Il calendario della MotoGP 2021 è ancora in fase di costruzione. Austin e Rio Hondo sono destinate a saltare anche quest’anno, dal momento che senza pubblico Dorna non potrà coprire l’intera spesa. Medesimo destino sembra riservato al GP d’Australia previsto ad ottobre. L’emergenza Coronavirus spinge il governo australiano a chiudere i confini al turismo per tutto il 2021. A preannunciare questa drastica misura è il ministro della Salute australiano Brendan Murphy, ribadendo restrizioni ai confini e l’obbligo della quarantena negli hotel per tutto l’anno. “Penso che per la maggior parte di quest’anno avremo ancora sostanziali restrizioni al confine“.
La terza ondata Covid-19
Nelle ultime ore l’Australia è balzata alle cronache per gli Open di Tennis che dovrebbero cominciare il 7 febbraio. Ben 72 tennisti sono reclusi nelle stanze di albergo a Melbourne, senza possibilità di allenarsi. Sono atterrati con aerei dove è stato riscontrato un caso di positività al Covid-19. Anche le Olimpiadi in Giappone a luglio sono tornate fortemente in dubbio. In questo scenario è impensabile poter disputare un week-end di MotoGP, nonostante sia partita la campagna di vaccinazione. Inoltre il circuito di Phillip Island rischia di essere sostituito dal nuovo e più attraente tracciato “The Bend” situato ad Adelaide.
Phillip Island tappa a rischio
Da tempo l’infrastruttura obsoleta di Phillip Island con i box troppo piccoli, i parcheggi delle squadre su prati e le entrate al paddock su strade sterrate, che sono motivo di discussione. Al momento non esiste una vera alternativa a Phillip Island per la location del GP d’Australia. Ma il contratto a lungo termine con Dorna è ovviamente valido solo se l’omologazione di grado A della FIM viene prorogata entro la fine dell’anno. E l’omologazione è stata rilasciata solo per il prossimo evento, una contromisura lanciata dopo l’annullamento di Silverstone 2018. L’ipotesi che avanza da settimane è che l’appuntamento di Phillip Island venga spostato ad inizio campionato. In questo caso della stagione MotoGP 2022. Per allora gli organizzatori avranno un bel da fare.
da corsedimoto
La terza ondata Covid-19
Nelle ultime ore l’Australia è balzata alle cronache per gli Open di Tennis che dovrebbero cominciare il 7 febbraio. Ben 72 tennisti sono reclusi nelle stanze di albergo a Melbourne, senza possibilità di allenarsi. Sono atterrati con aerei dove è stato riscontrato un caso di positività al Covid-19. Anche le Olimpiadi in Giappone a luglio sono tornate fortemente in dubbio. In questo scenario è impensabile poter disputare un week-end di MotoGP, nonostante sia partita la campagna di vaccinazione. Inoltre il circuito di Phillip Island rischia di essere sostituito dal nuovo e più attraente tracciato “The Bend” situato ad Adelaide.
Phillip Island tappa a rischio
Da tempo l’infrastruttura obsoleta di Phillip Island con i box troppo piccoli, i parcheggi delle squadre su prati e le entrate al paddock su strade sterrate, che sono motivo di discussione. Al momento non esiste una vera alternativa a Phillip Island per la location del GP d’Australia. Ma il contratto a lungo termine con Dorna è ovviamente valido solo se l’omologazione di grado A della FIM viene prorogata entro la fine dell’anno. E l’omologazione è stata rilasciata solo per il prossimo evento, una contromisura lanciata dopo l’annullamento di Silverstone 2018. L’ipotesi che avanza da settimane è che l’appuntamento di Phillip Island venga spostato ad inizio campionato. In questo caso della stagione MotoGP 2022. Per allora gli organizzatori avranno un bel da fare.
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