Topic dal titolo volutamente polemico e forte.
Tuttavia, è così, almeno per me.
Oggi abbiamo vissuto un duello magnifico, ma non mi ricorderò di esso. O forse si, per qualche giorno. Poi scomparirà.
I piloti di oggi sono bravissimi tutti, nulla da dire. Ma, tolto un quasi "anciano" che fino a qualche mese fa aveva dato delle discrete lezioni ai suoi presunti eredi, non ce n'è uno che mi riesce a emozionare troppo. E almeno su questo, il buon Pecco, lo capisco, da nordico quale sono.
Le moto ormai sembrano delle piccole monoposto dell'era recente della Formula 1, piene di accrocchi che sono l'antitesi della bellezza, ma servono a farle andare più forte, ergo "vanno messi".
Peccato uccidano lo spettacolo. Non sto comunque criticando chi, come Ducati, ha interpretato al meglio tali regole. Loro semplicemente hanno lavorato meglio degli altri.
Le piste... Non commento troppo a lungo. Togli Philly, Mugello, forse Portimao, e poi pochezza unica. Tutte pistine qualunque. Alcune di esse deturpate. vedi la comunque notevole Assen, altre semplicemente "inferiori dalla nascita" come il Sachsenring o Jerez, senza scomodare Buriram,o Mandalika, delle cattedrali, brutte, nel deserto.
Infine, è desolante il contorno, fra gomme di pastafrolla, che al variare di 5 gradi di temperatura passano dal giorno alla notte, e regole sempre più assurde per provare a movimentare un mondo altrimenti sempre più monotona.
Non è più MotoGP, per me. Non posso parlare di 500, non avendola mai vista, ma penso che quella fosse un'entità ancor più epica e pericolosa della prima quindicina di anni di vita della MotoGP, momento che ho vissuto con grande emozione e con una furente voglia di non perdermi nemmeno una gara.
Perché sentivo che qualcuno di quei fenomeni, che fosse il 27 blu o il 99 rosso, avrebbe potuto fare una prodezza.
La MotoGP che vedo oggi somiglia troppo vistosamente con l'andamento dei rapporti amorosi di oggi.
Una gara equivale a una bella sc*pata con la prima che passa, o primo, che si trova sul Tinder di turno. Magari dopo una cena al solito, insipido, sushi all you can eat sotto casa.
La solita roba che fai tanto per dire che qualcosa hai fatto, ma che alla fine, non ti lascia soddisfatto nemmeno per sbaglio.
La MottoGP che ricordo, invece, è qualcosa che ti segna la pelle e la testa per giorni e giorni.
Assomiglia più a una romantica notte con la tua fidanzata, o moglie, entrambi tirati a lucido e col cuore in fiamme, che segue una gustosa cena al tramonto, magari in riva al mare.
Un'epica manifestazione di Amore nella sua forma più viva. Un evento eccezionale e irripetibile, che ti entra in testa e ci rimane per anni e anni.
Spero soltanto che le due ruote possano tornare a farmi, ma direi farci, divertire appieno tutte le domeniche.
Tuttavia, è così, almeno per me.
Oggi abbiamo vissuto un duello magnifico, ma non mi ricorderò di esso. O forse si, per qualche giorno. Poi scomparirà.
I piloti di oggi sono bravissimi tutti, nulla da dire. Ma, tolto un quasi "anciano" che fino a qualche mese fa aveva dato delle discrete lezioni ai suoi presunti eredi, non ce n'è uno che mi riesce a emozionare troppo. E almeno su questo, il buon Pecco, lo capisco, da nordico quale sono.
Le moto ormai sembrano delle piccole monoposto dell'era recente della Formula 1, piene di accrocchi che sono l'antitesi della bellezza, ma servono a farle andare più forte, ergo "vanno messi".
Peccato uccidano lo spettacolo. Non sto comunque criticando chi, come Ducati, ha interpretato al meglio tali regole. Loro semplicemente hanno lavorato meglio degli altri.
Le piste... Non commento troppo a lungo. Togli Philly, Mugello, forse Portimao, e poi pochezza unica. Tutte pistine qualunque. Alcune di esse deturpate. vedi la comunque notevole Assen, altre semplicemente "inferiori dalla nascita" come il Sachsenring o Jerez, senza scomodare Buriram,o Mandalika, delle cattedrali, brutte, nel deserto.
Infine, è desolante il contorno, fra gomme di pastafrolla, che al variare di 5 gradi di temperatura passano dal giorno alla notte, e regole sempre più assurde per provare a movimentare un mondo altrimenti sempre più monotona.
Non è più MotoGP, per me. Non posso parlare di 500, non avendola mai vista, ma penso che quella fosse un'entità ancor più epica e pericolosa della prima quindicina di anni di vita della MotoGP, momento che ho vissuto con grande emozione e con una furente voglia di non perdermi nemmeno una gara.
Perché sentivo che qualcuno di quei fenomeni, che fosse il 27 blu o il 99 rosso, avrebbe potuto fare una prodezza.
La MotoGP che vedo oggi somiglia troppo vistosamente con l'andamento dei rapporti amorosi di oggi.
Una gara equivale a una bella sc*pata con la prima che passa, o primo, che si trova sul Tinder di turno. Magari dopo una cena al solito, insipido, sushi all you can eat sotto casa.
La solita roba che fai tanto per dire che qualcosa hai fatto, ma che alla fine, non ti lascia soddisfatto nemmeno per sbaglio.
La MottoGP che ricordo, invece, è qualcosa che ti segna la pelle e la testa per giorni e giorni.
Assomiglia più a una romantica notte con la tua fidanzata, o moglie, entrambi tirati a lucido e col cuore in fiamme, che segue una gustosa cena al tramonto, magari in riva al mare.
Un'epica manifestazione di Amore nella sua forma più viva. Un evento eccezionale e irripetibile, che ti entra in testa e ci rimane per anni e anni.
Spero soltanto che le due ruote possano tornare a farmi, ma direi farci, divertire appieno tutte le domeniche.
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