Mr.Molla dì la verità, l'hai scritto tu questo articolo?
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BAUTISTA NON POTEVA FARE MOLTO DI PIÙ
IN TANTI si sono stupiti della brutta prestazione di Alvaro Bautista in Malesia. Ma era chiaro in partenza che non avrebbe potuto fare molto di più. Al netto dei problemi fisici al braccio dichiarati, la sua prestazione è stata né più né meno quella di un esordiente nella massima categoria. Quelle, per intenderci, che vediamo realizzare nei due giorni di Valencia post ultimo gran premio da tutti i piloti che per la prima volta guidano la MotoGP arrivando da un’altra categoria.
Alla base di questa considerazione c’è una motivazione tecnica ben precisa: le MotoGP attuali non sono più moto “normali”. Non sono più assimilabili nel comportamento e nelle prestazioni a qualsiasi altra moto conosciuta. E non hanno niente a che spartire con quelle che Bautista aveva già guidato anni fa.
Lo sviluppo degli ultimi 3-4 anni le ha portate su un altro pianeta. Queste sono astronavi aliene, completamente diverse da ogni altro veicolo a due ruote che conosciamo sulla terra.
Guardatele bene: tutto il peso spostato all’indietro e ali che schiacciano l’avantreno applicando carichi mostruosi sulla gomma anteriore in staccata. Guardate quanto è lontana oggi la gomma anteriore di una MotoGP dal resto della moto… Ormai sembrano tutte delle custom. Anni fa la ruota era a pochi centimetri dal radiatore. Oggi ci passa un treno fra ruota e radiatore. Questa evoluzione ha costretto Michelin a creare gomme anteriori sempre più rigide per sopportare il terribile schiacciamento che subiscono in staccata da ali e freni in carbonio. Prova ne è la pressione molto bassa con cui vengono gonfiate. Ora siamo a 1,9. E si dice che in futuro sarà ancora più bassa…
Ma pur con questa bassissima pressione (se considerate che la pressione atmosferica è 1, quindi a 1,9 sono praticamente gomme sgonfie già in partenza rispetto a ciò che siamo abituati a guidare), la rigidità della carcassa fa sì che al pilota arrivi uno scarso feeling di guida in curva. Avete notato che ora quasi nessuno si azzarda a superare i 60° di inclinazione, quando anni fa ci eravamo abituati a pieghe ben oltre i 65°? E se la fanno scaldare in scia la pressione sale, la rigidità aumenta e quindi diminuisce ancor più il feeling…
Avete notato che in MotoGP ora serve uno stile di guida diverso da quello “standard” di tutte le altre moto? Con il pilota che in curva esaspera oltre ogni limite il portare il suo peso sempre più all’interno per evitare di piegare troppo? Uno stile assolutamente inutile con altre moto a questo livello di esasperazione, ma necessario con le MotoGP.
Perché oggi le MotoGP vincenti (Ducati su tutte) hanno trovato il modo di fare il tempo sempre più in rettilineo che in curva. Molto più che in passato. È tutto un gioco di accelerazione e frenata. Moto “lunga” e bassa, gran grip sul posteriore grazie al peso arretrato e agli abbassatori, gran grip sull’anteriore in staccata con ali, freni in carbonio e gomma rigida come una putrella d’acciaio.
Tutto il resto ha perso la priorità nella mentre dei progettisti. E così facendo diventa sempre più difficile superare e portare velocità a centro curva. Certo, a vederli vanno ancora come saette, e piegano comunque come fabbri. Ma sono sempre costantemente sul filo del rasoio. Quante cadute di avantreno chiuso vediamo durante la stagione? Tante, tantissime. Molte di più di quando le MotoGP erano “soltanto” delle moto normali con tanti cavalli in più e si potevano guidare esattamente come tutte le altre moto.
È una situazione creata dallo sviluppo tecnico.
E chi non è allenatissimo a questo modo diverso di guidare, paga pegno, anche se è un pluricampione del mondo come Alvaro Bautista.
Perché una frenata con le attuali MotoGP è una frenata contro natura, sempre più profonda, sempre più vicina alla curva. E ti massacra letteralmente le braccia. E il feeling con la ciclistica non ha niente a che vedere con la Superbike o con qualsivoglia altra moto. Senza contare poi la maggiore sofisticazione elettronica che impegna il pilota anche nella gestione in gara.
La MotoGP attuale è così, che ci piaccia o no. Tanta sofisticazione tecnica (con dominio assoluto Ducati), pochissimi sorpassi (impossibile quando tutti frenano così tardi) e gare modello trenino in attesa che chi precede abbia problemi con le gomme perché ha sbagliato la scelta o la pressione…
Insomma, chi sta gettando fango su Bautista perché non ha saputo ripetere l’exploit di Bayliss a Valencia nel 2006, dovrebbe pensarci bene, e magari fargli un applauso per il coraggio dimostrato.
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