Quando nel 2019 è nata la squadra MotoGP, l’obiettivo era chiaro: far crescere giovani piloti. Lo ha ribadito nuovamente il proprietario della squadra, Razlan Razali, durante la presentazione del neonato team RNF-WithU di settimana scorsa. Ma allora, perché Andrea Dovizioso, classe 1986, 36 anni il prossimo 26 marzo?
“Quando Yamaha ha rotto con Vinales - spiega il manager malese - abbiamo discusso con Yamaha della posizione di Franco Morbidelli, che era legato a noi con un contratto anche per il 2022. Si è deciso di promuovere Franco nella squadra ufficiale, quindi il nostro team rimaneva scoperto per le ultime cinque gare. Hanno corso per noi Dixon, Crutchlow, ma non abbiamo ritenuto corretto continuare a cambiare: l’unico disponibile in quel momento per effettuare le ultime cinque gare era Andrea Dovizioso, tra l’altro gradito al nostro futuro sponsor (per l’appunto WithU, NDA). Per correre le ultime cinque gare, Dovizioso ha chiesto un contratto anche per il 2022: non avevano altra scelta, non potevamo continuare cambiare piloti per il finale di stagione 2021, avevamo bisogno di stabilità. Andrea era l’unico con quel potenziale”.
Ci crederà davvero?
Razali, come sempre, non fa troppi giri di parole, ma non toglie il dubbio se sia stata una scelta comunque convinta e ponderata. Non è una differenza da poco: nel 2021, Razali ha “subito” la decisione della Yamaha di inserire nella sua squadra Valentino Rossi, che il manager malese non ha mai mostrato di volere veramente, come confermato anche da più dichiarazioni rilasciati durante lo scorso anno.
Valentino, diciamo la verità, non si è mai trovato bene con la squadra, forse anche perché il numero uno del team non lo voleva. Con Andrea Dovizioso non bisogna ripetere lo stesso errore: bisogna credere in lui. Razali lo deve fare anche solo per una questione di opportunismo: solo con buoni risultati di Andrea può pensare di prolungare l’accordo con Yamaha anche per gli anni successivi. Ne va del suo futuro, più di quello di Dovizioso.
Da moto.it
Comment