Quando si cade, se si è un vero Campione ci si rialza e si dimostra al mondo di essere più forti di tutto. Marc Marquez è un Campione in tutto e per tutto, e si rialzerà ancora.
Quando si è al Top, non si immagina che tutto possa finire da un momento all’altro. Questo è ciò che stava per succedere a Marc Marquez quando, in quel maledetto circuito di Jerez, fu protagonista di una terribile caduta che gli procurò la frattura dell’omero. Risultato? Distrutta tutta la sua stagione 2020. Ma questa non è neanche la cosa peggiore, perchè dopo questo infortunio, “El Cabroncito” ha davvero avuto paura di non essere in grado di tornare a correre.
Ad otto mesi dall’incidente di Jerez e tre interventi all’omero destro dopo, il peggio è finalmente alle spalle, e il numero 93 sarà probabilmente in pista in Qatar per il primo appuntamento del Motomondiale, forse non per correre seriamente, ma almeno per provare a fare qualche giro su una vera Moto Gp, dato che fino ad ora ha svolto test solamente con moto depotenziate a 212 cavalli.
Questo lunghissimo calvario è stato raccontato da un documentario di DAZN intitolato “Fearless” (Senza Paura, ndr). Si tratta di un video della durata di 25 minuti, in cui si raccolgono le testimonianze di Alex Marquez, l’ex pilota Carlos Checa, il team manager Alberto Puig, lo psicologo Francisco Solano Romero.
L’8 volte campione iridato, ora, vede la luce in fondo al tunnel, ma non nasconde momenti di terrore e di sofferenza profondi:
“Sono stati mesi difficili prima di accettarlo e cambiare il chip. Mi stava consumando. Non stavo facendo nulla e perdevo peso. Un’ansia si crea nel tuo corpo […] Tutto indicava un miglioramento, ma c’era la paura di un altro infortunio, che tu debba restare così… La paura che dovrai stare fermo senza moto esiste”.
Il momento più duro sono stati i giorni in cui si vociferava di un rischio osteomielite, con conseguente necessità di un quarto intervento chirurgico, cosa che con ogni probabilità lo avrebbe tenuto fuori anche per tutto il 2021:
“C’era la possibilità che l’infezione fosse ancora lì, che il mondo crollasse addosso. Cosa mi ha insegnato l’infortunio? Che questo può finire quando meno te lo aspetti … Ma questo non cambierà certo il mio stile”.
Come detto, nei giorni scorsi si è allenato con una RC-V stradale sia in Catalunya che a Portimao, e la sua presenza è prevista nel primo week-end di MotoGP a Losail:
“Non ho paura di non essere mai più lo stesso Marc Marquez. Se non posso essere lo stesso Marc Marquez, non tornerò. Quando torno il mio corpo deve essere pronto a correre gli stessi rischi. A poco a poco mi sento più forte. Il braccio ha già altre sensazioni e le farfalle sono tornate nello stomaco […] Noi piloti non parliamo mai della morte. Se sali su una moto pensando a queste cose, resta a casa. Mi piace il rischio. Non so allenarmi mantenendomi. Ogni gara è come se fosse l’ultima”.
Con un po’ di fortuna, questo dramma lo renderà ancora più forte, e non comprometterà in alcun modo la sua rincorsa al record di 9 Mondiali detenuto dalla leggenda Valentino Rossi.
virgilio.it
Comment