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SUZUKI: Nessuna gerarchia

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    SUZUKI: Nessuna gerarchia


    Frankie Carchedi, capo meccanico di Mir, ha confermato che l'obiettivo di Suzuki è quello di vivere l'avventura MotoGP con semplicità e spirito familiare


    Pubblicato il 01 Marzo 2021 ore 07:45



    Nonostante Suzuki sia arrivata vicina a conquistare tutto nella stagione 2020, Joan Mir e Alex Rins dovranno ripartire sostanzialmente da zero. Dopo l’annata più strana degli ultimi tempi, con il calendario ridotto e ristretto, la pandemia e le mascherine, gli infortuni e le positività, per il marchio di Hamamatsu sarebbe importante confermare la propria forza anche nell’ambito di un lento ritorno alla normalità.

    Frankie Carchedi, capo meccanico di Mir, ha confermato che l’obiettivo del nuovo corso Suzuki è quello di continuare a vivere l’avventura MotoGP come se il team fosse una famiglia: “L’enfasi è su Suzuki, oltre la gloria individuale. Il modo di agire è quello di migliorare la moto in modo che entrambi i piloti abbiano un vantaggio. Da noi non c’è un pilota numero uno e un numero due“. Nel 2021, dopo il trionfo di Mir, partirà a caccia del giro secco: “La posizione in griglia è stata una delle aree che abbiamo esaminato questo inverno, anche se non abbiamo mai enfatizzato un’area specifica. L’obiettivo ora non è quello di rinunciare a un vantaggio in gara, ma di migliorare la nostra classifica di partenza“.

    Per Carchedi Mir ha qualcosa di speciale, stavolta approdando sul lato personale del rapporto lavorativo: “Appena l’ho conosciuto ho capito che aveva qualcosa di speciale, sapeva che cosa voleva. Non penso che tutti credessero in lui, ma noi sì. Non aver vinto nel 2019 ha aiutato Joan, perché ci ha permesso di seguire con calma l’obiettivo finale, quello di migliorare costantemente fino al top. Solo dopo Valencia, cioè dopo la prima vittoria, abbiamo pensato al campionato“.

    Un altro approccio è quello della semplicità della moto. Carchedi infatti spiega: “Apprezziamo i commenti di Gigi Dall’Igna sulla semplicità della GSX-RR. Sono un sostenitore del famoso detto di Enzo Ferrari ‘La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un attimo dopo il traguardo’. Anche se io sono il primo a percorrere la pitlane per cercare cose nuove, poi bisogna trovare un compromesso e scegliere la soluzione più semplice e al contempo competitiva“.

    Da formulapassion

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    #2
    Mi pare una buona strategia. Potenzialmente hanno 2 politi in grado di competere per il titolo, i calcoli bisogna farli a tempo debito.

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