esempio: quando Noccioli dice ?irruento, e nei primi tempi sempre per terra? un ascoltatore distratto potrebbe pensare: Stoner. Invece no: Valentino. Perch? anche l'uomo che non cade mai, all'inizio era tutto un ruzzolone.
?Le cose sonno cambiate all'improvviso, e per sempre, quando un giorno abbiamo provato una modifica alla forcella ed all'ammortizzatore, che gli hanno permesso di fare ci? che voleva. Poi, la comparsa sulla scena della Dunlop 538, la famosa gomma-cemento. In quegli anni, dominava la scena degli staccatori Martinez. Non aveva rivali. Finch? Rossi, un giorno, non se lo ? lasciato dietro. E Martinez non lo ha ripreso pi??.
?L'unico modo da noi trovato per aiutarlo a vincere, ? stato lasciarlo giocare. E ci siamo un po' tutti immedesimati nel gioco. Quando, durante i Gran Premi, si dormiva tutti assieme nel camion, ci si era accorti che a volte borbottava nel sonno. Allora, gli si sussurrava all'orecchio: 'tu sei un fermo, Valentino...non dai gas...?.
?Altro che fermo; nel 1997, si era gi? capito a giugno chi avrebbe vinto il titolo. Ricordo la curva Signes, a Le Castelet: in ingresso, la velocit? pi? alta era quella di Doohan, con la 500. La seconda, in termini assoluti, di Valentino, con la 125. La terza di Biaggi, con la 250?.
?Compagni o avversari, chi ha avuto ha avuto, li ha ammazzati tutti. E non in pista: l? li finisce di cucinare. Ho il desiderio di un confronto impossibile: mi piacerebbe vedere una gara a tre, Rossi, Capirossi, Biaggi, ma tutti alla stessa et?. Con la stessa esperienza. Non ce ne sono altri, per me. Forse, un gomito a gomito con Gardner... ma quei tre hanno qualcosa di pi? di ogni altro: in un famoso GP, al Mugello, se per un attimo tu fossi riuscito a staccare gli occhi dalla pista (difficile, difficile) e dare una occhiata al pubblico sul prato, avresti capito il significato della parola ?fenomeno? nello sport?.
?Rossi ? sempre stato, anche da ragazzino, capacissimo di gestire le gare. Sapeva cambiare in corso d'opera. A volte, seguivo e i GP con il cuore in gola, nella paura di aver sbagliato una scelta dell'ultimo momento. Poi, ho capito che, eventualmente, quel che mancava lo metteva lui?.
?Recentemente, mi ha fatto perdere una scommessa. Ai suoi sorpassi ho sempre creduto, ma quello di Barcellona ero convinto non gli sarebbe riuscito. Il futuro? Se passa un buon inverno, soddisfazioni ce ne regaler? ancora?.
fonte gpone
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