Le categorie minori sono piene di talentuosi piloti, vogliosi di ritagliarsi un posto nella classe regina, ma solo pochi di loro potrebbero centrare l’obiettivo e laurearsi campioni del mondo in MotoGP. Ecco qual è il nostro pronostico
Risposta scontata, apparentemente. Infatti, il giovanissimo spagnolo (classe 2004), al suo primo anno nel Motomondiale, ha già messo in riga più volte piloti con molta più esperienza in Moto3. Il numero 37 ha gli occhi puntati addosso e non stiamo parlando solo degli appassionati di gare. Acosta sta dimostrando un grandissimo talento, ma anche una freddezza mentale da vero campione nei momenti più caldi. Il rookie del team Ajo Ktm potrebbe avere un grande futuro ma, visto il percorso forzato e accelerato di molti piloti attualmente in MotoGP (come Jack Miller, Maverick Viñales, Alex Rins o lo stesso Fabio Quartararo, che al settimo anno nel Motomondiale non ha ancora un titolo in tasca), il rischio di inciampare è molto alto. Quindi, Acosta è quasi un’ipotesi obbligata nella nostra lista di futuri Campioni, ma attenzione a non correre troppo, Pedro!
Già confermato in MotoGP con Ktm Tech3 per la stagione 2023, il talento classe 2000 del team Ajo ha fatto una grande stagione in Moto3 nel 2020 e, quest’anno, per la prima volta su una Moto2, è già protagonista. Molto veloce, molto preciso, ma a volte ancora troppo acerbo. In gara, il più esperto Remy Gardner (avversario numero 1 e compagno di squadra) riesce a correre con più freddezza, mentre Raul commette ancora errori da rookie. La ricetta però è quella buona e le moto grandi sembrano essere pane per i suoi denti. Il salto in top class potrebbe esser stato un po’ affrettato, ma quando da Iwata e da Mattighofen chiamano, si deve rispondere. Gli serve tempo per maturare e conoscere i mostri della MotoGP, ma Raul Fernandez tra 5 anni potrebbe essere tra i grandi protagonisti della categoria per eccellenza.
Il più giovane dei talenti della VR46 Academy, con due stagioni di esperienza in Moto3, è oggi in Moto2. Sorridente e spensierato fuori dai cordoli, determinato e concentrato in pista. Celestino sta crescendo per gradi: è un ragazzo che vuole imparare ma senza strafare, e si vede. Nonostante qualche caduta di troppo a inizio anno, Vietti sembra aver trovato la quadra con la sua Kalex e il sesto posto al GP di Stiria ne è la conferma. C’è bisogno ancora del tempo prima di vederlo su una MotoGP, ma se continua su questa strada, tra 5 anni potrebbe essere uno dei candidati al titolo in top class. Peccato solo non essersi tolto qualche soddisfazione in più in Moto3...
Figlio del mitico Wayne Gardner, Campione del Mondo in 500 nel 1987 con la Honda, Remy è alla sua settima stagione completa nel Motomondiale. Non è mai stato tra i grandi e solo dall’anno scorso ha iniziato a raccogliere i risultati che contano. Oggi è in testa alla classifica mondiale della Moto2: è veloce sul giro secco, stratega in gara, ma ancora qualche errorino banale lo commette. Niente di grave, però: infatti, Gardner è pronto per la MotoGP e il prossimo anno sarà vestito sempre di arancio, ma con il prototipo del team Tech3. Chissà, magari come il padre, anche Remy riuscirà a esprimere al meglio il suo talento nella classe regina.
Il turco, l’outsider. Il numero 54 è cresciuto con le derivate di serie e quest’anno in Superbike con la Yamaha sta andando fortissimo. Così forte da tirare matto il sei volte campione del mondo, Jonathan Rea. Folle, veloce e sereno, Toprak è anche maturo, ora. Non commette più errori banali e riesce a essere irruente il giusto per mettere in ginocchio i suoi avversari, senza fare danni. Il 2021 è un testa a testa tra l’inglese e il turco, che ha tutte le carte in regola per diventare il numero 1. Yamaha, che ci vede lungo, lo ha già “bloccato” per altri due anni. E vedremo se dopo la Sbk, con il supporto del mentore Sofuoglu, si guadagnerà un posto in MotoGP, come in passato hanno fatto Colin Edwards, Ben Spies o Cal Crutchlow. Grandi piloti, che però non sono mai riusciti a rimanere al vertice della classifica generale. Con Razgatlioglu potrebbe essere diverso...
Campione del Mondo in Moto3 nel 2018, due stagioni in Moto2 con otto podi (di cui due vittorie) e il grande salto in MotoGP. Martin avrebbe potuto fare forse qualcosa di più nella classe intermedia, ma Ducati lo ha voluto subito, per il suo talento e il suo entusiasmo. La casa di Borgo Panigale ci ha visto lungo perché al rookie spagnolo sono bastate due gare per mettersi in mostra: pole position e terzo posto al GP di Doha. Poi la brutta caduta nelle FP3 a Portimao, che lo ha costretto a rimanere fermo per ben tre round (con tanto di dura riabilitazione). Uno stop ancora più complicato se sei un debuttante e hai bisogno di passare più tempo possibile in sella per fare esperienza con i prototipi per eccellenza. Jorge non si è fatto però abbattere né fisicamente né psicologicamente, e in Austria ha fatto una gara spettacolare, conquistando la sua prima vittoria in top class e tenendo testa al Campione del Mondo in carica, Joan Mir. E allora teniamolo d’occhio questo ragazzo spagnolo classe 1998 che, tra qualche anno e con il supporto di un team ufficiale, potrebbe presentarsi anche con il numero 1.
Da gazzetta.it
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