Topic nato per parlare delle due case giapponesi, che si trovano in netta difficoltà ormai da vari anni, dopo avere dominato i primi venti anni di esistenza della classe MotoGP.
Entrambe escono da un 2023 parecchio difficile, è lecito uno sguardo al nuovo anno, che è uno snodo cruciale per capire a cosa possono ambire le due case.
Yamaha: tante parole, ma i fatti...?
Dopo avere sostituito Morbidelli, passato al team Ducati Pramac, con Rins, proveniente da LCR Honda, il team di Iwata ha portato in pista una versione evoluta della M1.
Motore e scarico diversi, aerodinamica diversa, ma la moto è la stessa degli anni scorsi. I piloti sono soddisfatti dei miglioramenti portati, la moto sostanzialmente va più forte della disastrosa versione 2023 della M1, ma è un'evoluzione ancora insufficiente per lottare su ogni pista per le posizioni che contano.
Io credo che in Yamaha urga un cambiamento dirigenziale importante. Jarvis e Meregalli da troppo tempo sembrano nullafacenti, se non impotenti, di fronte al crollo delle prestazioni di un progetto, la M1, di altissimo livello, ma che da ormai un paio di anni risulta obsoleto.
Inoltre, la casa nipponica non ha mai gestito, eccezion fatta per la felice(probabilmente troppo) parentesi Petronas, i team privati come "risorse tecniche", da cui attingere dati e/o uomini per migliorare le performances del team ufficiale.
Credo che le soluzioni a questi due atavici problemi Yamaha possa trovarli in casa.
Io vedrei bene Dosoli a dirigere il team MotoGP. Il dirigente italiano in SBK ha fatto un ottimo lavoro, ed è riuscito a sostituire un fenomeno come Toprak, la cui gestione da parte di Yamaha Racing non è stata delle migliori, con il cannibale della SBK Johnny Rea.
Vista la quasi sicura partenza di Quartararo, che per anni ha sorretto Yamaha nei piani alti della classifica, a fine anno, chi sarà il sostituto? Dubito che Jarvis riuscirà a prendere un pilota di primissimo pelo. Senza dimenticare che pure Rins ha un contratto in scadenza a fine stagione e, in caso di mancato rinnovo, toccherà cercare un sostituto.
Per la questione team privato penso invece che Meregalli sia stato piuttosto chiaro. La VR46 è il primo obiettivo di Yamaha. Il proprietario del team italiano è "ambasciatore" Yamaha fino a fine 2025 e la sua squadra in MotoGP ha ottenuto risultati importanti per un team privato. Ma Yamaha sarà in grado di accontentare Rossi? Al netto delle prestazioni della M1, che comunque sono fondamentali per la scelta del proprio costruttore per un team satellite, Yamaha ha intenzione di ripetere il trattamento offerto a Tech3 o, in epoca più recente, a RNF? Oppure offrirà loro il supporto tecnico adeguato?
In ultima analisi, che ne sarà del progetto M1?
Serve una moto totalmente nuova, non si può continuare a chiedere gli straordinari a un mezzo che, in sostanza, sfiora i 10 anni dalla sua ultima evoluzionei di portata notevole.
Per quanto la moto di Iwata rimanga un capolavoro, sarebbe meglio vederlo al museo che nelle piste di tutto il mondo ogni Domenica. Quantomeno, per non infangarne la memoria e il nome.
Honda: segnali di vita
A Tokyo, dopo la dipartita di Marc Marquez, che è passato al team Gresini Ducati, per essere sostituito da Marini, proveniente da VR46 Ducati, hanno deciso di rimboccarsi le maniche in maniera importante.
Già nei test di Valencia di fine 2023 si è vista una RC213V totalmente rinnovata e altre parti evolute sono state testate nelle altre due sessioni di test prestagionali.
I piloti, in particolare i nuovi arrivati Marini e Zarco, che sostituisce Rins in LCR dopo tanti anni in Pramac Ducati, hanno elogiato la guidabilità della Honda, pur riconoscendo alcuni punti deboli su cui si sta ancora lavorando alacremente, come lo sfruttamento della gomma posteriore.
Sicuramente non si può dire nulla ai tecnici di Tokyo, che hanno rivoluzionato in pochi mesi una moto le cui prestazioni indecenti avranno fatto rivoltare Soichiro nella tomba più volte lo scorso anno.
Difficile immaginare una Honda nuovamente in lotta per le vittorie, almeno in questa prima parte di 2024.
Ma la strada è segnata e Honda sembra pronta a fare di tutto per tornare dove le compete.
Due i grossi problemi che il management di Tokyo dovrà risolvere:Puig e Repsol. Il destino dello sponsor iberico, che dopo l'addio di Marquez ha ridotto notevolmente il suo spazio sulle due moto HRC, pare legato a doppio filo con quello del manager spagnolo, il quale però è riuscito nella difficile impresa di fare fuggire un uomo Honda come Marquez nonostante altri 12 mesi di contratto, dopo aver siglato nel 2020 un quadriennale a cifre mostruose con il fenomeno di Cervera.
In qualunque altra azienda, un dipendente capace di imprese simili, sarebbe stato cacciato da tempo, onde evitare conseguenze traumatiche, che nel caso di HRC si sono verificate proprio con l'addio di Marquez.
Non vedo sinceramente altre problematiche rilevanti. Il team privato Honda lo ha da anni, si chiama LCR, è un'ottima struttura e, come è avvenuto varie volte in passato, i piloti privati Honda testano soluzioni che potrebbero poi aiutare la casa a crescere. Sul lato piloti, Mir(HRC) e Nakagami(LCR) hanno un contratto in scadenza, è chiaro che il posto di Nakagami potrebbe essere preso da piloti di secondo o terzo piano, mentre il posto di Mir, in HRC, è un posto importante.
Tanti i nomi, tutti altisonanti, uno abbastanza clamoroso(Marquez di ritorno), vedremo come andrà a finire sia per il sostituto di Mir che per quello di Nakagami, senza dimenticare che entrambi potrebbero anche rinnovare.
L'impressione che ho è che Honda, fra arabi che spingono sempre più per investire i loro soldi negli sport che piacciono nel mondo occidentale e grandi colossi petroliferi, come Petronas, pronti a rientrare, sta già valutando l'arrivo di un nuovo munifico sponsor.
Per la questione manager, non saprei fare nomi. Ma un certo Team Principal F1 piuttosto noto, e al momento anche piuttosto chiacchierato, ha riportato Honda, in qualità di motorista, al successo in Formula 1. E visto che la sua avventura nel Circus delle quattro ruote sembra agli sgoccioli, potrebbe essere il nome giusto per HRC per rilanciarsi anche nelle due ruote.
Conclusione
Entrambe le due case devono affrontare una grossa scalata per tornare a vincere. Bisogna lavorare sodo, tanto a Iwata quanto a Tokyo, per tornare agli antichi fasti. I tempi dei duelli fra le M1 blu e le RC213V variopinte, sono lontani, molto lontani. Non c'è altra strada per le due giapponesi, se realmente vogliono tornare in alto alla classifica.
Ma, a oggi, Yamaha sembra decisamente meno interessata a scalare questo Everest rispetto a Honda, che oserei dire è già a quota 1000 metri circa, fra un'evoluzione aerodinamica e uno scarico nuovo.
Yamaha sembra invece ancora al bivacco, pronta a fare altri 12 mesi senza voler cambiare granché.
Penso che la M1 a inizio anno potrà essere più efficace della Rc213V, che necessita di parecchie affinature.
Ma mi aspetto che già con il trittico Jerez-Le Mans-Mugello, la situazione si capovolga a favore di HRC.
Entrambe escono da un 2023 parecchio difficile, è lecito uno sguardo al nuovo anno, che è uno snodo cruciale per capire a cosa possono ambire le due case.
Yamaha: tante parole, ma i fatti...?
Dopo avere sostituito Morbidelli, passato al team Ducati Pramac, con Rins, proveniente da LCR Honda, il team di Iwata ha portato in pista una versione evoluta della M1.
Motore e scarico diversi, aerodinamica diversa, ma la moto è la stessa degli anni scorsi. I piloti sono soddisfatti dei miglioramenti portati, la moto sostanzialmente va più forte della disastrosa versione 2023 della M1, ma è un'evoluzione ancora insufficiente per lottare su ogni pista per le posizioni che contano.
Io credo che in Yamaha urga un cambiamento dirigenziale importante. Jarvis e Meregalli da troppo tempo sembrano nullafacenti, se non impotenti, di fronte al crollo delle prestazioni di un progetto, la M1, di altissimo livello, ma che da ormai un paio di anni risulta obsoleto.
Inoltre, la casa nipponica non ha mai gestito, eccezion fatta per la felice(probabilmente troppo) parentesi Petronas, i team privati come "risorse tecniche", da cui attingere dati e/o uomini per migliorare le performances del team ufficiale.
Credo che le soluzioni a questi due atavici problemi Yamaha possa trovarli in casa.
Io vedrei bene Dosoli a dirigere il team MotoGP. Il dirigente italiano in SBK ha fatto un ottimo lavoro, ed è riuscito a sostituire un fenomeno come Toprak, la cui gestione da parte di Yamaha Racing non è stata delle migliori, con il cannibale della SBK Johnny Rea.
Vista la quasi sicura partenza di Quartararo, che per anni ha sorretto Yamaha nei piani alti della classifica, a fine anno, chi sarà il sostituto? Dubito che Jarvis riuscirà a prendere un pilota di primissimo pelo. Senza dimenticare che pure Rins ha un contratto in scadenza a fine stagione e, in caso di mancato rinnovo, toccherà cercare un sostituto.
Per la questione team privato penso invece che Meregalli sia stato piuttosto chiaro. La VR46 è il primo obiettivo di Yamaha. Il proprietario del team italiano è "ambasciatore" Yamaha fino a fine 2025 e la sua squadra in MotoGP ha ottenuto risultati importanti per un team privato. Ma Yamaha sarà in grado di accontentare Rossi? Al netto delle prestazioni della M1, che comunque sono fondamentali per la scelta del proprio costruttore per un team satellite, Yamaha ha intenzione di ripetere il trattamento offerto a Tech3 o, in epoca più recente, a RNF? Oppure offrirà loro il supporto tecnico adeguato?
In ultima analisi, che ne sarà del progetto M1?
Serve una moto totalmente nuova, non si può continuare a chiedere gli straordinari a un mezzo che, in sostanza, sfiora i 10 anni dalla sua ultima evoluzionei di portata notevole.
Per quanto la moto di Iwata rimanga un capolavoro, sarebbe meglio vederlo al museo che nelle piste di tutto il mondo ogni Domenica. Quantomeno, per non infangarne la memoria e il nome.
Honda: segnali di vita
A Tokyo, dopo la dipartita di Marc Marquez, che è passato al team Gresini Ducati, per essere sostituito da Marini, proveniente da VR46 Ducati, hanno deciso di rimboccarsi le maniche in maniera importante.
Già nei test di Valencia di fine 2023 si è vista una RC213V totalmente rinnovata e altre parti evolute sono state testate nelle altre due sessioni di test prestagionali.
I piloti, in particolare i nuovi arrivati Marini e Zarco, che sostituisce Rins in LCR dopo tanti anni in Pramac Ducati, hanno elogiato la guidabilità della Honda, pur riconoscendo alcuni punti deboli su cui si sta ancora lavorando alacremente, come lo sfruttamento della gomma posteriore.
Sicuramente non si può dire nulla ai tecnici di Tokyo, che hanno rivoluzionato in pochi mesi una moto le cui prestazioni indecenti avranno fatto rivoltare Soichiro nella tomba più volte lo scorso anno.
Difficile immaginare una Honda nuovamente in lotta per le vittorie, almeno in questa prima parte di 2024.
Ma la strada è segnata e Honda sembra pronta a fare di tutto per tornare dove le compete.
Due i grossi problemi che il management di Tokyo dovrà risolvere:Puig e Repsol. Il destino dello sponsor iberico, che dopo l'addio di Marquez ha ridotto notevolmente il suo spazio sulle due moto HRC, pare legato a doppio filo con quello del manager spagnolo, il quale però è riuscito nella difficile impresa di fare fuggire un uomo Honda come Marquez nonostante altri 12 mesi di contratto, dopo aver siglato nel 2020 un quadriennale a cifre mostruose con il fenomeno di Cervera.
In qualunque altra azienda, un dipendente capace di imprese simili, sarebbe stato cacciato da tempo, onde evitare conseguenze traumatiche, che nel caso di HRC si sono verificate proprio con l'addio di Marquez.
Non vedo sinceramente altre problematiche rilevanti. Il team privato Honda lo ha da anni, si chiama LCR, è un'ottima struttura e, come è avvenuto varie volte in passato, i piloti privati Honda testano soluzioni che potrebbero poi aiutare la casa a crescere. Sul lato piloti, Mir(HRC) e Nakagami(LCR) hanno un contratto in scadenza, è chiaro che il posto di Nakagami potrebbe essere preso da piloti di secondo o terzo piano, mentre il posto di Mir, in HRC, è un posto importante.
Tanti i nomi, tutti altisonanti, uno abbastanza clamoroso(Marquez di ritorno), vedremo come andrà a finire sia per il sostituto di Mir che per quello di Nakagami, senza dimenticare che entrambi potrebbero anche rinnovare.
L'impressione che ho è che Honda, fra arabi che spingono sempre più per investire i loro soldi negli sport che piacciono nel mondo occidentale e grandi colossi petroliferi, come Petronas, pronti a rientrare, sta già valutando l'arrivo di un nuovo munifico sponsor.
Per la questione manager, non saprei fare nomi. Ma un certo Team Principal F1 piuttosto noto, e al momento anche piuttosto chiacchierato, ha riportato Honda, in qualità di motorista, al successo in Formula 1. E visto che la sua avventura nel Circus delle quattro ruote sembra agli sgoccioli, potrebbe essere il nome giusto per HRC per rilanciarsi anche nelle due ruote.
Conclusione
Entrambe le due case devono affrontare una grossa scalata per tornare a vincere. Bisogna lavorare sodo, tanto a Iwata quanto a Tokyo, per tornare agli antichi fasti. I tempi dei duelli fra le M1 blu e le RC213V variopinte, sono lontani, molto lontani. Non c'è altra strada per le due giapponesi, se realmente vogliono tornare in alto alla classifica.
Ma, a oggi, Yamaha sembra decisamente meno interessata a scalare questo Everest rispetto a Honda, che oserei dire è già a quota 1000 metri circa, fra un'evoluzione aerodinamica e uno scarico nuovo.
Yamaha sembra invece ancora al bivacco, pronta a fare altri 12 mesi senza voler cambiare granché.
Penso che la M1 a inizio anno potrà essere più efficace della Rc213V, che necessita di parecchie affinature.
Ma mi aspetto che già con il trittico Jerez-Le Mans-Mugello, la situazione si capovolga a favore di HRC.
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