MotoGP, Ducati a 'effetto suolo', e gli avversari (per ora) non copiano
Dall'Igna, in attesa di introdurre altre novità, prosegue ad utilizzare i 'soffiatori' nella parte bassa della carenatura. Contrariamente ad ali, cucchiai e abbassatori, i rivali per ora stanno a guardare
Il titolo manca dal 2007, quando la Ducati non era la Ducati di oggi. In sella c'era Casey Stoner, al box l'ingegner Filippo Preziosi.
Era comunque una Desmosedici estremamente innovativa, con il motore portante inserito in un parallelepipedo di carbonio. La guidava solo il Canguro Mannaro, gli altri, i suoi compagni di squadra, nemmeno si avvicinavano. Loris Capirossi resistette, con coraggio e grinta, Melandri finì quasi dallo psicologo, mentre Hayden con la leggerezza del suo meraviglioso carattere prese paga anche lui, ma ammirando il suo straordinario compagno di squadra e meritandone l'amicizia.
Erano, anche quelli, tempi di sperimentazione: per cercare di risparmiare carburante si provò un sistema 'start and stop' . Ma il motore si spegneva in staccata, non al semaforo e ricordiamo i racconti di Capirex a cui veniva la pelle d'oca mentre cercava di fermare la moto con il solo rumore del vento, fidandosi poi a buttarla in piega sperando che il dispositivo facesse il suo dovere risvegliando il propulsore.
E come dimenticare i guanti rivestiti d'amianto, perché la Desmosedici diventava letteralmente incandescente?
Oggi al box c'è un altro ingegnere, egualmente geniale ed innovativo, Gigi Dall'Igna che i giapponesi ha già sconfitto quando era in Aprilia, in Superbike.
Ogni anno Dall'Igna ci ha abituato a qualche colpo d'ala...letteralmente parlando. Sono quasi tutte sue le novità introdotte in MotoGP, dalla ricerca aerodinamica, al primo 'cucchiaio', passando per l'abbassatore. Tutti dispositivi regolarmente copiati dalla concorrenza che, a tratti, ha anche provato a fermarlo. Anche le 'ali intubate' sono state la sua risposta a chi le definiva pericolose per non investire in ricerca.
Per questo motivo, giunti a Sepang siamo rimasti stupiti nel constatare che - perlomeno per il momento - nessuno ha pensato di copiare i 'soffiatori' nella parte bassa della carena della Desmosedici.
Una foto laterale che mostra l'uscita del flusso d'aria indirizzata verso la parte bassa della carenatura
Non abbiamo altro nome per definirli, al momento, in attesa di una definizione ufficiale.
I 'soffiatori' sono quelle specie di 'chiocciole' nella parte finale della carenatura, la 'pancia', all'interno delle quali ci sono due paratie per indirizzare il flusso d'aria, che così ad occhio la soffiano appunto sulla superficie della carena che, in piega, è una bella superficie vicinissima al suolo. Oppure forse semplicemente diminuiscono la portanza dell'aria che in velocità si insinua sotto la carena quando si è in piega.
Effetto suolo anche nelle motociclette? Difficili dirlo: secoli fa ci provò artigianalmente Corrado Tuzii e poi persino Franco Uncini, con quel geniaccio di Mario Ciamberlini, sulla Suzuki ufficiale. Provarono addirittura a 'sigillare' parzialmente la carena inserendo una specie di spazzolone per tutta la lunghezza della pancia. Roba che a ricordarla fa l'effetto dei ragazzini che per imitare il rumore delle marmitte mettevano un pezzo di cartone fra i raggi delle ruote. Altri tempi.
Ricordandoli oggi con alcuni tecnici ci siamo domandati se sia proprio questo l'obiettivo dei soffiatori, che certo non stanno lì per bellezza. Eppure nessuno li ha copiati, finora. Si potrebbe immaginare che dietro ci siano chissà quali studi aerodinamici, e sia magari difficile replicare l'effetto, contrariamente a quanto accaduto col 'cucchiaio'.
Scherzando abbiamo anche azzardato che la strana forma a chiocciola sia in realtà solo un gioco, come dicono oggi, per 'perculare' gli avversari, costringendoli a notti di studio nel tentativo di capirne il funzionamento e magari replicarne il vantaggio.
Sarebbe l'ennesimo colpo di genio di Gigi, magari inventato dopo un bel bicchiere di rosso. Ma temiamo per i suoi avversari che non sia così.
Il puntino illuminato sotto la carena della Ducati di Pirro è un laser che rileva dati su altezza e posizione della moto
Dall'Igna, in attesa di introdurre altre novità, prosegue ad utilizzare i 'soffiatori' nella parte bassa della carenatura. Contrariamente ad ali, cucchiai e abbassatori, i rivali per ora stanno a guardare
Il titolo manca dal 2007, quando la Ducati non era la Ducati di oggi. In sella c'era Casey Stoner, al box l'ingegner Filippo Preziosi.
Era comunque una Desmosedici estremamente innovativa, con il motore portante inserito in un parallelepipedo di carbonio. La guidava solo il Canguro Mannaro, gli altri, i suoi compagni di squadra, nemmeno si avvicinavano. Loris Capirossi resistette, con coraggio e grinta, Melandri finì quasi dallo psicologo, mentre Hayden con la leggerezza del suo meraviglioso carattere prese paga anche lui, ma ammirando il suo straordinario compagno di squadra e meritandone l'amicizia.
Erano, anche quelli, tempi di sperimentazione: per cercare di risparmiare carburante si provò un sistema 'start and stop' . Ma il motore si spegneva in staccata, non al semaforo e ricordiamo i racconti di Capirex a cui veniva la pelle d'oca mentre cercava di fermare la moto con il solo rumore del vento, fidandosi poi a buttarla in piega sperando che il dispositivo facesse il suo dovere risvegliando il propulsore.
E come dimenticare i guanti rivestiti d'amianto, perché la Desmosedici diventava letteralmente incandescente?
Oggi al box c'è un altro ingegnere, egualmente geniale ed innovativo, Gigi Dall'Igna che i giapponesi ha già sconfitto quando era in Aprilia, in Superbike.
Ogni anno Dall'Igna ci ha abituato a qualche colpo d'ala...letteralmente parlando. Sono quasi tutte sue le novità introdotte in MotoGP, dalla ricerca aerodinamica, al primo 'cucchiaio', passando per l'abbassatore. Tutti dispositivi regolarmente copiati dalla concorrenza che, a tratti, ha anche provato a fermarlo. Anche le 'ali intubate' sono state la sua risposta a chi le definiva pericolose per non investire in ricerca.
Per questo motivo, giunti a Sepang siamo rimasti stupiti nel constatare che - perlomeno per il momento - nessuno ha pensato di copiare i 'soffiatori' nella parte bassa della carena della Desmosedici.
Una foto laterale che mostra l'uscita del flusso d'aria indirizzata verso la parte bassa della carenatura
Non abbiamo altro nome per definirli, al momento, in attesa di una definizione ufficiale.
I 'soffiatori' sono quelle specie di 'chiocciole' nella parte finale della carenatura, la 'pancia', all'interno delle quali ci sono due paratie per indirizzare il flusso d'aria, che così ad occhio la soffiano appunto sulla superficie della carena che, in piega, è una bella superficie vicinissima al suolo. Oppure forse semplicemente diminuiscono la portanza dell'aria che in velocità si insinua sotto la carena quando si è in piega.
Effetto suolo anche nelle motociclette? Difficili dirlo: secoli fa ci provò artigianalmente Corrado Tuzii e poi persino Franco Uncini, con quel geniaccio di Mario Ciamberlini, sulla Suzuki ufficiale. Provarono addirittura a 'sigillare' parzialmente la carena inserendo una specie di spazzolone per tutta la lunghezza della pancia. Roba che a ricordarla fa l'effetto dei ragazzini che per imitare il rumore delle marmitte mettevano un pezzo di cartone fra i raggi delle ruote. Altri tempi.
Ricordandoli oggi con alcuni tecnici ci siamo domandati se sia proprio questo l'obiettivo dei soffiatori, che certo non stanno lì per bellezza. Eppure nessuno li ha copiati, finora. Si potrebbe immaginare che dietro ci siano chissà quali studi aerodinamici, e sia magari difficile replicare l'effetto, contrariamente a quanto accaduto col 'cucchiaio'.
Scherzando abbiamo anche azzardato che la strana forma a chiocciola sia in realtà solo un gioco, come dicono oggi, per 'perculare' gli avversari, costringendoli a notti di studio nel tentativo di capirne il funzionamento e magari replicarne il vantaggio.
Sarebbe l'ennesimo colpo di genio di Gigi, magari inventato dopo un bel bicchiere di rosso. Ma temiamo per i suoi avversari che non sia così.
Il puntino illuminato sotto la carena della Ducati di Pirro è un laser che rileva dati su altezza e posizione della moto
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