È un campionato di MotoGP che, per molte cause, tarda ad assumere dei contorni definiti. Tutto molto equilibrato ed avvincente. Le ragioni in questo 2022 sono molte, vediamone alcune in ordine sparso: il Marc Marquez a mezzo servizio di questo inizio di stagione (torna ad Austin dove è il padrone indiscusso), due delle prime tre gare che hanno avuto molti problemi esterni, a Mandalika l’asfalto troppo caldo e che rischiava di rovinarsi, poi la pioggia torrenziale hanno cambiato le carte in tavola. In Argentina il gp si è disputato su due giorni invece che su tre causa ritardo nella consegna dei materiali (ci sono problemi anche ad Austin per la consegna dei materiali).
C’è da dire che la tendenza a un maggior livellamento degli equilibri in pista viene da lontano: dal passaggio da Bridgestone a Michelin, dal fatto che adesso tutte le moto sono super competitive e gli scarti tra i piloti sono nell’ordine del secondo o anche meno e, ancora, dalla mancanza di Marquez che tra 2020 e 2021 è stato rallentato dagli infortuni.
9 piloti diversi sul podio in tre gare
E allora è successo che nelle prime tre gare del 2022 i piloti vincenti siano stati Enea Bastianini su Ducati, Miguel Oliveira su Ktm e Aleix Espargaro su Aprilia. Sul podio sono saliti anche Brad Binder (Ktm), Pol Espargaro (Honda), Fabio Quartararo (Yamaha), Johann Zarco (Ducati), Jorge Martin (Ducati) e Alex Rins (Suzuki).
Un fatto praticamente unico che non si verificava dalla stagione 1952, cioè 70 anni fa.
Zero vittorie per le moto giapponesi
A vincere fino a ora sono state Ducati, Ktm ed Aprilia. La casa di Borgo Panigale è quella che ha più podi (3, un primo, un secondo e un terzo), seguita da Ktm (un primo e un secondo), Aprilia (un primo), poi Yamaha (un secondo) e ultime Honda e Suzuki con un terzo posto a testa.
Nessun pilota Honda e Yamaha fra i primi tre: mai successo in epoca MotoGP
Dal 2002 a oggi non è mai capitato che portabandiera delle due storiche case giapponesi non fossero ai primi tre posti della classifica dopo 3 gare. Dal 2002 al 2010 Valentino Rossi ha sempre fatto parte dei primi 3 gare, successivamente anche Jorge Lorenzo e Marc Marquez sono stati costantemente in cima anche a inizio campionato. Nel 2020 e nel 2021 è stato Fabio Quartararo su Yamaha a salvare l’onore della casa giapponese.
Oggi invece ai primi tre posti della classifica ci sono Aleix Espargaro con 45 punti, un punteggio molto basso, seguito da Brad Binder a 38, Enea Bastianini e Alex Rins a 36. Quinto Quartararo con 35. La prima Honda è Pol Espargaro, decimo con 20 punti.
Niente è deciso, tutto in divenire. Può essere il campionato del pilota-ragioniere?
Tre gare in un mondiale che prevede 21 prove sono poco indicative e c’è da considerare tutte le attenuanti del caso: per fare un bilancio più preciso sui valori in campo è necessario attendere l’estate. Certo è che questo alternarsi al vertice è indice di un equilibrio sempre più marcato.
Una riflessione: viene da pensare che il pilota che può vincere il mondiale possa essere non-il-più-forte-in-assoluto ma quello più ragioniere, capace di accontentarsi di molti piazzamenti, infilare 3-4 vittorie e altrettanti podi.
Chi potrebbe essere secondo voi un pilota in grado di mantenere la calma e fare più piazzamenti possibili?
In collaborazione con Moto.it
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