Valentino Rossi, Maverick Vinales e Fabio Quartararo hanno svolto lavori apparentemente opposti nelle prime giornate di test in Qatar
Valentino Rossi: “Il telaio 2021, che è una via di mezzo tra quello 2019 e quello 2020, è più simile come sensazioni in sella a quello dell’anno scorso”.
Fabio Quartararo: “Non sento ancora il feeling del 2019, temevo il ruolo da pilota ufficiale, ma ho scoperto che mi piace questa responsabilità”.
Maverick Vinales: “Il telaio nuovo? Non l’ho ancora provato”.
La Yamaha nel 2021 si presenta al via con i tre piloti ufficiali ‘rimescolati’ rispetto al 2020. Valentino Rossi non fa più parte del team factory all’interno del quale trovano posto Maverick Vinales e Fabio Quartararo. In due hanno vinto un solo titolo mondiale, quello conquistato da Vinales in Moto3 nel 2013 in un finale folle a Valencia dove l’ex Suzuki ha avuto la meglio anche grazie alle cadute dei rivali Alex Rins e del compianto Luis Salom. Un palmarès piuttosto misero se paragonato ai titoli che vantavano Valentino Rossi e Jorge Lorenzo nei loro lunghi anni di convivenza nel box Yamaha, casa che da quando questa coppia si è separata non ha più vinto con il maiorchino passato prima in Ducati e poi in Honda. Quartararo e Vinales non fanno di certo del lato psicologico la loro forza. Il primo una volta presa la leadership del Mondiale un anno fa si è sciolto come neve al sole, il secondo è uno dei più grandi misteri della griglia di partenza. Il talento e la velocità non si discutono, ma definire il suo rendimento ‘lunatico’ è un eufemismo. Entrambi hanno bisogno di sicurezze, cronometriche per quanto riguarda Quartararo, di feeling per quanto concerne Vinales. Sabato El Diablo aveva dichiarato che domenica avrebbe cercato il giro veloce ed effettivamente ha concluso al primo posto nella classifica dei tempi. Vinales invece si è concentrato sul passo gara e negli ultimi minuti della domenica ha messo in fila sei giri sull’1’54” interessanti, salvo poi dichiarare: “Finché non giriamo insieme a Moto2 e Moto3 non saprò mai se con la gommatura Dunlop i problemi che mi sembrano risolti in realtà non lo sono”. Il tutto senza avere per ora provato il telaio 2021, che per ora ha deluso un Rossi in crisi con il grip come da da due anni a questa parte. Il Dottore sicuramente non si è incaponito sulla prestazione sul giro secco, ma il ventesimo posto alle spalle anche di tutti i debuttanti ha ovviamente sortito più di un interrogativo.
L’unico sorriso a 32 denti al termine della prima due giorni di test in Qatar in casa Yamaha è stato quello di Franco Morbidelli, dal 2020 ultima ruota del carro a livello di status e trattamento tecnico agli occhi della casa dei tre diapason, ma numero uno indiscusso in classifica per quanto riguarda i portacolori della casa di Iwata. Morbidelli sta a poco a poco trasferendo sulla M1 2019 le novità vagliate dai colleghi factory nel 2020, un lavoro nel quale è accompagnato da Ramon Forcada, capotecnico di Jorge Lorenzo negli anni di militanza in Yamaha da parte del cinque volte iridato. Morbidelli è stato l’unico pilota in sella ad una M1 a dichiararsi pienamente soddisfatto del weekend di prove. Un piccolo sospiro di sollievo per Lin Jarvis, anche se aggrapparsi al meno ufficiale di tutti non è certo una gran figura per una casa che nelle prime due gare del 2021 dovrà affrontare un esame non da poco. Nel 2020 a Jerez fu grande festa con due vittorie e cinque piazzamenti sul podio su sei complessivi. Poi, però, scoppiò il caso legato alle valvole dei motori con la conseguente penalizzazione a fine stagione della Casa e dei team Monster Energy e Petronas. Il lungo rettilineo di Losail è spietato ed è pronto a mettere in evidenza eventuali lacune di cavalleria. Un problema di fronte al quale potrebbe non bastare la solidità del duo Morbidelli-Forcada. Nei test Vinales è stato il più veloce delle Yamaha con la 15esima posizione alla speed trap, 12 km/h più lento della Ducati di Jack Miller. Se oltre al motore anche il telaio tradisce, ai piloti Yamaha resteranno ben poche armi per difendersi da una concorrenza agguerritissima.
Da formulapassion
Valentino Rossi: “Il telaio 2021, che è una via di mezzo tra quello 2019 e quello 2020, è più simile come sensazioni in sella a quello dell’anno scorso”.
Fabio Quartararo: “Non sento ancora il feeling del 2019, temevo il ruolo da pilota ufficiale, ma ho scoperto che mi piace questa responsabilità”.
Maverick Vinales: “Il telaio nuovo? Non l’ho ancora provato”.
La Yamaha nel 2021 si presenta al via con i tre piloti ufficiali ‘rimescolati’ rispetto al 2020. Valentino Rossi non fa più parte del team factory all’interno del quale trovano posto Maverick Vinales e Fabio Quartararo. In due hanno vinto un solo titolo mondiale, quello conquistato da Vinales in Moto3 nel 2013 in un finale folle a Valencia dove l’ex Suzuki ha avuto la meglio anche grazie alle cadute dei rivali Alex Rins e del compianto Luis Salom. Un palmarès piuttosto misero se paragonato ai titoli che vantavano Valentino Rossi e Jorge Lorenzo nei loro lunghi anni di convivenza nel box Yamaha, casa che da quando questa coppia si è separata non ha più vinto con il maiorchino passato prima in Ducati e poi in Honda. Quartararo e Vinales non fanno di certo del lato psicologico la loro forza. Il primo una volta presa la leadership del Mondiale un anno fa si è sciolto come neve al sole, il secondo è uno dei più grandi misteri della griglia di partenza. Il talento e la velocità non si discutono, ma definire il suo rendimento ‘lunatico’ è un eufemismo. Entrambi hanno bisogno di sicurezze, cronometriche per quanto riguarda Quartararo, di feeling per quanto concerne Vinales. Sabato El Diablo aveva dichiarato che domenica avrebbe cercato il giro veloce ed effettivamente ha concluso al primo posto nella classifica dei tempi. Vinales invece si è concentrato sul passo gara e negli ultimi minuti della domenica ha messo in fila sei giri sull’1’54” interessanti, salvo poi dichiarare: “Finché non giriamo insieme a Moto2 e Moto3 non saprò mai se con la gommatura Dunlop i problemi che mi sembrano risolti in realtà non lo sono”. Il tutto senza avere per ora provato il telaio 2021, che per ora ha deluso un Rossi in crisi con il grip come da da due anni a questa parte. Il Dottore sicuramente non si è incaponito sulla prestazione sul giro secco, ma il ventesimo posto alle spalle anche di tutti i debuttanti ha ovviamente sortito più di un interrogativo.
L’unico sorriso a 32 denti al termine della prima due giorni di test in Qatar in casa Yamaha è stato quello di Franco Morbidelli, dal 2020 ultima ruota del carro a livello di status e trattamento tecnico agli occhi della casa dei tre diapason, ma numero uno indiscusso in classifica per quanto riguarda i portacolori della casa di Iwata. Morbidelli sta a poco a poco trasferendo sulla M1 2019 le novità vagliate dai colleghi factory nel 2020, un lavoro nel quale è accompagnato da Ramon Forcada, capotecnico di Jorge Lorenzo negli anni di militanza in Yamaha da parte del cinque volte iridato. Morbidelli è stato l’unico pilota in sella ad una M1 a dichiararsi pienamente soddisfatto del weekend di prove. Un piccolo sospiro di sollievo per Lin Jarvis, anche se aggrapparsi al meno ufficiale di tutti non è certo una gran figura per una casa che nelle prime due gare del 2021 dovrà affrontare un esame non da poco. Nel 2020 a Jerez fu grande festa con due vittorie e cinque piazzamenti sul podio su sei complessivi. Poi, però, scoppiò il caso legato alle valvole dei motori con la conseguente penalizzazione a fine stagione della Casa e dei team Monster Energy e Petronas. Il lungo rettilineo di Losail è spietato ed è pronto a mettere in evidenza eventuali lacune di cavalleria. Un problema di fronte al quale potrebbe non bastare la solidità del duo Morbidelli-Forcada. Nei test Vinales è stato il più veloce delle Yamaha con la 15esima posizione alla speed trap, 12 km/h più lento della Ducati di Jack Miller. Se oltre al motore anche il telaio tradisce, ai piloti Yamaha resteranno ben poche armi per difendersi da una concorrenza agguerritissima.
Da formulapassion
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