Andrea Dovizioso ha iniziato una nuova vita. Non ha più una MotoGP a disposizione, ma una moto da cross, ha archiviato il numero 4 per tornare al 34. Nella valigia dei ricordi ripone una stagione 2020 molto, troppo difficile in sella alla Ducati, “mentalmente non rilassante“. Il rapporto con Gigi Dall’Igna era ormai concluso dal 2019, dopo il GP del Sachsenring. Dopo di che si condivideva il box da “separati in casa“, fino alla scadenza di contratto. Se con Petrux sono stati trasparenti da subito, con il Dovi hanno preferito tenerlo sulle spine, fino a quando lo stesso pilota ha deciso di troncare il matrimonio.
Il meeting post Sachsenring
Tutto è iniziato in un meeting avvenuto a metà 2019. Doveva essere un incontro con gli ingegneri, invece… “È iniziato come meeting tecnico, ma è diventato un confronto tra noi due e, non so come descriverlo, Gigi si è sentito… colpito, attaccato. Per me lui lì ha chiuso le porte, ma le ha chiuse stando zitto – racconta Andrea Dovizioso a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. E quel che dice è la conferma. Però nel 2020 sono state fatte dichiarazioni sulla mia motivazione. Ora sappiamo che non era la verità. Non è stato trasparente. Perché la situazione in Ducati nel 2020 era quella del 2019, del 2018…“.
Nel corso dell’ultima stagione MotoGP si è parlato di un tira e molla sulle cifre, dell’emergenza Covid-19 che costringeva a rivedere gli ingaggi. Di un Andrea Dovizioso che chiedeva troppo… “Tutte balle. Non abbiamo mai negoziato, soprattutto non è mai arrivata un’offerta. E, quindi, non ne abbiamo mai rifiutato una bassa. È la conferma che nella riunione del 2019 per Gigi è finita… Si parla di Ducati ma è sbagliato, tutte le decisioni prese da quando c’è lui, sono sue. Come Lorenzo al posto di Marquez nel 2017. A inizio 2016 c’era stata la possibilità di prenderlo, ma Gigi aveva già deciso di volere Lorenzo“.
Evoluzione Ducati e futuro del Dovi
Il problema di fondo era la strada da seguire nell’evoluzione. Il forlivese, tre volte vice-campione del mondo, ha spinto per dirottare lo sviluppo della Ducati GP nella sua direzione. Non c’è stato però nulla da fare, la percorrenza a centro curva è sempre stato un tallone d’Achille. “Per andar d’accordo con Gigi non devi metterti contro. Invece, sostenendo io certe idee, siamo andati in contrasto. Altre Case hanno fatto conferenze chiedendo scusa ai piloti (Yamaha in Austria ‘18; n.d.r.), noi mai. Il pilota in Ducati ha sempre più pressione“. E Claudio Domenicali? “Non l’abbiamo mai sentito. Anche dopo l’addio non ho sentito nessuno. Mi ha mandato un messaggio a fine stagione, salutando. E io ho salutato lui“.
da corsedimoto
Il meeting post Sachsenring
Tutto è iniziato in un meeting avvenuto a metà 2019. Doveva essere un incontro con gli ingegneri, invece… “È iniziato come meeting tecnico, ma è diventato un confronto tra noi due e, non so come descriverlo, Gigi si è sentito… colpito, attaccato. Per me lui lì ha chiuso le porte, ma le ha chiuse stando zitto – racconta Andrea Dovizioso a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. E quel che dice è la conferma. Però nel 2020 sono state fatte dichiarazioni sulla mia motivazione. Ora sappiamo che non era la verità. Non è stato trasparente. Perché la situazione in Ducati nel 2020 era quella del 2019, del 2018…“.
Nel corso dell’ultima stagione MotoGP si è parlato di un tira e molla sulle cifre, dell’emergenza Covid-19 che costringeva a rivedere gli ingaggi. Di un Andrea Dovizioso che chiedeva troppo… “Tutte balle. Non abbiamo mai negoziato, soprattutto non è mai arrivata un’offerta. E, quindi, non ne abbiamo mai rifiutato una bassa. È la conferma che nella riunione del 2019 per Gigi è finita… Si parla di Ducati ma è sbagliato, tutte le decisioni prese da quando c’è lui, sono sue. Come Lorenzo al posto di Marquez nel 2017. A inizio 2016 c’era stata la possibilità di prenderlo, ma Gigi aveva già deciso di volere Lorenzo“.
Evoluzione Ducati e futuro del Dovi
Il problema di fondo era la strada da seguire nell’evoluzione. Il forlivese, tre volte vice-campione del mondo, ha spinto per dirottare lo sviluppo della Ducati GP nella sua direzione. Non c’è stato però nulla da fare, la percorrenza a centro curva è sempre stato un tallone d’Achille. “Per andar d’accordo con Gigi non devi metterti contro. Invece, sostenendo io certe idee, siamo andati in contrasto. Altre Case hanno fatto conferenze chiedendo scusa ai piloti (Yamaha in Austria ‘18; n.d.r.), noi mai. Il pilota in Ducati ha sempre più pressione“. E Claudio Domenicali? “Non l’abbiamo mai sentito. Anche dopo l’addio non ho sentito nessuno. Mi ha mandato un messaggio a fine stagione, salutando. E io ho salutato lui“.
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