“Posso dire - dichiara Rivola - che i migliori sponsor si stanno svegliando e stanno guardando a noi. Questo è un buon segno, le trattative sono aperte, anche se è presto per fare nomi. Se vogliamo rimanere competitivi, abbiamo bisogno di budget adeguati”.
Rivola proviene dalla F1 - Minardi dal ’98, poi Toro Rosso e Ferrari per un decennio - e riporta ciò che accade nella massima serie automobilistica sul tema budget.
“In Formula 1 il budget è stabilito dalla FIA, che dispone delle strutture necessarie, con funzionari competenti, che controllano i costi delle squadre in maniera professionale. Qualcuno potrebbe ancora trovare qualche scappatoia, ma di fatto i costi operativi dei team di Formula 1 sono in calo”.
Il collega Wiesinger ricostruisce il quadro: nel 2022 i team di F1 dovrebbero preventivare 140 milioni di dollari come tetto. Ma ci sono molte voci di budget che non sono incluse, dal marketing ai compensi dei piloti. Le squadre migliori continuano a spendere anche 500 milioni, Mercedes impiega 2.000 persone, 1.000 solo nel reparto motori…
“Dobbiamo parlarne anche noi in MotoGP, forse questo sistema di budget cap potrebbe essere un'opzione anche per noi. Possiamo pensare di vietare tutti questi super dispositivi che fanno solo aumentare i costi, magari di nuove restrizioni aerodinamiche. Aprilia è molto forte in questo settore, ma per il bene del campionato e del nostro core business, ovvero la produzione in serie, dovremmo mantenere i costi più bassi”.
Non sarà facile convincere di queste idee Ducati e le case che oggi dispongono di risorse più abbondanti e ne hanno un vantaggio, ma Rivola è convinto che, se si continua a offrire un bello spettacolo, questo sport può sopravvivere.
“Pertanto dobbiamo sforzarci di mantenere il livello di prestazioni di tutti i soggetti coinvolti a un livello simile. Se una casa può investire molto di più di un'altra, e non parlo solo della Ducati, può saltar fuori un'altra squadra che può investire ancora di più, e non è giusto. Per i progettisti dovrebbero esistere condizioni uguali o almeno simili. Guardando al futuro, dovremmo pensare seriamente al contenimento dei costi”.
In collaborazione con Moto.it
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