Kevin Schwantz è stato ospite di una teleconferenza per il lancio del Gran Premio di Indianapolis. Bombardato di domande dai reporter americani ha risposto, come di consueto, senza peli sulla lingua.
Le sue risposte non sono state “pesate”, ma sono state semplicemente l’espressione del suo pensiero. In particolare è parso che Kevin fosse realmente dispiaciuto dell’assenza di Stoner. Ed in proposito ha una sua teoria in merito.
“Come pilota il mio desiderio è che Casey sia in pista a lottare. Era vicino alla vetta del campionato quando ha preso quella decisione a Donington, diciamo, un po’ fuori dalla norma. Voglio dire: non c’era bisogno di fare quella scommessa sulle gomme quando si trovava a caccia del titolo. Quella decisione mi dice che c’era qualcosa di più di “non mi sento al massimo della forma ma voglio trovare il modo di battermi”. Se si firma un contratto…ci si impegna a battersi anche se fisicamente non si è a posto. Ci si impegna per fare il massimo delle nostre possibilità. Se poi si riesce a dare il cento per cento ogni settimana è un’altra questione (…) Per me è stata una brutta sorpresa, perché Casey è un gran combattente ed io penso che tutto ciò abbia a che fare con qualcosa dietro la scena che nessuno di noi conosce. Forse Stoner ha qualcosa da dire contro la Ducati, o contro il campionato o…non so esattamente. Certo decidere di saltare tre gare per vedere se alla fine ci si sente meglio, per me è un po’ fuori dalla normale”.

Kevin ha poi parlato del perché un pilota si ritira, decide di abbandonare lo sport che ha amato e gli ha dato tante soddisfazioni.
“Possa commentare questa situazione perché mi sono ritirato per questo. Per quanto mi riguarda correre significava battere Wayne Rainey.

Senza di lui vincere una gara era solo vincere una gara.

Molto bello, certo, ma non aveva un briciolo del significato che gli davo quando battevo Wayne.

Se il tuo cuore non è più lì è solo un mestiere ad alto rischio. Ed allora è meglio trovarsi un lavoro dietro ad una scrivania e lasciare lo sport.

Ed è esattamente ciò che ho fatto io.

Spero comunque che non sia il caso di Stoner, che non abbia perso in così giovane età l’interesse nella competizione perché sarebbe una grande perdita per il motomondiale. Casey è stato campione del mondo, dunque è un pilota in grado di guidare questi razzi a due ruote al meglio della sua abilità”.
Il problema può dunque essere la Ducati stessa, come moto. Schwantz non ha una risposta da dare.
“Non so onestamente dare una risposta esatta su cosa rende la Ducati così difficile da guidare. Ho parlato un po’ con Nicky Hayden, con Marco Melandri e quel che posso dire è che la moto sembra non comportarsi sempre allo stesso modo giro dopo giro dopo giro. Ciò vuol dire che il pilota non è sempre in grado di compensare ciò che accadrà in curva e migliorare. Ma non so da cosa dipende, telaio o elettronica. (…) E non so perché Casey Stoner invece ci riesca, a meno che sia un superuomo…voglio dire: Casey ha fatto un lavoro fantastico con la Ducati, ma non sono abbastanza vicino al loro box per dire molto di più”.
Campione anche fuori dalle piste, ma quando ne rivedremo un'altro così


Fonte:gpone
Le sue risposte non sono state “pesate”, ma sono state semplicemente l’espressione del suo pensiero. In particolare è parso che Kevin fosse realmente dispiaciuto dell’assenza di Stoner. Ed in proposito ha una sua teoria in merito.
“Come pilota il mio desiderio è che Casey sia in pista a lottare. Era vicino alla vetta del campionato quando ha preso quella decisione a Donington, diciamo, un po’ fuori dalla norma. Voglio dire: non c’era bisogno di fare quella scommessa sulle gomme quando si trovava a caccia del titolo. Quella decisione mi dice che c’era qualcosa di più di “non mi sento al massimo della forma ma voglio trovare il modo di battermi”. Se si firma un contratto…ci si impegna a battersi anche se fisicamente non si è a posto. Ci si impegna per fare il massimo delle nostre possibilità. Se poi si riesce a dare il cento per cento ogni settimana è un’altra questione (…) Per me è stata una brutta sorpresa, perché Casey è un gran combattente ed io penso che tutto ciò abbia a che fare con qualcosa dietro la scena che nessuno di noi conosce. Forse Stoner ha qualcosa da dire contro la Ducati, o contro il campionato o…non so esattamente. Certo decidere di saltare tre gare per vedere se alla fine ci si sente meglio, per me è un po’ fuori dalla normale”.

Kevin ha poi parlato del perché un pilota si ritira, decide di abbandonare lo sport che ha amato e gli ha dato tante soddisfazioni.
“Possa commentare questa situazione perché mi sono ritirato per questo. Per quanto mi riguarda correre significava battere Wayne Rainey.


Senza di lui vincere una gara era solo vincere una gara.


Molto bello, certo, ma non aveva un briciolo del significato che gli davo quando battevo Wayne.


Se il tuo cuore non è più lì è solo un mestiere ad alto rischio. Ed allora è meglio trovarsi un lavoro dietro ad una scrivania e lasciare lo sport.


Ed è esattamente ciò che ho fatto io.


Spero comunque che non sia il caso di Stoner, che non abbia perso in così giovane età l’interesse nella competizione perché sarebbe una grande perdita per il motomondiale. Casey è stato campione del mondo, dunque è un pilota in grado di guidare questi razzi a due ruote al meglio della sua abilità”.
Il problema può dunque essere la Ducati stessa, come moto. Schwantz non ha una risposta da dare.
“Non so onestamente dare una risposta esatta su cosa rende la Ducati così difficile da guidare. Ho parlato un po’ con Nicky Hayden, con Marco Melandri e quel che posso dire è che la moto sembra non comportarsi sempre allo stesso modo giro dopo giro dopo giro. Ciò vuol dire che il pilota non è sempre in grado di compensare ciò che accadrà in curva e migliorare. Ma non so da cosa dipende, telaio o elettronica. (…) E non so perché Casey Stoner invece ci riesca, a meno che sia un superuomo…voglio dire: Casey ha fatto un lavoro fantastico con la Ducati, ma non sono abbastanza vicino al loro box per dire molto di più”.
Campione anche fuori dalle piste, ma quando ne rivedremo un'altro così



Fonte:gpone
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