Luigi Ciamburro
Prima di dedicarsi alla Superbike Danilo Petrucci ha collezionato due vittorie in MotoGP, l’ultima a Le Mans nel 2020. In questi giorni si vocifera di un possibile passaggio di Toprak Razgatlioglu in classe regina dal 2024 e in tanti si chiedono se sia competitivo con una moto diversa dalla sua Yamaha R1. Petrux prova a dare una risposta e ricorda le sue passate difficoltà durante l’ultima stagione con la KTM.
Toprak, Petrux e la frenata
Il punto forte del campione turco è sicuramente la frenata, caratteristica che condivide anche Petrux: “E’ assolutamente una bestia in frenata! Non so se in MotoGP potrà frenare forte come sta facendo ora nel Mondiale Superbike, ma è davvero un piacere vederlo correre e penso che possa fare bene in MotoGP. Dipende dalla moto che guiderà, ma è un talento incredibile“. Fatto sta che in Top Class dovrebbe fare i conti con gomme Michelin che sono alquanto diverse dalle Pirelli. “Non puoi frenare forte come in passato, perché le gomme sono molto sensibili“. Con l’ingresso della nuova carcassa posteriore Michelin nel 2020 sono cominciati i problemi per Danilo Petrucci. “Da allora sono peggiorato in frenata, che era il mio punto di forza“.
Le gomme della MotoGP
Il vero segreto della MotoGP odierna è la velocità in percorrenza di curva. Per incentrare il lavoro delle gomme in questa fase si è ridotta la potenza frenante delle gomme. “Nel 2017-2018-2019 ero molto veloce con la costruzione più dura, invece Pedrosa era nei guai, perché il suo peso così leggero non lo aiutava“, ha aggiunto il ternano a Crash.net. Un altro elemento che giocherebbe a sfavore di Razgatlioglu è l’aerodinamica sempre più avanzata, che rende difficile sorpassare sui rettilinei quando sei in scia. “Devi essere fuori linea per tentare un sorpasso, perché se freni dietro a un altro pilota non hai ‘aria’ per fermarti. E tutte queste piccole cose rendono le qualifiche molto più importanti, devi partire in una buona posizione e poi si tratta di avere la migliore gomma possibile negli ultimi 10 giri“.
La stazza del pilota
Un altro elemento che accomuna Petrucci e Razgatlioglu è la stazza fisica, in particolare l’altezza. Danilo è alto 181 cm e pesa 80 kh. Toprak è alto 182 cm ma pesa solo 68 kg, valori che si avvicinano a quelli di Aleix Espargarò (180 cm X 69 kg). “Il mio problema l’anno scorso erano i rettilinei e questo handicap di 0.2-0.3 è qualcosa che non puoi più regalare in MotoGP“, ha sottolineato Petrucci. “Se sei 10 kg più leggero puoi avere 0,2 secondi di vantaggio sul rettilineo, che in una gara di 20 giri equivale a quattro secondi sul traguardo. Penso che la cosa giusta sarebbe mettere un peso minimo pilota più moto, come in Moto2 e Moto3“, un’idea avanzata più volte anche da Luca Marini (184 x 70). Danilo Petrucci ha anche sostenuto una dieta ferrea ai tempi della MotoGP, riuscendo a perdere 5 kg, ma il distacco dal pilota più leggero era ancora di 15 kg e la dieta lo aveva reso più debole. “Le dimensioni sono sempre state il mio problema in MotoGP… Se guardi ora alla griglia della MotoGP, stanno diventando davvero piccoli… Luca Marini si è lamentato del mio stesso problema“.
Petrucci nella Superbike USA
Danilo Petrucci ha ritrovato stimoli nella Dakar ed ha poi accettato una nuova sfida nel MotoAmerica, dove attualmente è in testa alla classifica in sella ad una Ducati. In questa categoria il peso e l’altezza non sono un handicap decisivo, si può fare la differenza frenando forte, conquistare una pole anche entrando in curva con un certo spirito aggressivo. “Puoi ancora usare i tuoi punti di forza, il tuo istinto. In MotoGP ora devi usare molto metodo – ha concluso Danilo Petrucci -. Non è naturale. Ma di sicuro mi manca guidare le moto più veloci del mondo!”. Il prossimo obiettivo del pilota ternano sarà il WorldSBK, dove potrà calcare nuovamente gli scenari internazionali che merita.
MotoGP, Danilo Petrucci: "I piloti sono sempre più piccoli" (corsedimoto.com)
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