Riservato, ma anche diretto. Casey Stoner non sempre è stato apprezzato per questa sua caratteristica, ma se c’è qualcosa che accomuna tutti è l’ammirazione verso il suo stile di guida. Unico pilota a portare la Ducati sul tetto del mondo in era MotoGP prima della doppietta di Pecco Bagnaia, l’australiano è rimasto nel cuore di tanti appassionati nonostante i soli due mondiali nella classe regina (nel 2007 con la Desmosedici e nel 2011 con la Honda) e un ritiro precoce.
Lontano dalle piste come pilota, ma sempre presente come consulente Ducati in alcune occasioni o come semplice appassionato delle corse, quelle vere che ha amato alla follia al netto del loro contorno. Proprio questo lo ha spinto ad appendere il casco al chiodo, il rapporto con la fama è stato sempre difficile e lo racconta in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport: “Durante la mia carriera, la gente ha fatto fatica a capirmi e io faticavo ad accettare la fama. Sono una persona tranquilla e non ho mai voluto essere famoso. Prima di tutto sono un pilota, non mi aspettavo le attenzioni della gente. Questa pressione mi ha tolto energie, ci ho messo un po’ ad abituarmi. Ora però la gente si è resa conto del fatto che io sono sempre stato onesto e diretto. All’epoca questa cosa non piaceva”.
La MotoGP attuale è ben diversa da quella che ha vissuto Stoner, in poco più di dieci anni il campionato ha subìto una metamorfosi: "La stagione 2023 è stata bella. Osservare l'eccellenza è quello che preferisco. Bisognerebbe essere contenti quando si assiste all’ascesa di talenti generazionali. Se Dani, Jorge, Valentino mi hanno battuto all’epoca è perché non potevo dare meglio di quello che hanno dato loro”.
“La gente vuole intrattenimento? Se vuoi divertirti, vai al cinema. Otterrai intrattenimento solo quando la competizione è reale non quando i piloti vengono penalizzati o limitati in qualche modo”, afferma Stoner riferendosi ai limiti regolamentari che impongono una certa rigidità e mettono paletti pesanti.
Il cambio della MotoGP non è solo generazionale, ma anche tecnologico. Quelli che una volta erano i marchi dominatori, ora sono chiamati a rincorrere. È il caso delle squadre giapponesi, che, come punto di riferimento attuale, hanno la Ducati. Già, proprio quella Ducati che nel 2007 Stoner aveva portato sul tetto del mondo ma ha poi faticato a ritrovare il passo per tornare vincente.
Quella della Casa di Borgo Panigale è una storia di rinascita, ma con qualche ombra, come rivela Stoner: “Il più grande errore di Ducati è stato sbarazzarsi di Filippo Preziosi, e non ho rispetto per come l’hanno fatto. Negli anni in cui sono stato con lui non abbiamo mai ricevuto nuove parti durante la stagione, avevamo lo stesso identico pacchetto. Se avevamo un problema, dovevamo trovare un modo per risolverlo con la moto che avevamo. A metà stagione avremmo provato la moto dell'anno successivo: ai primi test c’erano sempre dei miglioramenti e avrei voluto correre con quella moto per il resto della stagione sapendo che eravamo da mezzo secondo a quasi un secondo più veloce. Naturalmente Gigi Dall’Igna ha fatto un buon lavoro, ma ci è voluto tanto tempo e tanto budget per arrivare a dove sono adesso”.
Parole molto dure, quelle di Stoner, che però sono solo un preambolo dell’attacco vero e proprio. La critica maggiore che il due volte iridato muove a Ducati è quella della gestione di squadre e piloti nel campionato. Avere otto moto in pista è diventato un punto di forza e di enorme vantaggio per la Rossa, ma l’australiano non vede di buon occhio la cosa: “Non sono molto contento del fatto che hanno così tante moto in griglia. Così, di fatto, possono controllare ogni squadra e pretendere da loro risultati che non sono corretti. È giusto eseguire gli ordini di squadra ma non dovrebbero esserci ordini dal costruttore. Ho perso molto rispetto nei loro confronti dopo che sono arrivati a questo livello. Se devono vincere a tutti i costi per me non hanno onore. Inoltre, so per certo che Pecco non avrebbe voluto vincere così. Loro vogliono vincere a tutti i costi e per me non è una cosa che fa onore”.
MotoGP | Stoner attacca la politica Ducati: "Non hanno onore" (msn.com)
Comment