La Rossa vince, Rossi perde. Ci perdoneranno in Ferrari se per un giorno la Rossa ? la Ducati. Non capita tutti gli anni, anzi non capitava da 33 anni che un costruttore italiano riuscisse a dare la sua moto al campione del mondo. L'ultimo colpo era riuscito a Phil Read, nel 1974 in sella ad una Mv Agusta della quale si sono poi ben presto persi i fasti sportivi. Questa avventura della Ducati ? nata prima e cresciuta poi fino al massimo del risultato, questo, in pochissimo tempo. Una pazzia cominciata nel 2003 quando al motomondiale si presentarono con un telaio di tubi proprio come una volta, un motore rabbioso a scapito della gestione. Equilibri pochi, prestazioni massime. Stavolta l'hanno buttata dentro e devono ringraziare un pilota giovane e delicato nella vita, tenace e coraggioso come un assaltatore in pista.
E' cresciuto nel bush australiano Casey Stoner, portato in giro da pap? e mamma per piste da dirt track, con tanto di sorella al seguito perch? di lasciarla sola a casa non se ne parlava. Vinceva tutto, fino a che la voce non ? arrivata a Mick Doohan che l'ha segnalato ad Alberto Puig. Stoner ? arrivato al motomondiale nel 2001. Oggi ? campione del mondo e anche se verrebbe facile pensarlo, non piange. Neanche una lacrima. "Non sono mai stato capace di piangere, per sfogare un'emozione - dice Stoner - Anche mia mamma lo dice, nemmeno quando ero piccolo, nemmeno quando mi facevo male. Non in pubblico, solo quando sono solo le cose mi escono come devono".
Non staremo qui a farvi la biografia di Stoner. Vorremmo piuttosto dire che in quel box rosso dove ? capitato quasi per caso, al posto di Gibernau che aveva forzato male una trattativa difficile, ha trovato un'altra casa "Una famiglia -dice Casey Stoner - dall'inizio. Hanno avuto la pazienza di ascoltarmi e assecondarmi nelle cose chechiedevo anche se parevano strane". Ha funzionato, perch? lui e la Desmosedici si sono amati da subito e hanno cominciato la loro avventura mondiale che ? passata per otto vittorie in questa stagione. Pochi sorpassi, ma quei pochi buoni, grande dominio, una guida forsennata.
Qualche sparata l'ha ferito, li ha feriti tutti. Quasi che il lavoro che facevano non potesse essere accettato per come si presentava. Filippo Preziosi, il pap? ignegneristico della Desmosedici non se n'? fatto un cruccio mai. Legato ad una calma olimpica per filosofia ha scelto la strada dei fatti. Che oggi poi ? la stessa che gli da ragione. Stoner ha vinto con le gomme e senza le gomme, alla stessa maniera in cui Rossi bastonava i suoi avversari, quest'anno ? stato lui a farlo con Rossi. Valentino non si ? davvero misurato ad armi pari, ma non pu? essere nemmeno una colpa di Stoner avere un mezzo e delle gomme che lo garantivano ad ogni uscita in pista.
Rossi finisce battuto, ma finisce anche sulla maglia celebrativa del mondiale di Stoner, insieme agli altri "eroi" Doohan, Gardner, Schwantz, Rainey, Agostini, Sheene e Roberts. Non ? paglia, essendo l'unico in attivit? e considerato leggenda dal campione del mondo che ti ha appena battuto: "Se non altro -dice Rossi alla fine della gara - ? un onore che il mondiale finisca nelle mani di un mio tifoso! E' un po' come se l'avessi vinto anch'io". Buona come sempre l'ironia, anche se la gara di Valentino ? naufragata al cambio di moto con una gomma "tagliata male", proprio come la robaccia. Ma non ? stata la gara della vita nemmeno per Stoner quella di Motegi: "paradossalmente -dice l'australiano - siete liberi di non credermi se vi dico che la mia gara pi? brutta di tutta la stagione ? stata proprio questa. Ho faticato per arrivare sesto e se non fosse stato per i problemi altrui bisognava rimandare un'altra volta".
Si guarda intorno Stoner, perplesso, non capisce ancora. Gli ricordi che il campione del mondo ? lui e di rimando ti dice "non ? vero, non ? possibile". Ti ricordi delle cose che ti diceva Rossi sul suo rapporto con la moto: "io non sono capace di umanizzare la moto, di considerarla come una ragazza. Per me ? una macchina fatta per correre". Resti spiazzato perch? ti pare che il suo pensiero stavolta sia lontano da quello dei motociclisti, ma non fai in tempo a convincertene perch? lui ti spiazza "l'anima che conta non ? quella della moto, ma quella di chi la fa e quella di chi la guida. Io quando guardo la mia moto penso a tutta la passione che c'? voluta per farla, a tutta la passione che le ho dedicato per arrivare a vincere il titolo".
Poi abbraccia pap? e mamma, bacia Adriana e va a festeggiare nel box in mezzo a un gruppo di gran brava gente. Campioni del mondo.
E' cresciuto nel bush australiano Casey Stoner, portato in giro da pap? e mamma per piste da dirt track, con tanto di sorella al seguito perch? di lasciarla sola a casa non se ne parlava. Vinceva tutto, fino a che la voce non ? arrivata a Mick Doohan che l'ha segnalato ad Alberto Puig. Stoner ? arrivato al motomondiale nel 2001. Oggi ? campione del mondo e anche se verrebbe facile pensarlo, non piange. Neanche una lacrima. "Non sono mai stato capace di piangere, per sfogare un'emozione - dice Stoner - Anche mia mamma lo dice, nemmeno quando ero piccolo, nemmeno quando mi facevo male. Non in pubblico, solo quando sono solo le cose mi escono come devono".
Non staremo qui a farvi la biografia di Stoner. Vorremmo piuttosto dire che in quel box rosso dove ? capitato quasi per caso, al posto di Gibernau che aveva forzato male una trattativa difficile, ha trovato un'altra casa "Una famiglia -dice Casey Stoner - dall'inizio. Hanno avuto la pazienza di ascoltarmi e assecondarmi nelle cose chechiedevo anche se parevano strane". Ha funzionato, perch? lui e la Desmosedici si sono amati da subito e hanno cominciato la loro avventura mondiale che ? passata per otto vittorie in questa stagione. Pochi sorpassi, ma quei pochi buoni, grande dominio, una guida forsennata.
Qualche sparata l'ha ferito, li ha feriti tutti. Quasi che il lavoro che facevano non potesse essere accettato per come si presentava. Filippo Preziosi, il pap? ignegneristico della Desmosedici non se n'? fatto un cruccio mai. Legato ad una calma olimpica per filosofia ha scelto la strada dei fatti. Che oggi poi ? la stessa che gli da ragione. Stoner ha vinto con le gomme e senza le gomme, alla stessa maniera in cui Rossi bastonava i suoi avversari, quest'anno ? stato lui a farlo con Rossi. Valentino non si ? davvero misurato ad armi pari, ma non pu? essere nemmeno una colpa di Stoner avere un mezzo e delle gomme che lo garantivano ad ogni uscita in pista.
Rossi finisce battuto, ma finisce anche sulla maglia celebrativa del mondiale di Stoner, insieme agli altri "eroi" Doohan, Gardner, Schwantz, Rainey, Agostini, Sheene e Roberts. Non ? paglia, essendo l'unico in attivit? e considerato leggenda dal campione del mondo che ti ha appena battuto: "Se non altro -dice Rossi alla fine della gara - ? un onore che il mondiale finisca nelle mani di un mio tifoso! E' un po' come se l'avessi vinto anch'io". Buona come sempre l'ironia, anche se la gara di Valentino ? naufragata al cambio di moto con una gomma "tagliata male", proprio come la robaccia. Ma non ? stata la gara della vita nemmeno per Stoner quella di Motegi: "paradossalmente -dice l'australiano - siete liberi di non credermi se vi dico che la mia gara pi? brutta di tutta la stagione ? stata proprio questa. Ho faticato per arrivare sesto e se non fosse stato per i problemi altrui bisognava rimandare un'altra volta".
Si guarda intorno Stoner, perplesso, non capisce ancora. Gli ricordi che il campione del mondo ? lui e di rimando ti dice "non ? vero, non ? possibile". Ti ricordi delle cose che ti diceva Rossi sul suo rapporto con la moto: "io non sono capace di umanizzare la moto, di considerarla come una ragazza. Per me ? una macchina fatta per correre". Resti spiazzato perch? ti pare che il suo pensiero stavolta sia lontano da quello dei motociclisti, ma non fai in tempo a convincertene perch? lui ti spiazza "l'anima che conta non ? quella della moto, ma quella di chi la fa e quella di chi la guida. Io quando guardo la mia moto penso a tutta la passione che c'? voluta per farla, a tutta la passione che le ho dedicato per arrivare a vincere il titolo".
Poi abbraccia pap? e mamma, bacia Adriana e va a festeggiare nel box in mezzo a un gruppo di gran brava gente. Campioni del mondo.
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