Ecco cosa ho letto adesso sul di solito ottimo www.gpcom.it
Ebbene tale articolo lascia un po' perplessi (per usare un eufemismo) posto che:
- non riporta letteralmente la frase che avrebbe detto Valentino per epitetare come sbruffone Lorenzo (così da mettere in condizione il lettore di capire se il termine sbruffone è una interpretazione campata in aria o meno);
- non approfondisce i presunti vantaggi cui godrebbe Rossi...limitandosi solamente a dire che ci sono;
- si inventa, letteralmente, una polemica tra piloti che io non ho sinceramente percepito (ma Maria De Filippi insegna che la rissa è la prima fonte di audienca).
A voi il giudizio...l'articolista è Ernesto Emmi
"Rossi contro Lorenzo: non è una "Guerra Santa"
In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad una cosa che non ci piace e che, peraltro, abbiamo già visto troppe volte per non sapere come andrà a finire.
Ci riferiamo, ovviamente, alla rivalità fra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo.
Al Sachsenring Vale ha, per la prima volta, espresso una opinione che non condividiamo: “Lorenzo è uno sbuffone – ha detto rispondendo ad una domanda – è arrivato in Yamaha convinto di prendere il mio posto”.
Le parole non sono state esattamente queste, ma crediamo di aver riportato fedelmente il suo pensiero.
La risposta di Lorenzo è stata abbastanza pacata, ed è riassumibile in una sentenza: “Non andrà sempre così”.
Quello che, invece, abbiamo visto riportato in giro su siti (soprattutto) e nei giornali è un odioso botta-risposta nel quale Rossi si accanisce contro Jorge e questi gli risponde per le rime. Non è andata così, ma è vero, indiscutibilmente, che i due ormai si sopportano a malapena. Del resto cosa dovrebbero fare? Sono due galli in un pollaio e se è Valentino ha alcuni vantaggi – li ha, anche se a tratti li nasconde ed a tratti li rivendica come giustamente suoi – non crediamo sia stato giusto l’epiteto di “sbruffone” che l’otto volte iridato ha indirizzato al maiorchino.
Cos’altro dovrebbe infatti volere Lorenzo se non diventare grande come Rossi o forse anche di più? Ciò è assolutamente normale. E’ l’atteggiamento giusto di un campione. Un giovane, peraltro, che capisce la situazione e non punta i piedi per ottenere ciò che non può avere alimentando polemiche ma che combatte mantenendo, persino dopo la sconfitta, un atteggiamento assolutamente corretto. Il suo “non andrà sempre così” da rilievo alla attuale grandezza di Rossi, rifiutandosi però di ammetterne la superiorità.
Ciò gli fa onore. Perlomeno fino a quando anche lui non entrerà nel novero dei “perennemente” sconfitti. Non facciamo nomi, diciamo solo che, fra i contemporanei, non è fra questi Casey Stoner mentre da Dani Pedrosa aspettiamo sempre la dimostrazione del vero valore che due Gran Premi vinti all’anno non possono indicare.
Ci augureremmo, però, che questa volta Valentino non indugiasse con i giochetti psicologici che hanno magnificamente funzionato con Max Biaggi e Sete Gibernau. Ha trenta anni ed è giunto il momento di dimostrare il campionissimo che è, anche verbalmente. Solo lui può evitare che il bellissimo duello con Lorenzo venga trasformato nell’usuale Guerra Santa. Non lo è.
Ha vinto 101 Gran Premi, pensiamo sia in grado di contare sino a dieci prima di dare dello sbruffone ad un ragazzo coraggioso come Lorenzo. Anche perché dovrebbe ringraziarlo: è attraverso di lui, infatti, che sta facendo vedere ai suoi tifosi i suoi numeri migliori. E senza scherzare eh, perché come riconosce anche Jorge, i duelli avvengono ad armi pari. Pari anche se Valentino, come è giusto che sia, ha dei vantaggi. Vantaggi compensati, per Jorge, dall’avere in squadra il riferimento unico ed assoluto di ciò che può fare la M1."
Ebbene tale articolo lascia un po' perplessi (per usare un eufemismo) posto che:
- non riporta letteralmente la frase che avrebbe detto Valentino per epitetare come sbruffone Lorenzo (così da mettere in condizione il lettore di capire se il termine sbruffone è una interpretazione campata in aria o meno);
- non approfondisce i presunti vantaggi cui godrebbe Rossi...limitandosi solamente a dire che ci sono;
- si inventa, letteralmente, una polemica tra piloti che io non ho sinceramente percepito (ma Maria De Filippi insegna che la rissa è la prima fonte di audienca).
A voi il giudizio...l'articolista è Ernesto Emmi
"Rossi contro Lorenzo: non è una "Guerra Santa"
In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad una cosa che non ci piace e che, peraltro, abbiamo già visto troppe volte per non sapere come andrà a finire.
Ci riferiamo, ovviamente, alla rivalità fra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo.
Al Sachsenring Vale ha, per la prima volta, espresso una opinione che non condividiamo: “Lorenzo è uno sbuffone – ha detto rispondendo ad una domanda – è arrivato in Yamaha convinto di prendere il mio posto”.
Le parole non sono state esattamente queste, ma crediamo di aver riportato fedelmente il suo pensiero.
La risposta di Lorenzo è stata abbastanza pacata, ed è riassumibile in una sentenza: “Non andrà sempre così”.
Quello che, invece, abbiamo visto riportato in giro su siti (soprattutto) e nei giornali è un odioso botta-risposta nel quale Rossi si accanisce contro Jorge e questi gli risponde per le rime. Non è andata così, ma è vero, indiscutibilmente, che i due ormai si sopportano a malapena. Del resto cosa dovrebbero fare? Sono due galli in un pollaio e se è Valentino ha alcuni vantaggi – li ha, anche se a tratti li nasconde ed a tratti li rivendica come giustamente suoi – non crediamo sia stato giusto l’epiteto di “sbruffone” che l’otto volte iridato ha indirizzato al maiorchino.
Cos’altro dovrebbe infatti volere Lorenzo se non diventare grande come Rossi o forse anche di più? Ciò è assolutamente normale. E’ l’atteggiamento giusto di un campione. Un giovane, peraltro, che capisce la situazione e non punta i piedi per ottenere ciò che non può avere alimentando polemiche ma che combatte mantenendo, persino dopo la sconfitta, un atteggiamento assolutamente corretto. Il suo “non andrà sempre così” da rilievo alla attuale grandezza di Rossi, rifiutandosi però di ammetterne la superiorità.
Ciò gli fa onore. Perlomeno fino a quando anche lui non entrerà nel novero dei “perennemente” sconfitti. Non facciamo nomi, diciamo solo che, fra i contemporanei, non è fra questi Casey Stoner mentre da Dani Pedrosa aspettiamo sempre la dimostrazione del vero valore che due Gran Premi vinti all’anno non possono indicare.
Ci augureremmo, però, che questa volta Valentino non indugiasse con i giochetti psicologici che hanno magnificamente funzionato con Max Biaggi e Sete Gibernau. Ha trenta anni ed è giunto il momento di dimostrare il campionissimo che è, anche verbalmente. Solo lui può evitare che il bellissimo duello con Lorenzo venga trasformato nell’usuale Guerra Santa. Non lo è.
Ha vinto 101 Gran Premi, pensiamo sia in grado di contare sino a dieci prima di dare dello sbruffone ad un ragazzo coraggioso come Lorenzo. Anche perché dovrebbe ringraziarlo: è attraverso di lui, infatti, che sta facendo vedere ai suoi tifosi i suoi numeri migliori. E senza scherzare eh, perché come riconosce anche Jorge, i duelli avvengono ad armi pari. Pari anche se Valentino, come è giusto che sia, ha dei vantaggi. Vantaggi compensati, per Jorge, dall’avere in squadra il riferimento unico ed assoluto di ciò che può fare la M1."
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