Il colosso francese compie un passo importante nella modellazione numerica delle gomme
Dopo decenni e milioni di chilometri di test in pista e su strada, anche nel campo dello sviluppo pneumatici la simulazione numerica sta entrando con sempre maggior decisione nel lavoro degli ingegneri. Questo vale sia per le competizioni che per la produzione di serie e ci sono ormai strumenti di tutti i tipi che forniscono informazioni ai progettisti, sia in campo stradale che in campo racing, dove la simulazione dinamica degli pneumatici è iniziata nei primi anni 2000 dalla Formula1 per poi estendersi alla MotoGP.
Il punto fondamentale e che ormai l'intera moto è sviluppata al calcolatore, con modelli che ne descrivono il comportamento statico, quello dinamico e la durata nel tempo dei suoi diversi componenti. Dal momento che la conoscenza delle forze che la moto è in grado di scambiare con il terreno è il pilastro sul quale l'intero edificio della moto poggia, va da sé che le Case costruttrici hanno sempre maggior bisogno di informazioni e modelli numerici dai produttori di pneumatici. A maggior ragione in campo moto, dove la dinamica del mezzo e il comportamento della gomma sono particolarmente complessi.
PERCHE' MICHELIN HA ACQUISITO CANOPY
Non stupisce allora che Michelin abbia appena acquisito Canopy Simulation, società britannica leader mondiale nella simulazione dei tempi sul giro. Canopy offre uno dei più sofisticati software di simulazione sul mercato. Il suo sistema, ospitato su una piattaforma cloud, combina modelli di circuito, auto e pneumatici con un "simulatore di traiettoria" altamente avanzato, che riproduce il comportamento di un "pilota virtuale ideale".
Questo nuovo strumento si basa sull'elaborazione dei dati da parte dei più avanzati algoritmi matematici e consente a Michelin di consolidare la sua posizione di azienda data-driven e leader tecnologico. Accelerando l'innovazione per le gare – e per la mobilità in generale – il simulatore permette di supportare meglio partner e costruttori, ridurre l'impatto ambientale della ricerca e sviluppo e ottenere un risparmio reale e concreto rispetto ai cicli di sviluppo più lunghi e tradizionali.
In termini pratici, il simulatore permette di riprodurre la realtà dinamica attraverso l'interazione di tre modelli digitali: il primo riproduce fedelmente le caratteristiche e l'aderenza dei circuiti, il secondo che rappresenta il telaio del veicolo (o il veicolo completo) e l’ultimo per simulare nel dettaglio il comportamento dei pneumatici. Al volante di un simulatore, il pilota è in grado di testare diversi tipi di pneumatici in tutte le configurazioni possibili.
DAL VIRTUALE AL REALE
Per completare il processo, le sensazioni soggettive e i feedback del pilota vengono integrati con le misurazioni oggettive fornite dal simulatore, su cui i piloti si comportano proprio come farebbero in una vera auto o su una pista reale.
Adattandosi a questa rivoluzione digitale, anche la professione del pilota si è profondamente evoluta. Allo stesso tempo, i giovani piloti stanno sviluppando abilità di guida sul circuito e sul simulatore: saper costruire ponti tra il virtuale e la realtà è ormai una priorità.
Nel motorsport, il "pilota virtuale" eseguirà i compiti più standardizzati. Simulerà, ad esempio, le 4 ore di guida necessarie per completare uno stint a Le Mans e valuterà così la costanza dei pneumatici. Nello sviluppo dei pneumatici stradali, consentirà alle case automobilistiche di riprodurre una varietà di profili di conducente, oltre a differenti utilizzi dell'auto e dei pneumatici stessi. L'essere umano mantiene tuttavia l'ultima parola, dal momento che il vero pilota ha la possibilità di approvare la specifica finale del pneumatico e la sua corrispondenza con il veicolo in questione.
Parliamo ancora soprattutto di modelli per le quattro ruote, ma anche in campo moto le cose si stanno muovendo rapidamente e le logiche di sviluppo sono ormai le stesse.
notizia da: dueruote.it
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