Da mowmag
Praticamente dice quello ch ediciamo noi
Ma possibile ch enessun team se lo è accattato?
Conosce la MotoGP meglio di molti altri e ha potuto capire, negli anni, i meccanismi che muovono i vari box - avendo lavorato per Ducati, per Honda e ultimamente pure per Suzuki - oltre che il modo di pensare dei piloti, avendo avuto a che fare con i più grandi campioni degli ultimi anni. Livio Suppo traccia un’analisi sull’attuale situazione della MotoGP. E sulla crisi di Honda e Marc Marquez non le manda a dire
“Marc Márquez non trae alcun vantaggio dal lavorare con uno come Alberto Puig” – ha detto senza mezzi termini. Che non significa che tutta la colpa della crisi di HRC è del manager spagnolo, ma che comunque chi è al timone di una nave che affonda è sempre il primo a cui vanno riconosciute responsabilità. Puig avrebbe dovuto (o dovrebbe) fare da anello di congiunzione tra la mentalità e l’approccio al lavoro dei giapponesi e quello che i piloti (Marquez per primo) chiedono, ma è chiaro che non gli sta riuscendo. “Le fabbriche giapponesi sono sempre state più semplici di quelle europee. Ricordo che Nakamoto era molto contrario all'aerodinamica. Sono un po' in una spirale negativa”.
Alberto Puig
Una spirale negativa che per Livio Suppo è particolarmente pericolosa e che, anche se non lo dice, potrebbe far maturare nella testa dei vertici Honda anche l’idea di uscire veramente dal giro delle corse. Serve una svolta, una ventata d’aria fresca e lo spunto, ancora una volta, sta nel passato della Ducati: “Ricordo la Ducati dopo Valentino Rossi: se non fossero arrivati Gigi Dall'Igna e Andrea Dovizioso... Hanno creduto nel progetto e con il lavoro sono usciti dalla difficoltà che c'era". E’ quello che Suppo, ma anche tutti quelli che amano veramente il motorsport, augurano a Honda e pure a Marc Marquez, il cui talento non può certo essere messo in discussione. Una situazione, quella di Honda, che è purtroppo comune anche a Yamaha, con Suppo che, però, trova decisamente positivo l’arrivo di Alex Rins. E’ un segnale della reale volontà di un cambiamento e potrebbe rappresentare anche uno stimolo in più per Fabio Quartararo.
“La Yamaha non solo non si è evoluta, è regredita – ha concluso - Sicuramente l'arrivo di un pilota forte come Álex Rins, che conosce bene il quattro in linea e che sarà motivatissimo può essere uno stimolo per Fabio Quartararo”. Quanto agli altri della griglia, infine, per Livio Suppo sono due i nomi che meritano di essere citati più di altri. Uno, chiaramente, è Aleix Espargarò, che a Silverstone ha vinto con una prestazione pazzesca: “Non lo conosco molto personalmente, ma mi sembra una bravissima persona. È appassionato di moto. Mi ricorda un po' Sete Gibernau, che all'inizio era solo un buon pilota e non un fenomeno”; l’altro, invece, è Pecco Bagnaia: “Ci sono tanti piloti che vanno forte in MotoGP, ma l'unico che va sempre forte e in tutte le condizioni è Pecco Bagnaia”.
Praticamente dice quello ch ediciamo noi
Ma possibile ch enessun team se lo è accattato?
Conosce la MotoGP meglio di molti altri e ha potuto capire, negli anni, i meccanismi che muovono i vari box - avendo lavorato per Ducati, per Honda e ultimamente pure per Suzuki - oltre che il modo di pensare dei piloti, avendo avuto a che fare con i più grandi campioni degli ultimi anni. Livio Suppo traccia un’analisi sull’attuale situazione della MotoGP. E sulla crisi di Honda e Marc Marquez non le manda a dire
L
ivio Suppo è di quelli che non ci girano intorno. Dice quello che ha da dire e non ci mette in mezzo troppi filtri e meno che mai la diplomazia, finendo quindi sempre per fornire analisi lucidissime e al netto delle interpretazioni mediatiche sulle varie faccende che riguardano la MotoGP. Lo ha fatto anche nelle ultime ore, in una videointervista di Giovanni Zamagni per Moto.it che sicuramente farà discutere. Perché l’ex team manager di Suzuki non s’è tirato indietro neanche quando c’è stato da parlare di Marc Marquez e della situazione (tragicomica) di casa Honda.“Marc Márquez non trae alcun vantaggio dal lavorare con uno come Alberto Puig” – ha detto senza mezzi termini. Che non significa che tutta la colpa della crisi di HRC è del manager spagnolo, ma che comunque chi è al timone di una nave che affonda è sempre il primo a cui vanno riconosciute responsabilità. Puig avrebbe dovuto (o dovrebbe) fare da anello di congiunzione tra la mentalità e l’approccio al lavoro dei giapponesi e quello che i piloti (Marquez per primo) chiedono, ma è chiaro che non gli sta riuscendo. “Le fabbriche giapponesi sono sempre state più semplici di quelle europee. Ricordo che Nakamoto era molto contrario all'aerodinamica. Sono un po' in una spirale negativa”.
Alberto Puig
Una spirale negativa che per Livio Suppo è particolarmente pericolosa e che, anche se non lo dice, potrebbe far maturare nella testa dei vertici Honda anche l’idea di uscire veramente dal giro delle corse. Serve una svolta, una ventata d’aria fresca e lo spunto, ancora una volta, sta nel passato della Ducati: “Ricordo la Ducati dopo Valentino Rossi: se non fossero arrivati Gigi Dall'Igna e Andrea Dovizioso... Hanno creduto nel progetto e con il lavoro sono usciti dalla difficoltà che c'era". E’ quello che Suppo, ma anche tutti quelli che amano veramente il motorsport, augurano a Honda e pure a Marc Marquez, il cui talento non può certo essere messo in discussione. Una situazione, quella di Honda, che è purtroppo comune anche a Yamaha, con Suppo che, però, trova decisamente positivo l’arrivo di Alex Rins. E’ un segnale della reale volontà di un cambiamento e potrebbe rappresentare anche uno stimolo in più per Fabio Quartararo.
“La Yamaha non solo non si è evoluta, è regredita – ha concluso - Sicuramente l'arrivo di un pilota forte come Álex Rins, che conosce bene il quattro in linea e che sarà motivatissimo può essere uno stimolo per Fabio Quartararo”. Quanto agli altri della griglia, infine, per Livio Suppo sono due i nomi che meritano di essere citati più di altri. Uno, chiaramente, è Aleix Espargarò, che a Silverstone ha vinto con una prestazione pazzesca: “Non lo conosco molto personalmente, ma mi sembra una bravissima persona. È appassionato di moto. Mi ricorda un po' Sete Gibernau, che all'inizio era solo un buon pilota e non un fenomeno”; l’altro, invece, è Pecco Bagnaia: “Ci sono tanti piloti che vanno forte in MotoGP, ma l'unico che va sempre forte e in tutte le condizioni è Pecco Bagnaia”.
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