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La storia della HARRIS WCM MotoGP del 2002

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    #1

    La storia della HARRIS WCM MotoGP del 2002

    Il team WCM era noto per essere un buon team privato e con l'inizio della "nuova era" targata 4 tempi decisero di creare una moto fatta in casa, un telaio Harris e gli accoppiarono un motore prelevato da una Yamaha R1 perché i motori in leasing da altri costruttori costavano troppo per il piccolo team inglese. Un prodotto artigianale con un discreto fascino ed una bella storia dietro fatto di duro lavoro e tante speranze, quest'ultime stroncate dal patron Carmelo Ezpeleta che non voleva una moto ibrida più simile ad una Sbk che ad un prototipo.


    2002 harris wcm motogp

    Tra motori fragili (a Suzuka se ne ruppero quattro nel week end di prove relegando Chris Burns, unico pilota per la casa inglese, a guardare la gara dai monitor), postille regolamentari che tendevano a far fuori motori di origine stradale, tra la questione soldi che è di vitale importanza il team non ebbe tanta fortuna.
    E così che la favola WCM durò ben poco tra risultati poco effervescenti e deroghe concesse a denti stretti.

    Fu però un tassello importante in ottica futura perché come spesso accade ciò che non va oggi non deve non andare domani, perché nel 2012 debuttano nella motogp le Crt (Claiming rule team) perché la schiera di moto iscritte erano poche e quindi bisognava rimpolpare la lista partenti.

    Brevemente sono moto con telaio artigianale (creato dai vari professionisti del settore), capienza serbatoio maggiore e motore derivato dalla serie con opportune modifiche. Avete letto bene! Una WCM dieci anni dopo!
    Purtroppo in un mondo fatto di budget faraonici questo genere di moto non può sopravvivere ma la storia insegna che anche i più piccoli hanno il loro momento di gloria.
    da wheels and chassis
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