Un vero politico
Un colpo al cerchio e uno alla botte per non scontentare nessuno, come il migliore dei politici. D’altronde c’è un motivo se Carmelo Ezpeleta è ormai da tre decenni il deus ex machina del Motomondiale. La gestione della Dorna è sopravvissuta al transito di campioni e di epoche differenti, a stagioni equilibratissime e ad altre dominate da un solo pilota e persino alla pandemia. Ora la nuova sfida è quella di resistere all’evidente supremazia di un singolo costruttore rispetto agli altri, la Ducati.
Qui però entra in gioco l’abilità manageriale di Ezpeleta. Il 77enne dirigente spagnolo infatti, nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha da un lato difeso lo strapotere – anche numerico – della casa di Borgo Panigale, che schiera in pista 8 moto su 22 presenti in griglia. Dall’altro però ha ribadito la necessità di aiutare Honda e Yamaha, le due storiche case nipponiche entrambe precipitate in una grave crisi di risultati.
La ‘questione’ Ducati
“Troppe otto Ducati? Ci sono stati campionati con otto Honda oppure altrettante Yamaha in pista e nessuno ha mai avuto niente da dire. Ora dobbiamo aiutare le giapponesi, così come abbiamo aiutato Aprilia e Ktm. Il nostro obiettivo non è guardare a chi vince, ma fare in modo che il vero vincitore sia il Motomondiale” ha spiegato il boss della MotoGP. Una crisi, quella delle due case giapponesi, che secondo Ezpeleta ha una origine chiara: la pandemia.
“Tutto quello che Ducati ha fatto è sempre stato dentro il regolamento. Sono riusciti a trovare delle soluzioni geniali. Ma lo hanno fatto anche grazie alle concessioni date a suo tempo da Honda e Yamaha, quando le altre marche erano in difficoltà. La pandemia ha ribaltato le cose – ha concluso Ezpeleta – colpendo in maniera diversa l’Europa dal Giappone. Lì hanno davvero avuto un blocco totale. Oggi in Ducati sono i più forti: non devono dimenticare che è successo grazie anche alla generosità dei giapponesi“.
da formulapassion
Un colpo al cerchio e uno alla botte per non scontentare nessuno, come il migliore dei politici. D’altronde c’è un motivo se Carmelo Ezpeleta è ormai da tre decenni il deus ex machina del Motomondiale. La gestione della Dorna è sopravvissuta al transito di campioni e di epoche differenti, a stagioni equilibratissime e ad altre dominate da un solo pilota e persino alla pandemia. Ora la nuova sfida è quella di resistere all’evidente supremazia di un singolo costruttore rispetto agli altri, la Ducati.
Qui però entra in gioco l’abilità manageriale di Ezpeleta. Il 77enne dirigente spagnolo infatti, nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha da un lato difeso lo strapotere – anche numerico – della casa di Borgo Panigale, che schiera in pista 8 moto su 22 presenti in griglia. Dall’altro però ha ribadito la necessità di aiutare Honda e Yamaha, le due storiche case nipponiche entrambe precipitate in una grave crisi di risultati.
La ‘questione’ Ducati
“Troppe otto Ducati? Ci sono stati campionati con otto Honda oppure altrettante Yamaha in pista e nessuno ha mai avuto niente da dire. Ora dobbiamo aiutare le giapponesi, così come abbiamo aiutato Aprilia e Ktm. Il nostro obiettivo non è guardare a chi vince, ma fare in modo che il vero vincitore sia il Motomondiale” ha spiegato il boss della MotoGP. Una crisi, quella delle due case giapponesi, che secondo Ezpeleta ha una origine chiara: la pandemia.
“Tutto quello che Ducati ha fatto è sempre stato dentro il regolamento. Sono riusciti a trovare delle soluzioni geniali. Ma lo hanno fatto anche grazie alle concessioni date a suo tempo da Honda e Yamaha, quando le altre marche erano in difficoltà. La pandemia ha ribaltato le cose – ha concluso Ezpeleta – colpendo in maniera diversa l’Europa dal Giappone. Lì hanno davvero avuto un blocco totale. Oggi in Ducati sono i più forti: non devono dimenticare che è successo grazie anche alla generosità dei giapponesi“.
da formulapassion
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