Tra le note liete della prima giornata dei test collettivi della MotoGP a Portimao non si può non citare Luca Marini. Il portacolori della Mooney VR46 era già stato il più veloce della tre giorni in Malesia ed in Portogallo ha iniziato inchinandosi solamente al campione del mondo Pecco Bagnaia.
Segno che il feeling con la sua Desmosedici GP22 ha raggiunto un livello eccellente su due tracciati molto differenti tra loro e quindi potrebbe riprodursi su quasi tutte le piste. Un fattore che dovrà provare a sfruttare soprattutto nelle prime gare, quando i team ufficiali saranno ancora alle prese con lo sviluppo dei loro nuovi prototipi.
"Non mi aspettavo di sentirmi così bene con la moto alla fine di questa giornata. All'inizio ho fatto un po' fatica, perché il feeling era completamente diverso rispetto alla Malesia, ma anche perché la pista è molto diversa: è molto più scorrevole e non ci sono frenate brusche, inoltre anche le gomme lavorano in maniera leggermente diversa. Alla fine però, lavorando soprattutto sull'elettronica, ma anche sulle sospensioni, negli ultimi due run mi sentivo davvero bene sia sul long run che sul time attack", ha detto Marini alla conclusione della sessione di sabato.
La messa a punto della sua moto è andata talmente bene che la seconda ed ultima giornata dei test, che andrà in scena oggi, sarà dedicata quasi esclusivamente a preparare la prima Sprint Race della storia della MotoGP, che sarà disputata proprio in Algarve tra due settimane.
"Il piano per domenica è di provare la Sprint Race, anche per avere un'idea più chiara della scelta della gomma. Al posteriore credo che si possa andare con la soft, perché non è esageratamente morbida: si può fare il tempo anche al terzo o al quarto giro e, quando è così, di solito si può usare anche in gara. Magari faremo una comparativa tra le due gomme per capire quale sia la migliore. Credo che la soft sia buona, ma non abbastanza per la gara lunga di domenica, perché sul lato sinistro abbiamo un po' di graining".
Fino a qualche anno fa la Ducati era considerata la moto più ostica della griglia. Ora invece è forse quella che permette di esprimersi al meglio praticamente tutti i piloti, adattandosi anche a differenti stili di guida. Un giudizio che Luca sembra condividere.
"La Ducati ora è una moto molto completa da guidare. Non posso fare troppi confronti, perché è la sola MotoGP che ho guidato e poi non so esattamente cosa abbiano cambiato rispetto al passato. Magari Zarco o Pirro possono dirvi qualcosa in più da questo punto di vista, ma per me è una moto molto facile da guidare ed è completa: puoi frenare forte, puoi portarti velocità in curva, magari non tanto come con una Yamaha o una Suzuki, anche se non è lontana. Il grip non è stupefacente, ma è abbastanza per essere veloci".
Di contro, non crede che guidare ancora la GP22 come nel 2022 sia un vantaggio enorme: "Credo che sia una situazione normale. Ma se guardiamo a Pecco, lui ha cambiato modello, ma è sempre primo. E' chiaro che chi ha cambiato team o moto può avere uno svantaggio rispetto a noi in questo momento".
Ed è talmente concentrato sulla sua moto da non aver fatto confronti con la nuova GP23 di cui dispongono i quattro piloti factory della Casa di Borgo Panigale: "Non voglio guardare troppo alle specifiche degli altri. Pecco ha la sua moto con il suo assetto, mentre il mio è fatto su misura per il mio stile di guida".
Le ottime prestazioni dei test invernali lo stanno mettendo maggiormente sotto ai riflettori rispetto alle sue prime due stagioni nella classe regina. Ma questo non sembra una pressione eccessiva per il pilota marchigiano.
"E' positivo. Porti come obiettivo lottare per la decima posizione non è sufficiente per tutti i sacrifici che richiede questo lavoro. Il mio obiettivo quindi è quello di lottare per la top 5 da qui a quando mi ritirerò. Quindi mi piace avere questa pressione", ha concluso.
MotoGP | Marini: "La Ducati è una moto facile da guidare e completa" (msn.com)
Segno che il feeling con la sua Desmosedici GP22 ha raggiunto un livello eccellente su due tracciati molto differenti tra loro e quindi potrebbe riprodursi su quasi tutte le piste. Un fattore che dovrà provare a sfruttare soprattutto nelle prime gare, quando i team ufficiali saranno ancora alle prese con lo sviluppo dei loro nuovi prototipi.
"Non mi aspettavo di sentirmi così bene con la moto alla fine di questa giornata. All'inizio ho fatto un po' fatica, perché il feeling era completamente diverso rispetto alla Malesia, ma anche perché la pista è molto diversa: è molto più scorrevole e non ci sono frenate brusche, inoltre anche le gomme lavorano in maniera leggermente diversa. Alla fine però, lavorando soprattutto sull'elettronica, ma anche sulle sospensioni, negli ultimi due run mi sentivo davvero bene sia sul long run che sul time attack", ha detto Marini alla conclusione della sessione di sabato.
La messa a punto della sua moto è andata talmente bene che la seconda ed ultima giornata dei test, che andrà in scena oggi, sarà dedicata quasi esclusivamente a preparare la prima Sprint Race della storia della MotoGP, che sarà disputata proprio in Algarve tra due settimane.
"Il piano per domenica è di provare la Sprint Race, anche per avere un'idea più chiara della scelta della gomma. Al posteriore credo che si possa andare con la soft, perché non è esageratamente morbida: si può fare il tempo anche al terzo o al quarto giro e, quando è così, di solito si può usare anche in gara. Magari faremo una comparativa tra le due gomme per capire quale sia la migliore. Credo che la soft sia buona, ma non abbastanza per la gara lunga di domenica, perché sul lato sinistro abbiamo un po' di graining".
Fino a qualche anno fa la Ducati era considerata la moto più ostica della griglia. Ora invece è forse quella che permette di esprimersi al meglio praticamente tutti i piloti, adattandosi anche a differenti stili di guida. Un giudizio che Luca sembra condividere.
"La Ducati ora è una moto molto completa da guidare. Non posso fare troppi confronti, perché è la sola MotoGP che ho guidato e poi non so esattamente cosa abbiano cambiato rispetto al passato. Magari Zarco o Pirro possono dirvi qualcosa in più da questo punto di vista, ma per me è una moto molto facile da guidare ed è completa: puoi frenare forte, puoi portarti velocità in curva, magari non tanto come con una Yamaha o una Suzuki, anche se non è lontana. Il grip non è stupefacente, ma è abbastanza per essere veloci".
Di contro, non crede che guidare ancora la GP22 come nel 2022 sia un vantaggio enorme: "Credo che sia una situazione normale. Ma se guardiamo a Pecco, lui ha cambiato modello, ma è sempre primo. E' chiaro che chi ha cambiato team o moto può avere uno svantaggio rispetto a noi in questo momento".
Ed è talmente concentrato sulla sua moto da non aver fatto confronti con la nuova GP23 di cui dispongono i quattro piloti factory della Casa di Borgo Panigale: "Non voglio guardare troppo alle specifiche degli altri. Pecco ha la sua moto con il suo assetto, mentre il mio è fatto su misura per il mio stile di guida".
Le ottime prestazioni dei test invernali lo stanno mettendo maggiormente sotto ai riflettori rispetto alle sue prime due stagioni nella classe regina. Ma questo non sembra una pressione eccessiva per il pilota marchigiano.
"E' positivo. Porti come obiettivo lottare per la decima posizione non è sufficiente per tutti i sacrifici che richiede questo lavoro. Il mio obiettivo quindi è quello di lottare per la top 5 da qui a quando mi ritirerò. Quindi mi piace avere questa pressione", ha concluso.
MotoGP | Marini: "La Ducati è una moto facile da guidare e completa" (msn.com)
Comment