Il diciannovesimo posto nella classifica mondiale dopo tre gare non mente: Valentino Rossi sta toccando il punto più basso della sua lunga e fortunata carriera
Pubblicato il 20 Aprile 2021 ore 11:30

Un lungo corridoio da percorrere da solo, senza più la calca di giornalisti che facevano a gara per strappargli una battuta o un sorriso: la parte finale della carriera di Valentino Rossi sta vedendo il suo caratteristico giallo fluo trasformarsi in un giallo pallido, sempre più invisibile. Il campionissimo che passa inosservato per la sala stampa di Portimao: è questa la diapositiva che ha raccolto Mela Chercoles, giornalista di As, presente al Gran Premio del Portogallo della scorsa settimana.
“C’è un’immagine che porterò per sempre nella memoria di questo GP del Portogallo: la prima volta che ho visto con i miei occhi Valentino Rossi che ha iniziato ad essere invisibile agli occhi di molti. Il pilota che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, stampa e tifosi, negli ultimi due decenni, è passato inosservato in sala stampa, sia venerdì che sabato. Qualcosa di assolutamente inimmaginabile prima della pandemia. Tutti i piloti richiesti dalle tv hanno dovuto fare una passeggiata di 50 metri attraverso la sala stampa […] e solitamente molti giornalisti ne approfittano per avvicinarsi o per salutare il protagonista di turno. Ecco perché è stato particolarmente sorprendente vedere il Dottore passare inosservato, senza che nessuno interrompesse la sua passeggiata. È stato lui a salutare a distanza un giornalista italiano: “Ciao Zam”, ha detto a Zamagni, che ha risposto con gentilezza: “Ciao Vale”. Non era accompagnato neppure dall’addetto stampa del team Petronas. […]. Forse sono io pazzo, ma in quel momento mi ha fatto male al cuore vedere Rossi così solo. […] L’ho trovata un’immagine iconica di una nuova era, soprattutto se paragonata al clamore che ha suscitato ogni passaggio di Marc Marquez. […] Sembra chiaro che il 46 stia perdendo la sua luce a causa della mancanza di risultati e per l’assenza di un pubblico che lo adora, indipendentemente da ciò che fa o ottiene in pista. Ecco perché, ora più che mai, continuo ad ammirarlo incondizionatamente e sostengo che Valentino Rossi non è italiano, ma è un patrimonio dell’umanità.”
Pubblicato il 20 Aprile 2021 ore 11:30

Un lungo corridoio da percorrere da solo, senza più la calca di giornalisti che facevano a gara per strappargli una battuta o un sorriso: la parte finale della carriera di Valentino Rossi sta vedendo il suo caratteristico giallo fluo trasformarsi in un giallo pallido, sempre più invisibile. Il campionissimo che passa inosservato per la sala stampa di Portimao: è questa la diapositiva che ha raccolto Mela Chercoles, giornalista di As, presente al Gran Premio del Portogallo della scorsa settimana.
“C’è un’immagine che porterò per sempre nella memoria di questo GP del Portogallo: la prima volta che ho visto con i miei occhi Valentino Rossi che ha iniziato ad essere invisibile agli occhi di molti. Il pilota che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, stampa e tifosi, negli ultimi due decenni, è passato inosservato in sala stampa, sia venerdì che sabato. Qualcosa di assolutamente inimmaginabile prima della pandemia. Tutti i piloti richiesti dalle tv hanno dovuto fare una passeggiata di 50 metri attraverso la sala stampa […] e solitamente molti giornalisti ne approfittano per avvicinarsi o per salutare il protagonista di turno. Ecco perché è stato particolarmente sorprendente vedere il Dottore passare inosservato, senza che nessuno interrompesse la sua passeggiata. È stato lui a salutare a distanza un giornalista italiano: “Ciao Zam”, ha detto a Zamagni, che ha risposto con gentilezza: “Ciao Vale”. Non era accompagnato neppure dall’addetto stampa del team Petronas. […]. Forse sono io pazzo, ma in quel momento mi ha fatto male al cuore vedere Rossi così solo. […] L’ho trovata un’immagine iconica di una nuova era, soprattutto se paragonata al clamore che ha suscitato ogni passaggio di Marc Marquez. […] Sembra chiaro che il 46 stia perdendo la sua luce a causa della mancanza di risultati e per l’assenza di un pubblico che lo adora, indipendentemente da ciò che fa o ottiene in pista. Ecco perché, ora più che mai, continuo ad ammirarlo incondizionatamente e sostengo che Valentino Rossi non è italiano, ma è un patrimonio dell’umanità.”
Comment