Aleix Espargaró ha fatto luce su diversi argomenti poco chiari nel corso di un'intervista rilasciata a Manuel Pecino: i veri motivi del ritiro ("Ho deciso a Jerez, dopo una caduta, e l'ho subito detto a mia moglie), la scelta di abbandonare l'Aprilia per un ruolo da tester in Honda ("La prima offerta in realtà mi arrivò da Lin Jarvis"), il rapporto col fratello Pol ("Per assurdo, dopo l'incidente, è come se avessi recuperato la sua miglior versione, quella più familiare"). Infine due chicche su Valentino Rossi e Dani Pedrosa...
Sono stati diversi i motivi del ritiro di Aleix Espargaró da pilota titolare della MotoGP: nel giovedì del Montmelò, il giorno dell'annuncio, il 35enne di Granollers diceva di sentirsi ancora molto veloce, di aver avuto l'opportunità di continuare per altri due anni con Aprilia, ma di volersi concedere alla top class al massimo nelle vesti di collaudatore, per restare più vicino alla famiglia. Poche settimane più tardi il Capitano di Noale veniva ufficializzato come nuovo tester Honda e, mentre rendeva pubblica la sua necessità di cambiare aria e vedersi coinvolto in nuove sfide dopo otto anni nello stesso box, in sella alla RS-GP inanellava prestazioni che non si attribuirebbero ad un pilota sulla via del ritiro: pole a Barcellona, vittoria nella successiva Sprint Race, pole da record a Silverstone e due terzi posti nella Sprint inglese e in quella austriaca.
Aleix, in una lunga intervista concessa al giornalista spagnolo Manuel Pecino, ha fatto ordine in quelle settimane convulse, chiarendo alcune dinamiche che in presa diretta potevano sembrare poco limpide. Sulla decisione del ritiro, come racconta il pilota più esperto dell'attuale griglia di partenza, hanno influito il rapporto con il fratello Pol (infortunatosi nelle libere di Portimao 2023; una caduta che gli ruppe due costole, un paio di vertebre e la mandibola) e una scivolata di Aleix nella Sprint di Jerez dello scorso aprile: all'ingresso della rapidissima curva otto, complice una chiazza umida, il numero 41 perse improvvisamente l'avantreno della sua Aprilia. Due componenti che hanno portato Aleix ad una concezione del pericolo più invasiva di quella che aveva in precedenza: "Questo è stato il primo anno in cui ho cominciato ad avere veramente la percezione del rischi. Ho avuto diversi infortuni, mio fratello si è fatto molto male. Non so se è stato per quello che è successo a Pol l'anno scorso, ma ho iniziato ad avere la percezione del rischio e quando hai la percezione del rischio, in questo sport, è difficile trovare energia positiva. Sono stato uno dei pochi ad entrare nel reparto di terapia intensiva di Barcellona e vedere mio fratello in quel letto è stata una delle cose peggiori di tutta la mia vita. Lui è stato costretto al ritiro, non è stato fortunato come me, perché io ho potuto decidere. È stato difficile da accettare per lui, perché ovviamente era ancora competitivo, si vedeva ancora come un pilota. Eppure dopo poco tempo lo vedevo già come una persona più felice, per serena, più familiare. Per assurdo con quell'incidente ho un po' recuperato un fratello, la sua versione migliore. È stato un flash che mi ha fatto capire quanta vita ci possa essere oltre alle moto. Il momento in cui io ho scelto di ritirarmi? Me lo ricordo bene; è stato a Jerez, nella Sprint. Dopo la caduta sono entrato nel motorhome, ho chiamato mia moglie e le ho detto 'Lau, è finita, mi ritiro'. Mi sono reso conto di aver preso una mazzata e non me ne sono mai pentito, penso di aver preso la decisione giusta. Successivamente Aleix ha parlato anche di alcuni retroscena della trattativa che, proprio in quei giorni, nacque con la Honda: "In verità la prima offerta che abbiamo ricevuto è stata con Lin Jarvis per la Yamaha. Poi quando Alberto (Puig, team manager Honda, ndr) ha saputo che avevo deciso di fermarmi, ha voluto incontrarmi ai test di Jerez, dove mi ha chiesto 'cosa vuoi, cosa ti serve?'. Ricordo che mi disse anche 'tutte le offerte che hai sono molto buone, ma ricorda una cosa, la Honda è la Honda, noi siamo i più grandi, siamo in un momento difficile ma vogliamo vincere ancora e per riuscirci dobbiamo avere un test team forte...scrivimi una lettera con quello che desideri'. È stato molto facile, gli ho detto che volevo prendere un meccanico e portare anche il mio capotecnico Antonio (Jimenez, ndr). Avere da subito carta bianca e sentirsi amati e stimati da un gruppo così grande è stato uno shock per me. Impressionante, un sogno...è la Honda d'altra parte”.
Infine Aleix ha chiuso con due battute: una sul suo temperamento fumantino ma ineccepibilmente diretto, un'altra su Valentino Rossi e Dani Pedrosa. "Siamo in un mondo in cui devi cercare di essere politicamente corretto, ma non ho mai imparato ad essere politicamente corretto e ovviamente sono finito in molte pozzanghere. Un cosa che senza dubbio mi ha creato molti problemi. Dani Pedrosa? Il fatto che non abbia vinto un titolo mondiale in MotoGP per me è una delle cose più brutali di questo sport. Valentino Rossi? Riuscire a divertirsi come ha fatto lui, per così tanti anni - considerata la pressione enorme che hai quando lotti per il titolo mondiale - mi sembra complicatissimo. Io ho avuto una sola opportunità di giocarmi il titolo e la pressione era alta. Oppure vedo la pressione a cui sono sottoposti Pecco e Jorge adesso, per esempio, ed è qualcosa di pazzesco immaginare Valentino capace di divertirsi così tanto e lottare così a lungo per i titoli".
Fonte mowmag
Sono stati diversi i motivi del ritiro di Aleix Espargaró da pilota titolare della MotoGP: nel giovedì del Montmelò, il giorno dell'annuncio, il 35enne di Granollers diceva di sentirsi ancora molto veloce, di aver avuto l'opportunità di continuare per altri due anni con Aprilia, ma di volersi concedere alla top class al massimo nelle vesti di collaudatore, per restare più vicino alla famiglia. Poche settimane più tardi il Capitano di Noale veniva ufficializzato come nuovo tester Honda e, mentre rendeva pubblica la sua necessità di cambiare aria e vedersi coinvolto in nuove sfide dopo otto anni nello stesso box, in sella alla RS-GP inanellava prestazioni che non si attribuirebbero ad un pilota sulla via del ritiro: pole a Barcellona, vittoria nella successiva Sprint Race, pole da record a Silverstone e due terzi posti nella Sprint inglese e in quella austriaca.
Aleix, in una lunga intervista concessa al giornalista spagnolo Manuel Pecino, ha fatto ordine in quelle settimane convulse, chiarendo alcune dinamiche che in presa diretta potevano sembrare poco limpide. Sulla decisione del ritiro, come racconta il pilota più esperto dell'attuale griglia di partenza, hanno influito il rapporto con il fratello Pol (infortunatosi nelle libere di Portimao 2023; una caduta che gli ruppe due costole, un paio di vertebre e la mandibola) e una scivolata di Aleix nella Sprint di Jerez dello scorso aprile: all'ingresso della rapidissima curva otto, complice una chiazza umida, il numero 41 perse improvvisamente l'avantreno della sua Aprilia. Due componenti che hanno portato Aleix ad una concezione del pericolo più invasiva di quella che aveva in precedenza: "Questo è stato il primo anno in cui ho cominciato ad avere veramente la percezione del rischi. Ho avuto diversi infortuni, mio fratello si è fatto molto male. Non so se è stato per quello che è successo a Pol l'anno scorso, ma ho iniziato ad avere la percezione del rischio e quando hai la percezione del rischio, in questo sport, è difficile trovare energia positiva. Sono stato uno dei pochi ad entrare nel reparto di terapia intensiva di Barcellona e vedere mio fratello in quel letto è stata una delle cose peggiori di tutta la mia vita. Lui è stato costretto al ritiro, non è stato fortunato come me, perché io ho potuto decidere. È stato difficile da accettare per lui, perché ovviamente era ancora competitivo, si vedeva ancora come un pilota. Eppure dopo poco tempo lo vedevo già come una persona più felice, per serena, più familiare. Per assurdo con quell'incidente ho un po' recuperato un fratello, la sua versione migliore. È stato un flash che mi ha fatto capire quanta vita ci possa essere oltre alle moto. Il momento in cui io ho scelto di ritirarmi? Me lo ricordo bene; è stato a Jerez, nella Sprint. Dopo la caduta sono entrato nel motorhome, ho chiamato mia moglie e le ho detto 'Lau, è finita, mi ritiro'. Mi sono reso conto di aver preso una mazzata e non me ne sono mai pentito, penso di aver preso la decisione giusta. Successivamente Aleix ha parlato anche di alcuni retroscena della trattativa che, proprio in quei giorni, nacque con la Honda: "In verità la prima offerta che abbiamo ricevuto è stata con Lin Jarvis per la Yamaha. Poi quando Alberto (Puig, team manager Honda, ndr) ha saputo che avevo deciso di fermarmi, ha voluto incontrarmi ai test di Jerez, dove mi ha chiesto 'cosa vuoi, cosa ti serve?'. Ricordo che mi disse anche 'tutte le offerte che hai sono molto buone, ma ricorda una cosa, la Honda è la Honda, noi siamo i più grandi, siamo in un momento difficile ma vogliamo vincere ancora e per riuscirci dobbiamo avere un test team forte...scrivimi una lettera con quello che desideri'. È stato molto facile, gli ho detto che volevo prendere un meccanico e portare anche il mio capotecnico Antonio (Jimenez, ndr). Avere da subito carta bianca e sentirsi amati e stimati da un gruppo così grande è stato uno shock per me. Impressionante, un sogno...è la Honda d'altra parte”.
Infine Aleix ha chiuso con due battute: una sul suo temperamento fumantino ma ineccepibilmente diretto, un'altra su Valentino Rossi e Dani Pedrosa. "Siamo in un mondo in cui devi cercare di essere politicamente corretto, ma non ho mai imparato ad essere politicamente corretto e ovviamente sono finito in molte pozzanghere. Un cosa che senza dubbio mi ha creato molti problemi. Dani Pedrosa? Il fatto che non abbia vinto un titolo mondiale in MotoGP per me è una delle cose più brutali di questo sport. Valentino Rossi? Riuscire a divertirsi come ha fatto lui, per così tanti anni - considerata la pressione enorme che hai quando lotti per il titolo mondiale - mi sembra complicatissimo. Io ho avuto una sola opportunità di giocarmi il titolo e la pressione era alta. Oppure vedo la pressione a cui sono sottoposti Pecco e Jorge adesso, per esempio, ed è qualcosa di pazzesco immaginare Valentino capace di divertirsi così tanto e lottare così a lungo per i titoli".
Fonte mowmag
Comment