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l Circuito di Le Mans che ospita la MotoGP e, dal 1978, la 24 Heures Motos è intitolato ad Ettore Bugatti. Al "nostro" Ettore Bugatti. Al milanese (cresciuto in Brianza) Ettore Bugatti. Sì, vero: naturalizzato francese, considerando che proprio oltralpe ha dato sfoggio alla sua vena creativa, artistica ed imprenditoriale. Tuttavia Mr. Bugatti è nato e cresciuto nel nostro Bel Paese. Formandosi agonisticamente anche da pilota!
In fondo Bugatti rappresenta il profilo giusto a cui intitolare un tracciato dove si disputano gare di ogni genere (Truck/Camion compresi...), nella porzione del leggendario Circuito della Sarthe della 24 ore automobilistica.
D'altronde il Motorsport è una (passionale) forma d'arte, in linea con il motto di Ettore Isidoro Arco Bugatti: "L'attività creativa debba essere manifestazione e coronamento della personalità e non mero mezzo di guadagno". Un convincimento maturato in quel di Nova Milanese discendendo da una famiglia di artisti: suo nonno paterno Giovanni Luigi fu scultore ed architetto, suo padre Carlo un importante designer di mobili e gioielli, suo fratello Rembrandt uno scultore, sua zia Luigia "Bice" sposò il pittore Giovanni Segantini.
Con le competizioni motoristiche inoltre è legato non soltanto per aver fatto correre i suoi gioielli. Lui stesso fu automobilista e motociclista. O meglio: "triciclista" in quanto, all'alba del '900, i veicoli a 3 ruote a motore rientrarono nella classificazione di "motocicli".
Nel febbraio del 1899 vinse il "1° Concorso automobilistico d'Italia" categoria tricicli a motore con il Prinetti-Stucchi 2 cavalli e 1/2 equipaggiato da due motori De Dion-Bouton, battendo un "tale" Giovanni Agnelli. In quel 1899 conquistò la vittoria successivamente alla "Riunione di Torino" del 30 aprile, al "Concorso automobilistico" di Reggio Emilia del 7-8 maggio nella categoria "Motocicli ad un posto" e, un mese più tardi, anche alla "Corsa di Automobili su Strada" di Padova, sempre con la sua P&S.
Pilota, progettista, imprenditore, genio, artista. Chi meglio di lui per intitolargli il polivalente circuito (corto) di Le Mans?
da instagram di alessio piana
In fondo Bugatti rappresenta il profilo giusto a cui intitolare un tracciato dove si disputano gare di ogni genere (Truck/Camion compresi...), nella porzione del leggendario Circuito della Sarthe della 24 ore automobilistica.
D'altronde il Motorsport è una (passionale) forma d'arte, in linea con il motto di Ettore Isidoro Arco Bugatti: "L'attività creativa debba essere manifestazione e coronamento della personalità e non mero mezzo di guadagno". Un convincimento maturato in quel di Nova Milanese discendendo da una famiglia di artisti: suo nonno paterno Giovanni Luigi fu scultore ed architetto, suo padre Carlo un importante designer di mobili e gioielli, suo fratello Rembrandt uno scultore, sua zia Luigia "Bice" sposò il pittore Giovanni Segantini.
Con le competizioni motoristiche inoltre è legato non soltanto per aver fatto correre i suoi gioielli. Lui stesso fu automobilista e motociclista. O meglio: "triciclista" in quanto, all'alba del '900, i veicoli a 3 ruote a motore rientrarono nella classificazione di "motocicli".
Nel febbraio del 1899 vinse il "1° Concorso automobilistico d'Italia" categoria tricicli a motore con il Prinetti-Stucchi 2 cavalli e 1/2 equipaggiato da due motori De Dion-Bouton, battendo un "tale" Giovanni Agnelli. In quel 1899 conquistò la vittoria successivamente alla "Riunione di Torino" del 30 aprile, al "Concorso automobilistico" di Reggio Emilia del 7-8 maggio nella categoria "Motocicli ad un posto" e, un mese più tardi, anche alla "Corsa di Automobili su Strada" di Padova, sempre con la sua P&S.
Pilota, progettista, imprenditore, genio, artista. Chi meglio di lui per intitolargli il polivalente circuito (corto) di Le Mans?
da instagram di alessio piana