Dite quel che volete, ma io amo quest'uomo... (magari poi spostatelo in amarcord, però volevo metterlo prima qua)
Wayne Rainey: "Ero piuttosto nervoso all'idea di guidare la YZR500, perché quando ho guidato la R1 è stato tutto abbastanza semplice, dato che le moto di oggi sono dotate di una grande quantità di elettronica, ma è un po' diverso con una 500 da Gran Premio. Ma, a dire il vero, mi è sembrata una vecchia amica. È sempre stata una sfida correre con quella moto a quel livello, lottando per le vittorie di gara e i campionati, ma essere qui 30 anni dopo, poter salire sulla moto e guidarla su per la collina in un ambiente piacevole e tranquillo è fantastico. La moto era lì per me allora ed è lì per me oggi, quindi sono entusiasta. Non sapevo cosa aspettarmi, non avevo idea di come mi sarei sentito, ma quando mi sono messo il casco e hanno acceso la moto, ho pensato: si parte! Poter salire sulla collina e percorrere le curve, guardare in basso e vedere che ero di nuovo sulla mia moto da Gran Premio dopo tutti quegli anni mi ha fatto sentire in un mondo completamente diverso, e farlo insieme a quei ragazzi, Kenny, Kevin e Mick… non avrei potuto chiedere di meglio che condividere questa esperienza con loro. Un enorme grazie al Duca di Richmond per avermi ospitato e alla Yamaha per aver tirato fuori la moto dal museo e averla adattata per farmela guidare". 💓
Wayne Rainey: "Ero piuttosto nervoso all'idea di guidare la YZR500, perché quando ho guidato la R1 è stato tutto abbastanza semplice, dato che le moto di oggi sono dotate di una grande quantità di elettronica, ma è un po' diverso con una 500 da Gran Premio. Ma, a dire il vero, mi è sembrata una vecchia amica. È sempre stata una sfida correre con quella moto a quel livello, lottando per le vittorie di gara e i campionati, ma essere qui 30 anni dopo, poter salire sulla moto e guidarla su per la collina in un ambiente piacevole e tranquillo è fantastico. La moto era lì per me allora ed è lì per me oggi, quindi sono entusiasta. Non sapevo cosa aspettarmi, non avevo idea di come mi sarei sentito, ma quando mi sono messo il casco e hanno acceso la moto, ho pensato: si parte! Poter salire sulla collina e percorrere le curve, guardare in basso e vedere che ero di nuovo sulla mia moto da Gran Premio dopo tutti quegli anni mi ha fatto sentire in un mondo completamente diverso, e farlo insieme a quei ragazzi, Kenny, Kevin e Mick… non avrei potuto chiedere di meglio che condividere questa esperienza con loro. Un enorme grazie al Duca di Richmond per avermi ospitato e alla Yamaha per aver tirato fuori la moto dal museo e averla adattata per farmela guidare". 💓
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